Gradito ospite della puntata numero 97 di Finestra sull’Arena, il direttore generale del Pisa Giovanni Corrado ha parlato di svariati temi all’interno della trasmissione. Dalla possibile ripresa del calcio agli allenamenti, le mosse del Pisa, le assemblee di lega, i contratti, i protocolli e anche di calciomercato. “Come uscirne? “In questo momento è difficile dare una risposta. Tutto ruota intorno alla potenziale quarantena riguardo la rosa e lo staff in caso di nuova positività. Oggi l’Italia è l’unico paese che sta adottando questa formula e per questo penso che ci possa essere anche qualche modifica. Superato questo aspetto ci sarebbe sicuramente la ripartenza”. “Moscardelli? Ci metteremo al tavolo delle trattative”. “L’interessamento per Gemmi? Vuol dire che ha fatto un buon lavoro”. “Su Fauglia? Ci è stata presentata questa opzione e abbiamo risposto che potrebbe essere una zona a cui guardare, ma in questo momento è prematuro parlarne. Vogliamo però realizzare un centro sportivo”. Rivedi la trasmissione e rileggi le parole di Giovanni Corrado.

Ciao Giovanni e benvenuto. Come stanno vivendo i calciatori questa quarantena?

C’è un misto di incertezza relativamente alle aperture e ai vari protocolli che si differenziano da settore a settore. Siamo tutti in un limbo dal quale speriamo di uscire al più presto.

Hai idea di quando potresti tornare a Pisa Giovanni?

Per motivi urgenti lavorativi potrei rientrare in qualsiasi momento. È chiaro che con l’apertura alle regioni che dovrebbe esserci da lunedì rientreremo tutti. Stiamo aspettando di capire lato sportivo, per tranquillizzare i ragazzi, se ci saranno comunicazioni per le serie inferiori, perché al momento abbiamo sempre visto situazioni che hanno coinvolto la Serie A. Ci auguriamo di poter ripartire quanto prima.

Roberto Gemmi e Giovanni Corrado

Questa mattina ci sarà anche l’assemblea della Lega di Serie B. Di cosa si parlerà?

I punti all’ordine del giorno sono tanti, sicuramente ci dovrebbero essere indicazioni anche relativi a qualche data potenzialmente definitiva per la ripartenza della nostra serie. Cercheremo di capire anche quali saranno le decisioni da prendere visto che siamo sempre stati una lega molto unita, per definire un percorso comune da seguire.

C’è molta confusione sulle date della ripartenza. È vero che dovrebbe esserci uno sfalsamento con la Serie A?

L’indicazione è di uno sfalsamento di una decina di giorni con la Serie A, per cercare di avere delle informazioni e dei dati anche riguardo ai ritiri della massima serie, che saranno svolti in strutture più adeguate rispetto alle serie minori. Andiamo un passo alla volta. L’aspetto più importante è quello di terminare le competizioni. Non credo neanche sia così importante la data di chiusura. Le federazioni degli altri paesi e anche la Uefa stanno alleggerendo le pretese sulla fine dei campionati, perché l’economia di questo settore e gli aspetti sociali, relativamente all’importanza di una ripartenza, sono gli aspetti più importanti. Prenderci tutto il tempo necessario è fondamentale, ma non abbiamo una data per chiudere a tutti i costi la stagione, soprattutto le serie minori. Abbiamo sacrificato gli europei, atteniamoci alle indicazioni andando più avanti possibile per chiudere i campionati.

E il Pisa come si sta muovendo per la ripartenza?

In questo momento è difficile dare una risposta, certi protocolli stringenti per la Serie A ci è stato garantito fossero più leggeri per le serie minori. La ripartenza posticipata ha il fine di cercare di capire come gestisce i protocolli la Serie A. Gira molto intorno alla potenziale quarantena riguardo la rosa e lo staff in caso di nuova positività. Oggi l’Italia è l’unico paese che sta adottando questa formula. Dal mio punto di vista è difficile riuscire a comprenderlo. Oggi il calcio è un’azienda. Immagino imprenditori che lavorano in vari settori e una nuova chiusura di una azienda porterebbe danni incalcolabili. Penso che ci possa essere una modifica per il protocollo. Superato questo aspetto ci sarebbe sicuramente la ripartenza. Pensiamo agli altri paesi, la Germania ha iniziato il lockdown con due settimane di ritardo rispetto all’Italia e questo weekend torna in campo. C’è un meccanismo europeo che sta cercando in tutti i modi di trovare le misure adatte per la ripartenza. Siamo tutti alla finestra al momento per capire se con il rientro della Serie A e con una modifica dei protocolli si possa tornare in campo.

Giovanni Corrado (Foto Pisachannel)

Ormai questo braccio di ferro è diventato un triste teatrino politico difficilmente da comprendere.

A volte anche gli esempi che ci arrivano da altre nazioni, che su certi aspetti non credo non abbiano a cuore la salute dei cittadini, possono essere di aiuto per superare certe situazioni. Siamo stati il primo paese a chiudere, mi sarei aspettato potessimo essere all’avanguardia anche per riaprire. Dare anche un messaggio di speranza alla popolazione è importante. In questa ottica lo sport ha una funzione importante da questo punto di vista.

Cosa ci puoi dire riguardo i campi di Fauglia? Com’è andata davvero con Spinelli?

Spinelli ha contattato direttamente il nostro presidente. Ci è stata proposta, credo, perché oltre ad essere in provincia di Pisa, il terreno non entrerebbe nell’eventuale transazione con il nuovo proprietario, quindi automaticamente il Pisa sarebbe l’unica società potenzialmente interessata ad un’area di quel tipo. Noi ci stiamo guardando, e guardiamo a un centro non solo dove sviluppare la società, ma per la città stessa poiché un centro ad oggi di questo genere in una città come Pisa non c’è.

Il DS Gemmi con Luca D’Angelo e Giovanni Corrado

Quella a Spinelli quindi non è una risposta negativa a priori, ma siete interessati più a realizzare questo progetto a Pisa?

Ci è stata presentata questa opzione e giustamente abbiamo risposto che potrebbe essere una zona a cui guardare, perché no? In questo momento è prematuro parlarne, ma nell’idea di questa società c’è la voglia di fare un centro sportivo. Al momento opportuno valuteremo dove realizzare questa idea.

Sappiamo comunque che vi siete guardati intorno in città, in particolare a dei terreni di proprietà di Battini e Bulgarella, ad altri centri già funzionali e da espandere, ma anche in passato al “Redini” di Cascina. Giusto?

Sì, ma il fatto che il Pisa cerchi una struttura che possa diventare non solo una casa per noi, ma per la città, è fuor di dubbio. Dobbiamo pensare che abbiamo oltre 500 ragazzini del settore giovanile e genitori che credo ambiscano ad avere una squadra della propria città che possa avere un centro, insegni i ragazzi, ne curi la prevenzione e li aiuti anche a studiare. Per le ambizioni di Pisa è un passo importante. Sarà però un passo ponderato.

Torniamo all’aspetto sociale del calcio. Necessario tornare a respirare quest’aria per non disperdere un patrimonio, per l’appunto sociale ed economico?

L’ho detto più volte, ho trovato stucchevoli certe volte anche alcune polemiche legate al calcio che possa fare addirittura un torto ad altri sport. L’aspetto sociale porta in sé un aspetto anche economico e ha un volume che muove, anche in termini di gettito fiscale per gli altri sport. Uno stop del calcio crea danno anche agli sport. Sull’aspetto sociale, credo che per le famiglie che debbano restare a casa sia molto più sano far vedere una partita in tv assieme a un bel libro.

Giovanni Corrado

A livello imprenditoriale quanto incide il danno economico registrato finora per una società di calcio, in particolare per il Pisa?

Chiaramente dipende da squadra a squadra. Per Pisa l’incidenza sul fatturato, tra lo stop delle attività alle porte chiuse, porta a stoppare tutte le attività attorno al calcio che ferma tutto il sistema. Forse fra 6 mesi la passione potrebbe non essere più la stessa in Italia, chi può dirlo? Uno stop complessivo può portare al settore danni clamorosamente alti, nell’ordine di 500 milioni di euro o anche di più per il calcio. In B le società devono ancora incassare circa un milione e mezzo, due per squadra, che vengono a mancare nel piano economico annuale. Pisa poi, senza fare torti a nessuno, ha una media spettatori alta e anche le porte chiuse generano un danno altissimo economicamente. Mettere a riparo la società è un lavoro arduo.

A livello contrattuale come sono messi i calciatori? Quali sono i contratti in scadenza? Abbiamo anche quattro prestiti come Fabbro, Vido, Varnier e Pinato. Che succederà dopo il 30 giugno? Verrà data una deroga per questi contratti?

Noi abbiamo in scadenza D’Egidio e Moscardelli. Per quanto riguarda i prestiti stiamo aspettando per definire la situazione con la federazione, per capitare cosa accade al prossimo contratto. Dobbiamo capire se viene estesa la stagione anche in funzione di quella a venire, ovvero se un calciatore quest’anno riceverà 12 mesi per giocarne 14 e l’anno prossimo 12 mesi per giocarne 10, oppure se verrà modificato il contratto della prossima stagione e il Pisa si dovrà far carico di un mese o più da questa estensione. Fino a che il mercato non viene riaperto non c’è la possibilità di inserire nelle liste i calciatori. Andrà gestita la situazione anche dalla Uefa e dalla Fifa.

Moscardelli invece vi ha dato diversi segnali di voler proseguire nelle ultime settimane…

Davide è un ragazzo in gamba e una persona a cui siamo molto legati. Prima di questo lockdown avevamo anche fatto alcuni discorsi insieme, ma poi li abbiamo dovuti interrompere perché in questo contesto era difficile riuscire a ragionare. Lui ha un grande rapporto con il mister e anche con Roberto Gemmi con cui ha condiviso un periodo ad Arezzo. Non sarà difficile trovare un punto di incontro con lui, che lo renda felice e possa venire incontro ai suoi desideri.

Come si gestisce il calciomercato? Che mercato sarà? Breve se si continua o più lungo e intenso se non si riparte? Come te lo immagini?

La domanda è interessante, ma è difficile immaginare una risposta. Di sicuro dipenderà molto da quella che sarà la ripartenza. Se il campionato finisse e dovesse arrivare a un termine le differenze rispetto all’anno prossimo sarebbero economiche, sarebbe un mercato fatto più di idee che di soldi. Tutto sarà diverso se non dovesse finire perché i danni sarebbero talmente importanti che poterli stimare e ragionare sulle evoluzioni di questa situazione sarebbe davvero difficile.

Che succederà invece con Gucher? Il rientro dall’Austria lo costringerà a fare un periodo di quarantena suppletivo.

Sì, speriamo infatti di avere una data per il rientro certa, in modo tale che possa rientrare in gruppo dopo le due settimane di autoisolamento previste.

Spezziamo la discussione parlando di te. Come hai vissuto questa quarantena?

In realtà ho lavorato molto, anche se nei ritagli ho guardato principalmente film e la nuova serie di Sky Diavoli che ritengo molto interessante. Mi ha appassionato perché al di là della qualità di sceneggiatura e degli attori, è un prodotto alto e di gran livello. Ho trovato pertinenti e non banali i riferimenti finanziari in un contesto verosimile. Non c’è stato modo di annoiarsi perché abbiamo lavorato dal primo giorno, siamo sempre stati operativo, oltre a Pisa abbiamo altre società che dobbiamo proteggere.

I medici hanno fatto fronte comune in Serie B. Sulle “responsabilità” c’è un vero e proprio tumulto. Puoi spiegare anche ai tifosi qual è il problema?

Per quanto gli atleti siano controllati, ritenere la società e i medici responsabili a un contagio di cose che non sono di loro competenza non è pensabile. Non possiamo pensare di far ripartire un sistema come il calcio chiudendo tutti in quarantena a un nuovo contagio. Vanno stabiliti parametri più “normali”. Diversamente il rischio è di fermare di nuovo tutto in positività e a quel punto sarebbe un grosso problema.

Roberto Gemmi e Giovanni Corrado

Parliamo del direttore sportivo Roberto Gemmi. È diventato un vero uomo mercato con il corteggiamento nei suoi confronti di diverse società, tra cui Genoa, Spal e Sassuolo.

Noi abbiamo un grande rapporto. In questi anni si è creata anche un’amicizia, come anche col mister. Abbiamo parlato meno di calcio in questo periodo, ma tanto di comunicati, protocolli, letture, a un certo punto parlare di questi aspetti è diventato anche stucchevole. Lui ha fatto un buon lavoro e si sa, quando c’è apprezzamento da parte di qualcuno vuol dire che è stato fatto un buon lavoro, altrimenti non ci sarebbe nessun interessamento. Io spero che si continui ad andar bene e che continuino ad esserci apprezzamenti. Mi auguro che Roberto possa un giorno andare via da Pisa per andare in realtà sempre più importanti. Noi siamo una famiglia e una squadra molto unita, abbiamo raggiunto grandi risultati e tutti qui si trovano bene, ma è anche giusto, poiché sono tutti professionisti, che nel caso di offerte importanti per la loro vita se ne discuta insieme. Potrei essere solo felice e orgoglioso per loro”.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018