In occasione della Giornata della Libertà, che si celebra ogni anno il 9 novembre per ricordare la caduta del Muro di Berlino (1989) e la fine dei regimi comunisti nell’Europa dell’Est, il Comune di Pisa promuove un incontro dedicato alla memoria e alla riflessione storica. Giovedì 6 novembre alle ore 17, presso la Biblioteca Comunale SMS, verrà presentato il volume “Oltre il cielo. I miei anni con i Khmer rossi nella Cambogia del genocidio, 1975-1979” di Laurence Picq, pubblicato da Tralerighe libri.
L’incontro sarà introdotto dall’assessore alla Cultura del Comune di Pisa, Filippo Bedini, e vedrà gli interventi di Andrea Bartelloni, collaboratore di Vita Nova, e Marco Respinti, giornalista, Direttore responsabile di BitterWinter.org e curatore dell’edizione italiana del libro, che si apre con un invito alla lettura firmato da Antonia Arslan, studiosa del genocidio armeno.
“Anche quest’anno – dichiara l’assessore alla cultura del Comune di Pisa, Filippo Bedini – celebriamo la ricorrenza istituzionale del Giorno della Libertà, che ricorda il crollo del Muro di Berlino, evento che segna l’inizio della fine dei regimi comunisti nell’Europa dell’Est. Oggi è essenziale ricordare tali eventi per radicare una cultura consapevole dei rischi di simili totalitarismi, proprio come stabilito dal Parlamento italiano che, con la legge n. 61 del 15 aprile 2005, ha istituito questa giornata. L’iniziativa alla SMSbiblio con Respinti è molto significativa: presentiamo un libro-testimonianza sugli anni tra il 1975 e il 1979 in Cambogia, che meglio di molti saggi storici ci porta a riflettere sugli orrori del comunismo. “Oltre il cielo – I miei anni con i Khmer Rossi nella Cambogia del genocidio” è il racconto dall’interno del regime dei Khmer Rossi e dell’orrore della Kampuchea Democratica, dal quale traspaiono più chiaramente che per qualsiasi altra vicenda novecentesca le follie dell’ideologia, il dramma delle epurazioni, la tragedia delle sparizioni, la violenza delle purghe. Quella messa in atto dal comunismo cambogiano e dal macellaio Pol Pot è la più grande carneficina scientificamente pianificata della storia dell’umanità. In nome del comunismo “qui e subito”. Un vero genocidio figlio di un’ideologia malata”.
Il volume di Laurence Picq rappresenta una testimonianza eccezionale e unica: l’autrice, cittadina francese, visse dall’interno l’incubo del regime di Pol Pot, essendo sposata con un alto dirigente dei Khmer rossi. La sua narrazione ripercorre gli anni del genocidio cambogiano – che costò la vita a quasi due milioni di persone – fino alla fuga e alla ritrovata libertà, il 24 dicembre 1980, in Francia.
«È accaduto 50 anni fa, ma è ancora tutto attuale – scrive Laurence Picq nell’epilogo del volume -. Questo passato resta perfettamente vivo e presente. Con questa mia testimonianza ho voluto condividere alcune riflessioni sulla natura umana, su ciò che essa ha di migliore e di peggiore.»
Come ricorda il curatore Marco Respinti, «Laurence è stata una delle pochissime persone occidentali presenti in Cambogia durante l’incubo dei Khmer rossi – che avevano espulso e assassinato tutti gli altri stranieri – e l’unica ammessa nel vertice di quel potere criminale.»



