Ieri sera, durante la puntata 31 di Finestra sull’Arena, è stato nostro gradito ospite telefonico per una intervista in esclusiva il presidente di Lega Pro Gabriele Gravina. Rivedi la puntata e rileggi le dichiarazioni di Gravina.

Presidente, questo è un momento importante per il campionato tra supercoppa e playoff. Qual è il suo commento sulla formula che è arrivata a una ulteriore sperimentazione? Cosa farete nel futuro?

La Lega Pro è sempre stata la Lega dell’innovazione. L’anno scorso si erano create alcune contraddizioni, ma vi abbiamo posto rimedio. Quest’anno credo sia stata una formula ben accettata da tutti e aspettiamo chiaramente l’ultima partita di Pescara, poi tireremo le somme. Il consiglio direttivo farà l’analisi a posteriori e deciderà per il futuro. Ma siamo soddisfatti.

Tra le innovazioni, ben più discusse, anche negativamente, c’è l’introduzione delle seconde squadre. Qual è la posizione della Lega Pro e del presidente Gravina in merito?

Considero il progetto delle seconde squadre come positivo, innovativo, ma è un progetto complesso che andava metabolizzato meglio e articolato con grande attenzione. Richiede dei tempi diversi rispetto alle accelerazioni che sono state date col comunicato ufficiale che ha disciplinato una minima regolamentazione. Il problema nostro è stata una richiesta per partire dalla stagione successiva, ma commissario e vice commissario hanno ritenuto di partire, con grande difficoltà a mio avviso, dalla prossima stagione. Noi ovviamente rispettiamo i comunicati ufficiali e la Lega rispetterà quanto deciso secondo le regole, ma dovrà essere fatto anche da coloro che aderiranno a questo progetto sia dal punto di vista economico che delle strutture sportive. Per quest’ultimo punto dovranno essere rispettati i principi territoriali e di struttura delle altre realtà della Lega Pro.

È stato preso effettivamente in considerazione il fatto che con queste seconde squadre si vada a danneggiare la fede dei tifosi delle squadre di Serie C? inserire una seconda squadra di A, va un po’ a zavorrare il campionato anche con i vincoli di promozione e retrocessione. Cosa ne pensa?

Credo di no, faccio un’analisi diversa. Il progetto seconde squadre sarà preso in considerazione, se ci saranno vuoti di organico. Quindi se c’è un vuoto di organico non vado a danneggiare le piccole realtà, perché quello spazio non sarebbe poi stato occupato, ma anzi si dà armonia al campionato che quest’anno ha visto gironi zoppi che non fanno bene alla Lega. Si va a completare tutto questo con ipotetiche seconde squadre. Comunque la Lega Pro sarà a 60 squadre, nel mese di Luglio valuteremo se ci saranno problemi, ma solo in caso di vuoti di organico vi sarà l’inserimento di ipotetiche seconde squadre. Una lega che ha già al proprio interno così tanti giovani provenienti dalla A e dalla B, questo secondo voi può inficiare tutto? A me pare di no. Il calcio deve iniziare ragionare da una logica sistemica, con aperture e dialoghi con le leghe maggiori, deve portare a casa risorse, per la sopravvivenza e non per il lusso. Qualcuno prima o poi dovrà apprezzare questa nostra disponibilità. Se incontreremo ancora atteggiamenti di chiusura e di scarsa condivisione delle problematiche della nostra lega vuol dire che parliamo due lingue diverse e avremo bisogno di qualche interpreti per fare capire che l’obiettivo dev’essere condiviso.

Eventualmente non ci potrebbero essere riduzioni a meno di 60 squadre col format?

Sulla riduzione ormai per noi si tratta di una vecchia teoria, credo che sotto il profilo politico sia un errore di valutazione. Lo dimostra la storia. C’erano 108 società, poi 90 etc. La crisi non è diminuita, anzi, è anche aumentata, ma non dipende dal numero delle squadre. Dipende da tanti fattori come la qualità dei rapporti, delle idee, la scarsità dei progetti, ma soprattutto è legato alla incapacità di una classe dirigente di relazionarsi. Sicuramente l’idea della riduzione del format non è la soluzione a tutti i problemi. Se questo dovesse avvenire per costrizione causa crisi, probabilmente dovremmo integrarla con le seconde squadre appunto.

Pare ci sia davvero poco dialogo tra le varie componenti tra federazioni, leghe e commissari. Sembra si voglia restaurare una casa dal tetto quando dovrebbe essere fatto dalle fondamenta.

Dite “sembra”, ma è proprio così, purtroppo si parla poco, si coltiva il proprio orticello, si lavora in maniera molecolare. È proprio questo atomismo, individualismo a rovinarci nel nostro sistema. La politica dell’under, ad esempio, è legata al lavorare tutti sullo stesso limite di età, ma questo non è possibile e vuol dire che non c’è una filiera. Bisognerebbe che tutte le leghe facessero un progetto legato ai giovani, dai 17 ai 21 anni dalla A alla D. Questo si può fare col dialogo, con la condivisione di progetti, ma purtroppo ci sono poche minoranze profetiche in questo calcio.

Il presidente Corrado e il presidente Gravina (foto Malasoma Pisachannel)

Cosa si sente di dire riguardo a quella che è stata la gestione societaria del Pisa e di Giuseppe Corrado?

Se dovessi dare un voto sarebbe altissimo. La sua è stata una gestione di stile. L’ho apprezzato tantissimo, è una persona mite, equilibrata, attenta, ma soprattutto una persona che sotto il profilo gestionale ha dimostrato un attaccamento e una qualità, anche come energie, eliminando le scorie accumulate negli anni perciò il mio giudizio non può che essere positivo. Devo lodarne anche le sue qualità umane.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018