La vittoria di Coppa a Cesena ha regalato entusiasmo nel gruppo, ma anche spunti di riflessione. Il Pisa di Gilardino è all’inizio di un percorso nuovo, diverso da quello tracciato da Inzaghi, e le prime uscite hanno mostrato sia segnali incoraggianti che difficoltà evidenti. Tra adattamento della rosa, necessità di rinforzi e il peso delle aspettative, emergono due domande chiave: quanto questa squadra è pronta a interpretare davvero la filosofia del suo nuovo allenatore? E cosa manca ancora per completare la rosa?
LA FILOSOFIA DI GILARDINO A CONFRONTO CON INZAGHI – Contro il Cesena è arrivata la vittoria, ma non senza qualche riflessione da fare. Sul piano del gioco infatti il Pisa ha sofferto molto i bianconeri, subendo anche per larghi tratti del match. Sotto la lente di ingrandimento l’adattabilità della rosa non solo alla Serie A, ma anche al gioco di Gilardino. Il gioco del neotecnico infatti è diverso da quello di Inzaghi. E ieri anche lo stesso allenatore ha ammesso le difficoltà in tal senso: “Abbiamo sofferto prevalentemente a causa della ripartenza dal basso: abbiamo perso troppi palloni in quei frangenti. Ma l’impegno dei ragazzi, la corsa, l’atteggiamento ho visto un segnale forte”. Bisogna capire quanto l’organico attuale sia davvero adatto a interpretare un’idea di calcio differente. Con Inzaghi la squadra aveva trovato una strada precisa, con Gilardino si riparte con un approccio nuovo, più vicino a certi principi visti con Aquilani che non al pragmatismo di Inzaghi.
LA DOMANDA SUL PIANO DEL GIOCO – Cambiare l’allenatore senza modificare in profondità la rosa offre, come detto anche ieri sera dopo il match, qui sulle pagine di Sestaporta, un’ibridazione che può diventare un’occasione di crescita, ma che per il momento ha ancora le scorie della preparazione estiva sulle spalle. Bisogna vedere se un gruppo già rodato riesce a fare un passo ulteriore adattandosi a un calcio più vario e meno verticale. A volte serve tempo, altre volte servono aggiustamenti sul mercato. La partita di Coppa può essere stata già un banco di prova: non risolve i dubbi, ma ci permette di farci ancora qualche domanda sul mercato. Non a caso infatti anche Gilardino è intervenuto su questo tema.
IL MONITO DI GILARDINO – “La società sa di quello che possiamo inserire e di quello che potrebbe esserci utile. C’è massimo confronto quotidiano sia col direttore che con Giovanni Corrado – ha detto ieri Gilardino, tracciando la linea da seguire – Chi viene a Pisa deve avere quel desiderio, quella ambizione di mettersi in gioco, di avere fame e la giusta mentalità. Sarà una stagione in cui bisognerà battagliare e combattere per mantenere la categoria. Questo deve essere da esempio e anche a livello motivazionale un aspetto importante. All’interno del gruppo della scorsa stagione c’è la volontà di inserire qualche giocatore che ci può dare una mano. Questa squadra richiede degli interpreti da inserire per poter aumentare la qualità a livello numerico. Abbiamo una squadra con tantissimi ragazzi che si affacciano per la prima volta in Serie A. Possiamo parlare di scommesse: questo è bello per me”. L’allenatore ha dunque parlato di interpreti da inserire all’interno del gruppo per aumentare la qualità a livello numerico. Un monito per chiudere un organico ancora incompleto al momento.
COSA MANCA – E’ evidente che, al momento, mancano alcuni interpreti per completare la rosa. Alla difesa del Pisa mancano giocatori capaci di impostare ad alti livelli con i piedi, per adattarsi al gioco di Gilardino. A parte Canestrelli e, forse Calabresi, al quale però mancano certe caratteristiche difensive da braccetto di destra per la Serie A, serve almeno un forte difensore tra i piedi che poteva essere Troilo, ma Bonfanti non può essere l’alternativa naturale. A centrocampo non ci si può reggere sui soli Marin e Aebischer, con Akinsanmiro e Piccinini in seconda battuta, a maggior ragione dopo l’infortunio di Vural, mentre sugli esterni manca almeno un’altra alternativa che possa dare il cambio a Touré e Angori e non può essere il solo Leris. Anche in avanti sembra mancare qualcosa, ma la società spera nell’esplosione di Lind e Meister.
L’IMPATTO DI CUADRADO E NZOLA – L’impatto di Nzola e Cuadrado ci ha fatto capire che il Pisa, con giocatori di livello, può essere un’altra squadra, tanto che anche il gruppo in essere può migliorare e beneficiare del livello che si alza con l’inserimento di interpreti di alta qualità. Negli ultimi 20 minuti infatti è bastato l’ingresso di questi due calciatori e di un ottimo Leris per cambiare la carte in tavola e l’inerzia della partita. Non possono essere però solo loro gli interpreti giusti, sia perché Cuadrado non può reggere 38 partite da titolare, sia perché il livello generale dev’essere più alto, ma indubbiamente il loro esordio è da applausi. Ed era quello che ci voleva.
LA CATTIVA GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE SULL’INFORTUNIO DI VURAL – Per chiudere occorre però una tiratina d’orecchi alla società sul caso Vural e, in questo caso, una mancata trasparenza. Scoprire solo dopo oltre un mese dall’inizio della preparazione che il calciatore ha un “problema al tendine rotuleo” non è certamente qualcosa di positivo, ma non lo è ancor di più specialmente se la stessa società ha fatto trasparire per settimane che il giocatore aveva un non ben precisato “problema muscolare” da risolvere, cosa in realtà non vera. “Sta facendo un percorso per questo problema al tendine rotuleo, è in fase di riabilitazione e ha cominciato a correre. Però al momento non si è ancora allenato con la squadra. Non sono un dottore, ma la sostanza è che per ora è un giocatore su cui non posso contare”, ha dichiarato in merito Gilardino a fine partita. Se non fosse per le domande della stampa locale al tecnico nel post partita, che ha voluto essere trasparente, si sarebbe saputo il problema reale del giocatore? E se sì, quando? Anche in questo è necessario alzare l’asticella per salire di livello con la Serie A. Dopo l’ottima gestione della comunicazione sugli infortunati negli ultimi due anni, per la quale è stato fatto un buon lavoro da parte del Pisa con la stampa, perciò non bisogna fare passi indietro da questo punto di vista.