Sembrava fatta da due mesi, ma manca ancora il closing per la cessione dell’Udinese. Mancherebbero 30 milioni per la cessione a Guggenheim Partners, un gruppo americano. Con Knaster e la promozione del Pisa per ora restano otto i club americani in A. Solo otto sono le proprietà italiane su venti club.
IL RITORNO DEL PISA IN SERIE A, COME E’ CAMBIATO IL CALCIO ITALIANO – Il Pisa è tornato in Serie A dopo 34 anni e trova un campionato irriconoscibile rispetto al 1990-91, quando tutte le società erano italiane. Oggi le cose sono cambiate: undici club su venti sono a controllo estero, di cui otto a capitale statunitense. I club a guida italiana sono ormai minoranza. Un cambio radicale che investe tutto il sistema, dalla governance ai modelli di gestione.
LA CESSIONE DELL’UDINESE – Sembrava imminente la cessione dell’Udinese a Guggenheim Partners, un’altra realtà che vuole proiettarsi nella sfera della finanza mondiale. Se l’affare andrà in porto sarà comunque la nona, su 20 squadre di Serie A, con dollari in arrivo dagli Stati Uniti, per il momento però la situazione si è arenata, sembra per 30 milioni di euro. Contestualmente, l’uscita di scena dei Pozzo certificherebbe la fine di un’epoca, quella delle proprietà familiari, e tronca un pezzo di storia del nostro calcio, iniziato da Giampaolo Pozzo una vita fa, nel 1986, e proseguito con il figlio Gino.
I CLUB E LA NUOVA SITUAZIONE – I club italiani restano ancora 8-9 in totale. Il calcio italiano vive quindi una trasformazione profonda: sul piano sportivo, gestionale e politico. La Figc, ad esempio, non può esercitare controlli diretti sui fondi esteri. Si va sulla fiducia. In campo, quasi il 70% dei giocatori è straniero. E con una Nazionale in difficoltà e una Lega che litiga sui diritti tv, l’obiettivo minimo diventa uno solo: qualificarsi al Mondiale 2026. Per il Pisa, che torna nella massima serie con ambizione, il primo ostacolo sarà proprio capire come restare competitivo in un calcio che ha cambiato pelle.
Ecco, squadra per squadra, qual è la situazione.
PISA – Il patron è Alexander Knaster, socio di maggioranza col 75%. Il restante 25% resta nelle mani della famiglia Corrado. Il ritorno in A è il primo risultato concreto del progetto americano.
INTER – Controllata dal fondo statunitense Oaktree, che ha preso il posto di Suning a maggio 2024 dopo il mancato rimborso del prestito.
MILAN – In mano al fondo RedBird di Gerry Cardinale. Elliott, il fondo precedente, resta azionista di minoranza.
ROMA – Appartiene alla famiglia Friedkin dal 2020. Proprietà americana con base in Texas.
FIORENTINA – Proprietario è Rocco Commisso, imprenditore italoamericano. Acquistò il club nel 2019.
PARMA – Di proprietà dell’imprenditore americano Kyle Krause, attivo nella distribuzione di vini e carburanti.
HELLAS VERONA – Ceduto da Maurizio Setti al fondo americano Presidio, nuova entrata nel panorama A.
ATALANTA – L’americano Stephen Pagliuca detiene il controllo attraverso il fondo Bain Capital, anche se la gestione resta in mano alla famiglia Percassi.
BOLOGNA – Proprietà canadese: Joey Saputo è presidente e proprietario dal 2014. Ha appena vinto la Coppa Italia.
GENOA – Era del fondo 777 Partners, di base a Miami, che ha ceduto il 77% delle quote all’imprenditore romeno Dan Sucu.
COMO – Appartiene alla famiglia indonesiana Hartono, una delle più ricche del Sudest asiatico, il cui patrimonio è stimato in oltre 40 miliardi di dollari, è la società più ricca del campionato italiano.
UDINESE – Si attende il closing a Guggenheim Partners, ma per ora la trattativa si è arenata. Il modello sarebbe simile a quello dell’Atalanta: Pozzo dovrebbe mantenere una quota di minoranza e la gestione sportiva. Per ora resta proprietà italiana
JUVENTUS – Controllata da Exor, la holding della famiglia Agnelli, oggi presieduta da John Elkann.
NAPOLI – Di proprietà di Aurelio De Laurentiis dal 2004.
TORINO – In mano a Urbano Cairo dal 2005.
LAZIO – Claudio Lotito resta saldamente al comando.
SASSUOLO – Resta di proprietà della Mapei, azienda della famiglia Squinzi.
LECCE – Il presidente è Saverio Sticchi Damiani.
CAGLIARI – In mano a Tommaso Giulini dal 2014.
CREMONESE – Giovanni Arvedi è il proprietario e patron storico.