In due partite il Pisa ha visto svanire tutto nel modo più banale: una rimessa laterale. A Reggio Emilia il sogno di portare a casa la vittoria è stato spezzato al 96’ dal gol di Thorstvedt del Sassuolo, nato da una semplice rimessa sulla trequarti. Contro l’Inter, anche se i milanesi hanno dalla sua il colpo del campione, la storia si è ripetuta con Lautaro. Il lato positivo è che questi errori sono riconoscibili e quindi allenabili.

Parliamo di cura dei particolari. Perché il Pisa, contro avversari più forti, sta reggendo dal punto di vista del gioco, della corsa, dell’intensità. Ma quando la palla esce lateralmente e ci sono pochi secondi per piazzarsi, la concentrazione cala di un clic. E in Serie A quel clic lo paghi.

Nel finale di Sassuolo-Pisa la squadra era stanca, lunga, ma ancora in piedi. La rimessa che porta al 2-2 nasce da una gestione superficiale della situazione: marcature molli, linea che non sale, troppa libertà concessa al cross di Volpato e al sinistro di Thorstvedt All’Arena, con l’Inter, il copione cambia poco. Rimessa sbagliata, da un errore difensivo di Caracciolo in marcatura Lautaro riceve palla da Esposito, bruciando di sinistro Canestrelli, trafiggendo Scuffet. Due azioni diverse, stesso risultato: un dettaglio laterale cancella il lavoro di un’intera partita. Serve lucidità massima anche in queste situazioni: rimesse, seconde palle, ribattute. Sono momenti in cui l’avversario non ha niente da perdere e può trovarti scoperto, mentre tu pensi di essere al sicuro perché il gioco è fermo. In realtà è proprio lì che si vedono le squadre mature.

Il Pisa, oggi, è una squadra che ha fatto tanti passi avanti sul piano dell’identità. Ha un blocco compatto, sa come stare in campo contro qualsiasi avversario, crea le sue occasioni anche con le big. Ma questi due gol incassati dicono che il margine di crescita è ancora legato alla “pulizia” mentale nei momenti chiave. Un fallo laterale non può diventare un rischio. C’è un aspetto mentale: restare connessi fino all’ultimo, anche al 95’, anche dopo uno sforzo enorme.

E qui torna il discorso sui “mattoncini”. Il Pisa sta costruendo il suo campionato un passo alla volta, prestazione dopo prestazione. Le partite con Sassuolo e Inter, al netto dell’amarezza, mostrano che la base c’è. La squadra non viene travolta, anzi spesso comanda pezzi di gara contro rivali di valore. Il lato positivo è che questi errori sono riconoscibili e quindi allenabili. Non parliamo di limiti strutturali insuperabili, ma di comportamenti da correggere, finché quei momenti non diventeranno un punto di forza invece che una condanna.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Ex collaboratore de "La Nazione" di Pisa fino a marzo 2025. Scrivo anche per Qui News Pisa e collaboro con Punto Radio.