Il 2020 sarà ricordato per sempre come l’anno del Covid-19 che da marzo ha temporaneamente cambiato le nostre vite e il mondo così come lo conosciamo. Per la società nerazzurra una importante salvezza e un nuovo campionato alla ricerca del consolidamento.
UNA SALVEZZA DA RICORDARE – Come ci ha sempre abituato il tecnico nerazzurro Luca D’Angelo, arrivati al giro di boa della stagione scorsa il Pisa ha invertito la marcia del proprio cammino. Si può dire che il 2020 nerazzurro è iniziato a marzo, appena il Covid-19 ha fatto capolino nelle nostre vite, dopo un sontuoso mercato di gennaio. L’ultima partita prima del lockdown, la prima senza pubblico, è stata il derby Pisa-Livorno, vinta con un gran destro di Lisi. Poi il tempo si è fermato per tutti e fino a giugno il campionato non è ripreso. Paradossalmente per i nerazzurri questo stop forzato è stato una fortuna dal punto di vista sportivo. D’Angelo ha potuto recuperare Marco Varnier, che è potuto guarire dal suo problema al ginocchio, diventando uno dei punti di riferimento del Pisa. Se il campionato fosse finito normalmente infatti, Varnier non avrebbe potuto terminare la stagione. Ulteriore punto a favore il cambio del regolamento che ha decretato l’inserimento dei cinque cambi a partita, un vero e proprio toccasana per il Pisa, che l’anno precedente ha fatto di questa caratteristica la sua virtù. Alla ripresa delle ostilità, da giugno fino ad agosto, i nerazzurri non si sono più fermati. Nelle ultime dieci partite soltanto due le sconfitte per la squadra di D’Angelo che ha macinato punti su punti, arrivando a ridosso dei playoff. Tutto si è infranto all’ultima giornata, con un palo di Masucci, uno degli eroi della squadra di D’Angelo, di cui ricordiamo il suo volto più umano, quello della disperazione. Nonostante i playoff siano sfuggiti per colpa della classifica avulsa, la prima salvezza in Serie B della gestione Corrado è un campionato tutto da incorniciare.
SENZA PUBBLICO E IL LESSICO FAMIGLIARE – Il Covid-19 ha forzatamente lasciato a casa il pubblico, che non ha più potuto popolare gli stadi da marzo in poi, salvo un brevissimo periodo in cui, in piena pandemia, è stato consentito un minimo rientro negli stadi. In una atmosfera surreale restano le parole nel silenzio di uno stadio vuoto. Dai pochi addetti ai lavori a cui è stato consentito di seguire la partita in loco, passando per il pubblico da casa costretto a seguire le partite su Dazn, sono i suoni del campo a rubare la scena, il ‘lessico famigliare’ di D’Angelo. Ecco quindi che, al vocabolario Covid-19 composto da parole prima mai utilizzate comunemente come “paziente zero”, “quarantena”, “assembramenti”, “distanziamento sociale”, “fase 2”, “droplet”, “curva epidemica”, “mascherina”, per i pisani si possono affiancare gli ordini impartiti dal tecnico nerazzurro a bordo campo: “Guida”, “preventive”, “movimento”, “salta”, “accelera”, “cinque a mille”. Sono solo alcune delle parole diventate di utilizzo comune in questo 2020.
PROBLEMI ECONOMICI PER TUTTI – Dall’affare Gori, acquistato dalla Juventus per 3 milioni di euro, diventato il movimento di mercato più remunerativo nella storia del Pisa, passando per i danni economici della società nerazzurra, come tutte le altre squadre di Serie B e del calcio professionistico. Lo stesso presidente Giuseppe Corrado ha dovuto ammettere il problema: “Il lockdown ha avuto un impatto negativo importante sulle società da un punto di vista economico, per un danno quantificabile tra 1,5 e 3 milioni di euro, e noi come Pisa siamo stati tra le più penalizzate stante i mancati incassi al botteghino”. Per la stessa ragione ha subito un pesante rallentamento anche il progetto stadio, che è rimasto comunque centrale nell’economia della società: “Il nostro progetto è credibile. Faremo stadio e centro sportivo. Nonostante il Covid le nostre strategie non sono mutate”.
2020/21 E L’ASTICELLA DA ALZARE – Alla vigilia della nuova stagione, iniziata con uno scarto di tempo minimo rispetto a quella conclusa in precedenza, è iniziato tutto come era iniziato anche lo scorso campionato. Se nel 2019/20 Pisa fu teatro della prima gara della stagione, nel 2020/21 la città è stata protagonista della cerimonia dei calendari. L’obiettivo? Un’asticella da alzare, anche se nelle dichiarazioni il presidente e non solo coltivano una neanche troppo segreta fame e ambizione di poter far meglio dello scorso campionato, guardando ai playoff. La squadra però parte male, vincendo una sola partita nelle prime 10 giornate. La critica è dura e, nonostante un buon mercato, ci si chiede se la squadra non fosse stata in realtà sopravvalutata. Eppure gli acquisti sono ottimi e il Pisa sulla carta usciva dal mercato estivo più che rafforzata. La verità alla fine è un’altra, perché il Pisa si riprende con un ruolino di 6 risultati utili consecutivi e il raggiungimento del decimo posto in classifica, in piena lotta per qualsiasi obiettivo, dalla salvezza a qualche sogno più tinto. L’asticella si alzerà progressivamente, con il tempo e col lavoro, ma il 2020 è stato a tutti gli effetti l’anno del consolidamento, dal quale ripartire. Alla fine del Covid-19, quando il Pisa avrà resistito e torneranno anche i guadagni del botteghino, potendo rinunciare anche alle spese pazze per i tamponi e le misure antivirus, il Pisa potrà spiccare il volo, verso un luminoso futuro.