A Marina di Cecina l’ex calciatore nerazzurro dell’epoca Anconetani Paolo Giovannelli, all’evento della presentazione del libro “Un Magico Sogno chiamato Pisa” ha raccontato le sue due promozioni e analizzato quella di oggi. “Inzaghi? Forse ha fatto le sue valutazioni, ma bisogna conoscere i fatti per giudicare”.
“Per fare un campionato di vertice serve prima di tutto una società”. Paolo Giovannelli, intervistato durante l’evento di Overtime a Marina di Cecina, alla presentazione del libro “Un magico sogno chiamato Pisa” parte da qui. Con il suo tono pacato ma fermo, l’ex nerazzurro ha ripercorso passato e presente del Pisa, confrontando le due promozioni vissute da calciatore con quella ottenuta quest’anno.
“Ne avevo parlato già a inizio stagione. Ho fatto un paio di collegamenti televisivi con colleghi pisani e la sensazione era chiara: era una squadra pronta, attrezzata. Ma soprattutto c’era una società organizzata. Questo, nel calcio, fa la differenza” – ha dichiarato Giovannelli. Il paragone con la sua esperienza è inevitabile. “Nel campionato ‘84-85 avevamo una squadra fortissima. Pellegrini, Kieft, Baldieri, Caneo… era una corazzata costruita per vincere e abbiamo vinto. Due punti a vittoria, ma dominammo” Ma non sempre basta la forza: “Quell’anno c’erano grandi aspettative, ma non è un problema se sai gestirle. Dipende da tutto l’ambiente, da come viene educata la piazza. Noi sapevamo di essere i più forti e abbiamo fatto quello che dovevamo fare”
Diversa la promozione del 1987, in un’annata complicata. “Eravamo retrocessi, andammo in ritiro quasi con aria di smobilitazione. Poi arrivò la notizia del ripescaggio. Romeo organizzò un brindisi, fu una festa. Ma a novembre dovemmo rifare la squadra per il 60%. Non fu semplice”. E lì, secondo Giovannelli, accadde qualcosa di straordinario: “Simoni fu bravo, ma il vero miracolo fu la gestione di Anconetani. Dopo la sconfitta assurda a Cagliari, dove tutti piangevamo, entrò negli spogliatoi e capì il momento. Non alzò la voce, ci diede fiducia. E poi vincemmo 3-0 con la Lazio”.
Tornando al presente, c’è spazio anche per un commento sull’addio di Inzaghi: “Forse ha fatto le sue valutazioni. A Pisa, se non alzi il livello, è un campionato duro, con il rischio concreto di retrocedere. Magari ha pensato che a Palermo ha più possibilità di vincere di nuovo. Non lo so. Ma ognuno fa le sue scelte, e bisogna conoscere bene i fatti prima di giudicare”