Estate 2016, il Pisa rischia di fallire, Gattuso si è dimesso, la squadra è senza allenatore, senza soldi e non si sa se inizierà il campionato di Serie B. Autunno 2025. Il Pisa è in Serie A, in zona salvezza, con una società solida. E i tifosi sono sempre lì. E’ difficile non vedere, in quello che succederà oggi, una sorta di cerchio che si chiude. Nello stesso posto dove otto anni fa giocatori e tifosi si appoggiavano per combattere una società sull’orlo del fallimento, oggi i supporter si ritrovano per spingere una squadra che gioca in Serie A con grandi prospettive. Non dimentichiamolo e godiamoci ancora una volta il viaggio.
LA VOCE DEI TIFOSI – La trasferta di Reggio Emilia non avrà il settore ospiti aperto, lo sappiamo, mentre pende il ricorso al Tar per la sospensiva di un provvedimento senza senso. Non per questo sarà una partita “senza tifosi”. Anche stavolta le restrizioni impediranno ai residenti della provincia di Pisa di seguire la squadra fuori casa, lasciando un silenzio forzato sugli spalti. Ma il tifo nerazzurro non si arrende. Anzi, rilancia. La Curva Nord Maurizio Alberti ha chiamato tutti a raccolta: appuntamento a San Piero a Grado, oggi pomeriggio alle 16.30, per salutare la squadra prima della partenza verso il Mapei Stadium. E’ importante esserci.
RICORDIAMOCI DA DOVE SIAMO PARTITI – Oggi c’è una squadra che lotta per salvarsi nella massima categoria. I ricordi della lotta per la sopravvivenza sono qualcosa di distante, non più tangibile, solo un pallido riflesso. Siamo fortunati. Una squadra, ma anche una società, che ha un’identità, una città dietro, un percorso che ha riportato Pisa nel calcio che conta. Tanta acqua è passata sotto i ponti. Sono cambiati dirigenti, allenatori, categorie, prospettive. È cambiato tutto, tranne una cosa: l’amore. Quello è rimasto esattamente lo stesso, forse persino più forte. E così oggi, quando il pullman uscirà dal piazzale di San Piero a Grado, i giocatori porteranno con sé qualcosa che nessun divieto può fermare. La voce, gli occhi, le mani, la presenza di un popolo che non ha mai smesso di camminare accanto alla squadra. Ecco perché ho scelto come foto di copertina questo scatto che mostra l’inaugurazione del centro sportivo di San Piero a Grado in cui compaiono Gattuso, Lucchesi e la dirigenza Petroni con Taverniti. La quiete prima della tempesta. Un momento cristallizzato nel tempo.
LASCIAMO PERDERE LE SCARAMANZIE – Questo appuntamento a San Piero è solo l’ennesimo segno di una relazione profonda che lega la squadra ai suoi tifosi. E qui si intreccia una riflessione che vale la pena ricordare. Qualcuno, quando la squadra viene salutata prima delle partite, parla di “portare sfortuna”, perché spesso la vittoria non è arrivata. Era successo anche in occasione della trasferta di La Spezia lo scorso anno, quando tanti tifosi si erano presentati per incoraggiare il Pisa prima della partenza. Poi il Pisa aveva perso e la solita voce da bar aveva iniziato a ripetere la storia della scaramanzia. Ma il calcio, e soprattutto la vita di un club, non si spiegano con la superstizione. Sono cose che non stanno né in cielo né in terra. Sentire il calore del pubblico non porta né fortuna né sfortuna. Porta solo sostegno. È un momento di comunione, di presenza, di appartenenza. Il risultato lo decidono i giocatori, gli episodi, la tattica, la giornata. Non certo chi saluta la squadra al pullman. Godiamoci ancora una volta il viaggio. Il gesto di oggi sarà simbolico, quasi storico. Perché proprio qui, in questo stesso posto, nell’estate del 2016, come abbiamo ricordato la gente veniva a sostenere una squadra che rischiava di sparire ma risparmiava anche i soldi per lo psicologo in una situazione del tutto grottesca. C’era paura, c’era incertezza, c’era la sensazione di essere vicini al baratro. I tifosi erano lì per dire “ci siamo”. Non dimentichiamolo.



