Alla pochi giorni da Napoli-Pisa, gara che segna una tappa importante per i nerazzurri sul palcoscenico del “Maradona”, abbiamo avuto il piacere di ospitare a Finestra sull’Arena Beppe Incocciati. In diretta un ascoltatore ha condiviso con noi anche un aneddoto incredibile, di quando un gol di Incocciati salvò la vita di un tifoso, al quale per sbaglio arrivò il fuoco di un colpo di pistola.
Ex attaccante che ha vestito entrambe le maglie, quella del Napoli accanto a Maradona e quella del Pisa protagonista in Serie A all’inizio degli anni ’90, Incocciati ha condiviso con noi riflessioni sul presente e ricordi di una carriera che lo lega ancora fortemente ai colori nerazzurri.
Cominciamo da dopo il calcio. Lei ha avuto una lunga carriera prima come giocatore, poi come allenatore e oggi fa il politico, una persona che potremmo dire instancabile, no?
“Beh sì, intanto vi saluto con grande affetto perché sapere di rientrare in un ambiente che ho amato molto, anche solo al telefono, è per me un enorme piacere. Sentire il vostro dialetto, che per me è stato famigliare per diversi anni importanti, è sempre un grandissimo piacere. Io non ho fatto altro che assecondare un po’ quelli che sono stati i risvolti della mia vita. Oggi mi occupo di tutt’altre cose, ma lo faccio con passione e con rispetto. Ritengo che l’impegno sia sempre prioritario in tutto ciò che si fa”.
Arriviamo a Napoli-Pisa. Come la inquadra questa partita?
“Chiaramente non è una partita semplice per il Pisa, non solo perché gioca al Maradona. Lo spessore sulla carta è diverso, non scopro l’acqua calda. Il Napoli lo stiamo vedendo anche in Champions, nonostante l’espulsione di Lorenzo, resta una squadra di caratura internazionale. Per il Pisa dovrebbe succedere che il Napoli non sia al massimo della forma, magari un po’ scarico mentalmente, e allora i nerazzurri potrebbero approfittarne. Ma è difficile, l’organico del Napoli anche non al 100% resta superiore”.

Si è ritrovato protagonista anche nell’ultima promozione in Serie A prima di questa.
“È un grande risultato rivedere il Pisa in Serie A. Anch’io sono stato partecipe a riportarlo nella massima categoria diversi anni fa, l’ultima volta dove c’ero anch’io nel 1989-90, furono grandi emozioni”.
Il Napoli può rivincere lo Scudetto?
“Il Napoli ha fatto una campagna acquisti che ha alzato il livello già importante dello scorso anno. Oggi è la squadra più forte di tutte anche sotto l’aspetto organizzativo. Ha un allenatore navigato che riesce a trasmettere il proprio credo con convinzione, che migliora gli elementi a disposizione. Poi sono arrivati giocatori di caratura come De Bruyne. A differenza dell’Inter, che pure ha un grande organico, io vedo che Chivu non sia riuscito a essere determinante come lo è Conte per il Napoli”.
Quale partita rigiocherebbe con il Pisa?
“Rigiocherei Pisa-Avellino del febbraio 1990. Vincemmo 2-1, segnai una doppietta e il giorno dopo mi sposai a San Piero a Grado. È un ricordo bellissimo, legato a un momento importante della mia vita”.
Quanto ha significato per lei giocare con Maradona?
“Sappiamo tutto di lui. Io lo chiamavo uno degli dèi sceso dall’Olimpo e venuto nel nostro calcio. È stato un mio compagno insieme a Careca: avevamo un attacco io, lui e Careca. Immaginate le emozioni quando avevi la palla e alzavi la testa e li vedevi vicino a te. Ho iniziato con Pelé, perché facemmo una tournée con il Milan e incontrammo il Cosmos. Rimpiango il fatto che all’epoca non ci fossero i telefonini, non sono riuscito ad immortalarlo con una foto. In quella squadra c’erano Pelè, Chinaglia, Carlos Alberto e tanti altri campioni, ero lì a guardarli a bocca aperta, erano personaggi grandissimi. Poi ho chiuso con Maradona. Ho vissuto Cruyff, Zico, grandi campioni: quegli anni sono stati irripetibili”.
Che differenze vede tra la Serie A di allora e quella di oggi?
“Il calcio moderno è migliorato sotto l’aspetto economico, i calciatori guadagnano molto. Ma qualitativamente il livello si è abbassato. Prima arrivavi in Serie A perché eri bravo tecnicamente, oggi si punta molto sull’atletismo. Io credo che bisogna tornare a valorizzare l’aspetto tecnico individuale nei settori giovanili. Il gesto tecnico va insegnato sul campo, non sui libri. Un allenatore deve saperlo mostrare ai ragazzi. Solo così si creano giocatori che restano nella memoria”.
Che consiglio darebbe al Pisa per affrontare il Napoli?
“La partita è dura, ma il Pisa ha una società solida, con struttura e organizzazione. Servirà capire come gestire le risorse e puntare sui giovani affiancati da giocatori esperti come Cuadrado o Albiol. Io prego per la salvezza del Pisa, che può arrivare se la squadra crede nelle proprie possibilità e se Gilardino sarà bravo a tirare fuori il meglio da ognuno. L’ambiente è sano, questo è fondamentale”.
C’è un episodio curioso che la riguarda, perché un gol di Incocciati salvò la vita di una persona. Il Pisa perdeva 1-0 a Brescia, poi vinse 4-1 con doppietta di Piovanelli e gol di Incocciati. A Riglione ad un ragazzino partì un colpo da una pistola lasciata incustodita dai genitori, il colpo finì casualmente nella casa vicina in direzione della testa del proprietario, ma in quel preciso istante Incocciati segnò il gol del pareggio e l’uomo esultò alzando le braccia, la pallottola finì sul braccio invece che sulla testa.
“Non sapevo nulla, mi emoziona ascoltarlo. Se me lo girate lo conserverò tra i miei ricordi. È una cosa bella davvero, sono senza parole”.