Come gruppi della Curva Nord “Maurizio Alberti” comunichiamo la decisione, sofferta ma ovvia, di non entrare allo stadio in occasione del derby farsa di domenica 26 novembre. Naturalmente se nei prossimi giorni saranno confermate le decisioni di non ampliare la capienza della Curva Nord e del settore ospiti, e continuerà ad essere ignorata la voce di coloro che del derby dovrebbero essere reali protagonisti oltre che spettatori: i tifosi. Invitiamo fortemente tutta la restante parte della tifoseria e del pubblico a seguire la nostra scelta, ma chi deciderà di accedere all’impianto sarà in ogni caso libero di farlo senza impedimenti o biasimo. Soltanto, crediamo che tra la passione viscerale per una squadra e una città, con tutto ciò che vi ruota attorno, e il farsi andar bene tutto pur di guardarsi una partita di calcio, ci sia un limite. E il limite è stato abbondantemente superato.

NON ENTRIAMO perché il derby è derby se le persone possono vederlo. E’ la partita che coinvolge una città, quella in cui si affiancano i fedelissimi e i tifosi di un giorno, quella per cui chi abita lontano da Pisa rientra, chi lavora prende le ferie, chi è già sicuro del biglietto ne cerca altri per gli amici. Quella che attira i pisani e non solo i tifosi della squadra di calcio. Invece, tra restrizioni e divieti, la prevendita per la Curva Nord non aprirebbe nemmeno, con una privilegiata minoranza, tra cui noi dei gruppi, già sicura di entrare allo stadio, e una moltitudine di gente privata anche della chance di provarci. In altre gare, anche importanti, può essere giusto che chi è più costante, e appassionato, chi si sacrifica, abbia più possibilità di altri nel vedere la partita; nel derby no, perché non è una partita normale, è una sfida sportiva, culturale, emotiva, tra due città, che va oltre a classifica e risultato, e in questo modo, con la Nord mutilata e serrata, una parte considerevole della città viene esclusa da questo evento, non può essere coinvolta né partecipare.

NON ENTRIAMO perché il derby è derby se c’è un confronto. Non solo sul campo. Sul campo si affrontano undici giocatori per parte, e ciascuna squadra prova a regalare una soddisfazione al proprio pubblico e a portare punti alla classifica del girone A di Lega Pro. Ma si sa tutti benissimo che…non è quello. Il derby è tra pisani e livornesi. Non contano solo le categorie, i precedenti, le statistiche, chi gioca di qui, di là, gli infortunati…conta superare i rivali. Sul campo, sicuramente, ma anche nel botta e risposta con gli striscioni, nella frequenza e potenza dei cori, nell’originalità, conta esultargli davanti se segniamo, ripartire subito col tifo se il goal lo segnano loro. Ma loro ci devono essere. Ci devono poter essere. Altrimenti non ha senso.

NON ENTRIAMO perchè non vogliamo essere coinvolti nel caos che il derby a porte non chiuse ma semi-aperte creerebbe nella zona di accesso alla Curva. Anzi, il nostro restare fuori, invitando tutti i tifosi a fare altrettanto, probabilmente sarà la soluzione che eviterà gran parte della confusione, una situazione di rischio, una “guerra” tra possessori di biglietto, possessori di tagliandi per altri settori e persone con niente in mano ma ugualmente desiderose di poter prendere parte all’evento. Non ci prestiamo a questo gioco al massacro, in cui noi dei gruppi non rivestiremmo la parte dei salvatori se tutto filasse liscio, ma saremmo trattati, come altre volte, da delinquenti, nel caso qualcuno si facesse male. Gli esempi si sprecano, con persone diffidate per aver cercato di gestire “casini” creati di chi avrebbe dovuto evitarli. Chi prende decisioni scellerate se ne assuma anche in toto la responsabilità. E vada a gestire porticine di ferro, tornelli inceppati, e la calca.

NON ENTRIAMO perché sono anni che denunciamo la situazione dello stadio e crediamo che in tutto questo tempo sarebbe stato possibile almeno un piccolo intervento per ripristinare una capienza degna, meno discorsi e molti più fatti, da parte di tutti. Entrando, cantando, presentando una coreografia, normalizzeremmo una situazione che di normale non ha proprio nulla. La città di Pisa non ha uno stadio degno. Non è in grado di ospitare un derby. Non è in grado di far entrare mille tifosi ospiti. E tutti lo devono vedere, e sapere. Perché dalla vergogna di domenica 26 novembre venga fuori un’attenzione costante e un maggior impegno di tutti.

NON ENTRIAMO, e invitiamo chi non sarà d’accordo a rispettare comunque questa decisione come una scelta logica e coerente. E sofferta, anche se in definitiva non rinunciamo al derby, rinunciamo a seguire una gara di alta classifica in Lega Pro. Il derby non ci sarebbe stato comunque, spogliato di ogni attrattiva e umiliato da burocrazia, supponenza, codardia e cialtroneria. Saremo comunque vicini alla squadra e ai ragazzi, sempre, a modo nostro, a partire dalla trasferta di Piacenza e per tutto il cammino di questa stagione.

Invitiamo le persone senza biglietto, e che non avranno modo di procurarselo, a non rimanere a casa ma ad unirsi a noi, che il biglietto lo avremmo anche, ritrovandosi sotto la Nord per seguire tutti insieme la partita. E a presentarsi in motorino, nel caso si decida di dar vita ad ulteriori iniziative di protesta.

 

I gruppi della Curva Nord Maurizio Alberti.

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