Adesso però non è più tempo di conti o di rimpianti. Il mercato arriverà, si continuerà a cercare quel centravanti d’area che oggi manca a mezza Serie A, non solo a Pisa. Ma Lecce-Pisa viene prima di tutto questo. È uno scontro diretto, quasi uno spareggio di Dicembre: salentini a 13, nerazzurri a 10. Sono di fronte due dei peggiori attacchi del campionato, dieci gol a testa.
Dentro questo scenario cambiano anche le gerarchie. Senza Nzola, squalificato, il Pisa si affida a Meister. Non più solo a lavorare per la squadra, ma a incidere davvero. È lui il giocatore chiamato a trasformare il possesso in pericolo, a ricevere tra le linee, a farsi vedere in area. Accanto avrà gente pronta a dargli una mano: Moreo per fare a sportellate, Vural e Akinsanmiro per buttarsi dentro, Leris e Touré per spingere sulle fasce. È il tentativo di accendere una trequarti che fin qui è stata troppo spesso un reparto fantasma, anche e soprattutto per via di infortuni (vedi alla voce Stengs) o giocatori che, finora, non si sono abituati alla categoria (come Lorran o Tramoni).
In difesa, invece, il Pisa si affida alla solidità del suo blocco e all’esperienza di Arturo Calabresi, grande ex della serata. Lui il Via del Mare lo conosce bene ed è il grande favorito per partire da titolare. Sa cosa vuol dire soffrire lì dentro, sa anche che tipo di atmosfera si alzerà dagli spalti e, forse, una piccola rivincita per chi non lo ha voluto in Serie A, se la vuole prendere. La sua lettura, insieme a quella di Caracciolo e Canestrelli, sarà fondamentale per reggere l’urto dei giallorossi e permettere alla squadra di restare sempre dentro la partita.
Resta il tema più grande: la trasferta quasi tabù. In venti precedenti ufficiali in Salento il Pisa ha vinto una sola volta, il 3-0 del 2020 in Serie B. Per il resto dodici sconfitte e sette pareggi. Qui di solito si soffre, spesso si cade. Ed è proprio questo che rende la sfida di venerdì ancora più affascinante. Andare contro la storia, contro la logica di un campionato che ti vede in difficoltà, contro i limiti che tutti ti rinfacciano.
Bellissima la notizia di ieri, il ritorno dei tifosi in trasferta, mi sia consentita perciò un’ultima riflessione. Prendiamolo come un segnale, non è più il tempo di dividersi o di far pesare solo le critiche. La sfortuna c’è stata, gli errori pure, ma adesso serve equilibrio. A Lecce questa squadra ha bisogno di sentirsi addosso fiducia, non processi. È una partita che va vinta, o almeno giocata come se fosse una finale, tutti dalla stessa parte: chi va in Salento, chi resta all’Arena, chi soffrirà davanti alla tv. Se il Pisa riuscirà a fare blocco, in campo e fuori, il Via del Mare può diventare davvero l’inizio di una risalita.