Ora serve davvero il talento del corso. Senza Nzola fino a Gennaio, Gilardino deve ritrovare soluzioni e peso davanti.
Con Nzola fuori fino a Gennaio per la Coppa d’Africa, il Pisa perde minuti, gol e presenza in area. E allora il discorso si sposta su chi può accendere la manovra quando il gioco si spegne. In questo momento quindi Matteo Tramoni è una necessità.

Nelle ultime sei partite una sola da titolare, quella col Sassuolo. Per il resto spezzoni, spesso troppo corti per pretendere che faccia miracoli. A Lecce è entrato nell’ultima mezz’ora e la squadra ha respirato. Col Parma appena 6 minuti, con l’Inter 19, con la Cremonese 23, però bastati per un assist. Troppo poco per un giocatore che, quando ha spazio, dà almeno un’idea di superiorità, un’accelerazione, una giocata che sposta l’inerzia.
Anche nelle serate vuote, Tramoni è uno dei pochi che può cambiare ritmo da solo. Due strappi, una conduzione, un uno contro uno: magari non sempre pulito, magari non sempre continuo, ma oggi al Pisa questa caratteristica manca. Bisogna lavorare sodo per presentare una squadra più propositiva. E qui Tramoni diventa centrale. Non ci si può permettere di perderlo così, lasciandolo ai margini, proprio mentre l’attacco perde un pezzo e la classifica non aspetta. Tramoni infine va messo nelle condizioni giuste, dove gioca meglio, e non usato come tappabuchi. Perché se serve qualità tra le linee e un minimo di imprevedibilità, non si può inserire all’84’ come accaduto col Parma, va costruita prima



