Sabato 26 settembre in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio il Museo Nazionale di San Matteo sarà straordinariamente aperto la sera con ingresso al costo simbolico di 1 euro e visite guidate gratuite al nuovo allestimento del San Paolo di Masaccio. Sono previsti due appuntamenti, alle ore 20.00 e 21.30, per un massimo di 15 partecipanti, con prenotazione obbligatoria al numero 050 541865.

Il San Paolo di Masaccio è una delle opere più note e apprezzate tra quelle conservate nel museo. Il dipinto, su tavola lignea, rappresenta il santo con i consueti attributi della spada e del libro ed era parte di un polittico di grandi dimensioni commissionato, nel 1426, dai Carmelitani di Pisa a Masaccio per la cappella del notaio ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto nella chiesa di Santa Maria del Carmine. I documenti d’archivio ci permettono di conoscere con molta precisione le vicende legate alla realizzazione dell’opera che, purtroppo, è conservata solo in parte. A partire, probabilmente, dal Cinquecento fu, infatti, smembrato e oggi i suoi elementi superstiti sono distribuiti in vari musei, in Italia e all’estero.

Il polittico doveva avere un impianto ancora medievale, diviso originariamente in almeno cinque scomparti organizzati su un doppio registro, e figure su fondo oro, ma l’interpretazione del Masaccio è evidente nella monumentalità delle figure, nell’uso del chiaroscuro e dei colori, nella definizione prospettica che conferisce unitarietà all’opera. Al centro della composizione campeggiava la Madonna in trono con Bambino, affiancata da figure di santi; nel registro superiore, al centro, trovavano posto la Crocifissione e sui lati il nostro San Paolo e il Sant’Andrea.

Nel predella trovavano posto tre pannelli con il Martirio di san Giovanni Battista e Crocefissione di san Pietro, Storie di san Giuliano e san Nicola e l’Adorazione dei Magi.

Sono perduti invece i quattro santi laterali alla Madonna e altri i due pannelli di cuspide che dovevano affiancare il San Paolo e il Sant’Andrea. Il nuovo allestimento ha permesso la rimozione di una grossa infrastruttura per la proiezione di contenuti video, la cui tecnologia risultava ormai superata e che, allo stato attuale, rischiava di rappresentare l’elemento predominante dell’esposizione, anche in ragione delle limitate dimensioni della tavoletta (cm. 50 x 31).

La nuova esposizione, ideata da Fabrizio Vallelonga, Pierluigi Nieri e Andrea Gori, della Direzione regionale musei della Toscana, e realizzata da Acme04 srl, mira a restituire la centralità al dipinto, che risulta staccato e prominente rispetto alla parete di fondo, e allo stesso tempo a rendere l’aspetto complessivo del polittico in cui era inserito, proponendo la rappresentazione grafica, in scala, di una delle ipotesi ricostruttive, tra le più accreditate, e permettendo così una visione d’insieme degli elementi ancora conservati ma sparsi in vari musei. Sulla parte destra sarà inoltre inserito uno schermo per la proiezione dei contenuti multimediali, punto di forza della precedente esposizione, che arricchiscono e approfondiscono l’apparato didascalico.

Da sabato 26 settembre il Museo Nazionale di Palazzo Reale riapre al pubblico completando così il piano di graduale riapertura dei musei statali della Direzione regionale musei della Toscana a Pisa e provincia. La riapertura rispetta tutte le norme di sicurezza previste per i visitatori, il personale, gli ambienti e le opere, in linea con le indicazioni del Comitato tecnico scientifico nazionale e della Direzione Generale Musei del Mibact.

Il Museo Nazionale di Palazzo Reale sarà aperto il lunedì, giovedì e venerdì, con ingresso alle ore 9.00, 11.00, 15.00, 17.00 e il sabato, con ingresso alle 9.00 e alle 11.00, per un numero massimo di 15 visitatori per turno, su prenotazione.

La sera di sabato 26 settembre il museo propone straordinariamente tre ingressi alle ore 20.00, 21.00 e 22.00, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, con biglietto al costo simbolico di 1 euro e una visita guidata gratuita alle collezioni alle ore 21.00.

L’attuale aspetto di Palazzo Reale, dimora dei Medici, dei Lorena e dei Savoia, è frutto dell’intervento architettonico voluto alla fine del XVI secolo da Francesco I de’ Medici, che decise di abbandonare il “Palazzo Vecchio” adiacente alla chiesa di S. Matteo per acquistare terreni ed edifici tra la chiesa di S. Nicola e l’Arno. Il palazzo fu costituito da unico edificio con facciata sul Lungarno. Tra gli edifici pre-esistenti fu risparmiata la torre della Verga d’Oro, dalla quale la tradizione vuole che Galileo abbia mostrato il funzionamento del cannocchiale al Granduca Cosimo II. L’edificio ospita il Museo Nazionale di Palazzo Reale, istituito nel 1989 e oggi afferente alla Direzione regionale musei della Toscana. Il palazzo, ristrutturato nel 2001, ha recuperato ambienti e collegamenti con gli edifici adiacenti che costituivano il complesso della corte granducale. Progettato come museo della corte e dei costumi pisani, conserva l’aspetto della residenza patrizia, con arredi e mobilia dei secoli XVII-XIX, e raccoglie numerose testimonianze delle famiglie che vi hanno abitato: dipinti, ritratti, arredi, arazzi, armature. Da non perdere, nell’anno delle celebrazioni del cinquecentenario della morte di Raffaello, il Miracolo degli Impiccati, uno scomparto di predella opera giovanile del maestro di Urbino, del 1500-1501, recentemente acquisito digitalmente e apprezzabile in alta definizione grazie alla collaborazione tra il museo e Haltadefinizione, tech company di Franco Cosimo Panini Editore .

Tra le opere in esposizione arazzi di manifattura fiamminga e fiorentina, il ritratto di Eleonora di Toledo del Bronzino, del 1549, e l’abito di corte di colore rosso cremisi che forse a lei appartenuto, una testimonianza unica della moda in voga alla corte dei Medici alla metà del Cinquecento, le antiche armature del Gioco del Ponte (che si svolge l’ultimo sabato di giugno sul Ponte di Mezzo) risalenti ai secoli XV e XVII.

In esposizione anche la collezione del chirurgo Antonio Ceci e la gipsoteca e i dipinti di Italo Griselli, tra i maggiori scultori-ritrattisti italiani della prima metà del Novecento.

Tra le acquisizioni più recenti sono i dipinti di Plinio Nomellini, Spartaco Carlini, Galileo Chini, Mino Rosi e Gianni Bertini.

Commenti

Elisa Bani
Direttore responsabile di Sestaporta.news. Giornalista pubblicista ha lavorato dieci anni a PuntoRadio come redattrice e speaker. Collaboratrice per il quotidiano La Nazione, ha inoltre diretto l'ufficio stampa dei Comitati territoriale e regionale dell'ente di promozione sportiva Uisp.