Ieri sera, durante la puntata 31 di Finestra sull’Arena, è stato nostro gradito ospite telefonico il presidente del Pisa Sporting Club Giuseppe Corrado. Rivedi la puntata e rileggi le dichiarazioni di Corrado.

Presidente, il Pisa adesso inizia il suo secondo campionato di questa stagione. Come possiamo commentare queste settimane di avvicinamento? Il mister è soddisfatto? I ragazzi come stanno?

Li ho visti concentrati, vogliosi di ottenere il risultato auspicato e cercare di recuperare sia le forze fisiche che le forze nervose, perché questo secondo campionato come l’avete definito, si svolge in poco tempo e la condizione fisica e nervosa è fondamentale per ottenere il risultato.

Andrea Lisuzzo festeggia le 100 presenze in neroazzurro con la targa consegnata dal presidente Corrado (Foto Andrea Valtriani)

Una questione importante sia a breve che a lungo termine riguarda lo stadio. In giornata molti ci hanno scritto preoccupati per le limitazioni del settore ospiti. Ci potrebbero essere problemi, voi siete tranquilli? Si aspetta sorprese?

No, sorprese no perché ieri c’è stato un comunicato del Sindaco che ha precisato la decisione della questura, della prefettura e delle istituzioni che hanno previsto una deroga di 1000 posti che di partita in partita verrà rivista come esigenza, ma il limite massimo che ci è stato prospettato è questo. Perciò questo significa circa 800 posti nella curva, 100 tra gradinata e tribuna e 100 nella curva ospite. Se le tifoserie saranno più numerose purtroppo si dovranno adattare perché a Pisa si potranno avere solo 500 posti per gli ospiti.

Mannini assieme al presidente Corrado

A lungo termine per adesso invece la situazione è bloccata date le elezioni imminenti. Lei è intervenuto molto su questo tema, la necessità di avere uno stadio a norma è un’emergenza oltre che un’esigenza.

Sì, ultimamente lo sto ripetendo tanto. Credo che non dobbiamo aggiungere più niente. Una società che deve fare calcio e seguire un progetto sportivo con ambizione non può giocare in uno stadio in queste condizioni qual è l’Arena Garibaldi. Di questo fatto ci siamo resi conto ahimè immediatamente, perché essendo in deroga si correva il rischio già dallo scorso anno di non poter giocare all’Arena nel girone di ritorno causa mancanza di telecamere e illuminazione. Abbiamo provveduto e contestualmente abbiamo preso a riferimento la possibilità di trovare una soluzione per lo stadio da suggerire al Comune. Lo stadio in una città è sempre di proprietà del comune e abbiamo avviato una idea di progetto che fosse di attrattiva per il comune e che unisse l’interesse di una società di avere uno stadio per giocare a calcio e contemporaneamente di riqualificare una importante area cittadina. Noi crediamo che il nostro obiettivo potesse essere raggiunto dando anche la possibilità di avere uno stadio allineato con le esigenze di una città. Il progetto sarebbe poi stato finanziato e il comune si sarebbe trovato alla fine del percorso uno stadio di proprietà. Abbiamo messo in conto questo iter procedurale fino al via dei lavori. Oggi c’è una fase di stallo data la situazione politica, ma io credo si possa accettare di avere un pit stop, usando un gergo automobilistico. Da lì in avanti poi ci aspettiamo una situazione celere, perché uno stadio di questo genere non potrà verosimilmente essere il riferimento di una squadra, in qualunque categoria. Il nostro obiettivo è avere uno stadio per poter giocare. Se il comune vorrà valutare soluzioni diverse da proporre e più veloci lo faccia e saremo ugualmente contenti.

Il presidente di Lega Pro Gravina ha definito la sua gestione come “una gestione di stile”.

Mi fa molto piacere. Credo, nella mia vita professionale, di non aver mai mancato di rispetto a nessun concorrente. Nello sport i concorrenti sono avversari, sul mercato i concorrenti sono concorrenti, ma anche avversari perché ognuno vuole la sua fetta di mercato. Le vittorie si possono conquistare anche con stile, se il presidente Gravina ha compreso che il Pisa e la sua dirigenza ha avviato una progettualità sportiva che non tralascia l’etica, lo spirito dello sport, la trasparenza e la correttezza sono orgoglioso perché vuol dire che si può avere tutto questo anche nello sport.

Qual è la posizione del presidente Corrado sull’introduzione delle seconde squadre?

Il riflesso più importante di questa notizia sarà anche la serie B perché la tendenza è quella di avere una seconda squadra che miri alla migliore visibilità possibile. Come ho detto alla riunione di lega della scorsa settimana il mio parere lo darò nel momento in cui avremo capito quali saranno le ipotesi formulate dal commissario che ha immaginato di accelerare questo processo legato alle seconde squadre. Certo non è possibile non dare spazio a queste ultime perché le nazioni più importanti in Europa ce le hanno, ma occorre stabilire regole e meccanismi che oggi noi non conosciamo e non conoscevano né Gravina né il presidente della Lega B. Per il momento abbiamo una imposizione dall’alto e credo che la reazione immediata della Lega B e della nostra lega che ha fatto una comunicazione prendendo le distanze e chiedendo un percorso condiviso sia la scelta giusta.

Parliamo di Corrado, dal lato umano. Come arriva oggi il presidente alla fine della stagione, tra notti insonni e lavoro estenuante?

Apprezzo molto le domande che esulano dal calcio. Dopo un anno di questo genere si arriva abbastanza esausti. Si cerca di accantonare la stanchezza nervosa, perché la stanchezza fisica la provano sollevatori di pesi o chi fa lavori più duri. In questo caso c’è una stanchezza nervosa perché avere una squadra di calcio che mira ad avere certi risultati dà stress. Io la partita la vivo intensamente perché vivo così tutto il campionato. Credo che dobbiamo accantonare ogni problema, essere freddi ed essere di supporto alla squadra che è condotta dall’allenatore. Ma i giocatori cercano la serenità da tutti noi, presidente compreso. Io sto sempre vicino alla squadra, non mi sfugge mai il lavoro quotidiano dei ragazzi. Dopo tanti mesi vissuti intensamente sotto il profilo del campo, ma ancor più intensamente sotto il profilo societario, quello che ho affrontato in maniera diretta è stata un’impresa. Pochi avrebbero accettato quello che noi abbiamo fatto. Abbiamo acquisito una società che ormai era fallita e via via si sono aggiunte cose che non avevamo considerato come crediti inesistenti, debiti che non c’erano e tante altre spiacevoli sorprese. Ci ha stupito avere tante manifestazioni di affetto e amicizia che poi si sono dileguate come neve al sole o sono emersi creditori che non riscuotevano e pretendevano di riscuotere dalla nuova società o sponsor che sfumavano e promesse ricevute nel periodo dell’acquisizione e poi sparite. Tutto questo ha aggiunto negatività e peggiorato i conti. Sapevamo l’anno scorso anche di penalità in arrivo ma non avevamo pensato alla retrocessione. Insomma il prezzo lo abbiamo pagato sicuramente anche perché in C i costi e i ricavi sono diversi dalla B. Di positivo c’è stato il clima della città. La positività non dipende da qualche modo diverso di vedere o perché ognuno vuole dire la sua giustamente. Siamo stati solo delusi e stanchi da alcune situazioni generate da persone che avevano dichiarato amore per Pisa e alla fine mentivano. Nonostante questo siamo qui a iniziare i playoff, abbiamo creato valore all’interno della società, con i giovanili e i giocatori di proprietà anche in prestito. Sotto il profilo dei risultati forse avremmo potuto avere di più. Di questo ne abbiamo parlato anche con mister Petrone. Quello che penso è che la cosa che ci è mancata di più sia stata la fortuna nei momenti cruciali , per alcuni episodi. Forse ci meritavamo quella dose di fortuna che avrebbero permesso di chiudere meglio la stagione regolare, ma noi siamo confidenti in ciò che abbiamo fatto. I ragazzi sono determinati col mister e si allenano con la cattiveria e la voglia di fare qualcosa di storico e noi lo vogliamo fare. Credo che i pro e i contro della stagione alla fine si siano compensati, mi ricordo tutte le partite come se le avessimo viste ieri. Abbiamo avuto talmente tante situazioni in cui sarebbe bastato un po’ di “culo” e noi questo non lo abbiamo avuto. Pensate ad Olbia dove abbiamo avuto 7 occasioni e abbiamo perso 1-0. Non cito le partite dove abbiamo giocato male, come può essere Lucchese o Gavorrano, ma solo ed esclusivamente a quelle tre-quattro gare in cui veramente se avessimo avuto più fortuna questo ci avrebbe cambiato la stagione.

Il presidente Corrado lo scorso anno col piccolo Christian (Francesco Malasoma Pisachannel)

Secondo lei l’Arena Garibaldi, al netto della capienza, potrà essere un fattore positivo per i playoff? La squadra è pronta per soddisfare queste aspettative?

Beh, è fuori di dubbio che i giocatori siano carichi e sappiano di avere un fattore che molto probabilmente poche squadre hanno, il fattore campo. L’Arena e i tifosi sono un fattore trainante. Nel girone d’andata il Pisa ha fatto la media presenze più alta, molto più del Livorno che pure ha vinto il campionato. A stasera, sulle vendite dei 1050 biglietti della Viterbese per noi, mancano meno di 300 biglietti da vendere. Questo dimostra l’attaccamento della nostra gente. Dobbiamo approfittare di questo valore. Le partite le dobbiamo vincere salendo dalla scaletta, gli altri devono avere le gambe che tremano.

Non ritiene che le seconde squadre vadano a ledere quella che è la fede calcistica di questa piazza? Un Pisa-Juve B ci appare ad esempio ridicolo

Sono d’accordo al 100%. Prima ho detto che aspetto di capire come vogliono strutturale questo regolamento, ma la mia opinione è fortemente negativa. Preferiamo certamente giocare contro la Juve A. Io sono d’accordo con quanto detto, certamente dovremo capire meglio, ma davvero non è la seconda squadra che migliorerà il calcio italiano. Questo si migliora se le società avessero l’atteggiamento che abbiamo noi e scusate se posso non apparire modesto. Devono creare valore e talenti come fanno Udinese, Atalanta o Empoli e questa è la funzione dei campionati professionistici. Il calcio italiano non vince con le squadre B, ma ci vogliono le giuste regole proprio per questo.

In settimana ha parlato di preferire di evitare una squadra del settore meridionale. Il sorteggio l’ha soddisfatta?

No, ieri abbiamo contattato 18 alberghi e non abbiamo trovato posto. Dovremo andare a dormire a circa un’ora di distanza perché dovremo fare 50 minuti di bus per arrivare allo stadio dall’albergo. Ci è capitata una trasferta forse anche più complessa di Cosenza o Castellamare di Stabia. Abbiamo trovato gli alberghi intasati e questa è una cosa a cui la lega deve pensare tenendo conto di queste situazioni. Anche Viterbo si sta manifestando molto difficile. Probabilmente andremo in un albergo situato tra Terni e Viterbo.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018