All’indomani dalla presentazione della campagna abbonamenti 2025-26 analizziamo e compariamo i prezzi del Pisa a quelli di tutte le altre piazze d’Italia in Serie A. Ci sono alcune cose buone a livello tariffario, mentre altre sono totalmente da rivedere. Una cosa però emerge dai confronti, gli abbonamenti nerazzurri sono tra i primi cinque più cari di tutto il campionato.
PREMIATA LA FEDELTA’, MA PREZZI ALTI – Una bottega cara, anzi carissima. Nonostante un positivo passo avanti nella differenza di tariffe. A gran voce infatti in molti chiedevano che il Pisa effettuasse un cambio di passo, adeguandosi a tutte le altre piazze della Serie A e della Serie B tra vecchi e nuovi abbonati. Il risultato è che sì, è stata premiata la fedeltà, ma anche gli abbonamenti meno cari risultano comunque tra i più onerosi della Serie A e l’aumento del prezzo per chi vuole abbonarsi ex novo ha un’enorme differenza di prezzario.
COSA VA E COSA NON VA – Le tariffe pisane sono note fin da ieri (link qui). I prezzi più popolari, nell’intero, partono dai 290-320 per la Curva Nord e Sud per chi vuole confermare il proprio posto fino ai 410-440 per chi invece vuole abbonarsi ex novo. Salta così all’occhio un dato importante. La disparità di prezzo di 120 euro nel settore popolare tra vecchi e nuovi è la più alta di tutta la Serie A escludendo solo Inter e Juventus. Benissimo invece il ritorno alla gradinata unica, archiviando per il momento la differenziazione tra gradinata standard e gradinata premium, un concetto insensato data la mancata vera e propria separazione all’interno del settore. Perfettamente in linea, e in diversi casi più agevoli rispetto alle altre piazze d’Italia, i ridotti per under 14, over e disabili. Bene anche lo sconto del 30% sull’acquisto della nuova maglia, che però ha subito un deciso aumento rispetto quanto visto negli anni scorsi, quando si pagava la divisa tra i 50 e i 60 euro a prezzo speciale, con una percentuale di sconto molto più ampia rispetto al prezzo pieno. Veniamo alle note dolenti, purtroppo numerose. Cancellate tutte le agevolazioni “family” presenti nella scorsa stagione, in totale controtendenza a tutto ciò che accade nelle altre piazze d’Italia. Inspiegabilmente aumentato il limite minimo per la “quota over” dai 65 ai 70. Nello specifico caso, chi lo scorso anno in tribuna superiore, nato nel 1957 (ovvero 68 anni), spendeva 445 euro, solo per rinnovare l’abbonamento dovrà spendere 1800 euro, più di quattro volte quanto pagava lo scorso anno. Sarebbe stato meglio gradualmente effettuare un altro passaggio intermedio, magari considerando come “over” chi lo scorso anno era già in tariffa agevolata. Altra nota negativa la differenziazione tra plus e normale. Sostanzialmente, chi vorrà cedere la propria quota partita dovrà spendere, a seconda del settore, per utilizzare il ticketag, dai 30 ai 160 euro, solo per usufruire del servizio. Un sovrapprezzo decisamente esagerato. Anche se, come parziale attenuante, pesa anche la capienza dell’Arena, la più bassa della Serie A.
IL CONFRONTONE – Confrontando però i settori popolari e la media di tutti gli altri settori di tutte le altre piazze della Serie A si arriva alla nota più dolente di tutte. Il Pisa è tra le prime cinque società più care di tutta la massima categoria, in piena “Zona Champions League”. Una bottega carissima. La fascia più bassa, rappresentata dalle neopromosse e da chi non concorre per l’Europa, ha prezzi più agevoli di quelli del Pisa. Gli abbonamenti meno cari sono quelli del Sassuolo, con una prelazione da 150 euro e 180 di nuovi abbonati nei settori più popolari, ma con tariffe fuori mercato anche per mancanza di tifoseria tra i neroverdi e ciò fa poco testo. Il Cagliari va dai 270 (in rinnovo) ai 300 (nuovi abbonati), il Como dai 320 ai 350, la Cremonese tra i 260 ai 300, la Fiorentina dai 278 ai 350 (e in media i prezzi sono inferiori anche negli altri settori). Per il Genoa si va a dai 245 ai 290 con tariffe super ridotte con le promozioni per categorie speciali o famiglia, il Lecce ha alcune delle tariffe più vantaggiose di tutto il campionato in tutti i settori e si va, per i posti più popolari dai 260 ai 305 tra rinnovo e nuovi abbonati, con la media più bassa per il resto dello stadio dopo il Sassuolo. Anche Torino (da 275 ai 320), Udinese (da 230 ai 250) e Verona (da 220-250 ai 260-290) hanno tutti prezzi più bassi del Pisa. Per non parlare del Parma che offre 200 euro per i rinnovi e i 260 per i nuovi abbonati nel settore più caldo. Perfino la Lazio ha prezzi inferiori, si va dai 280 ai 295 tra rinnovi e nuovi abbonati per la “curva”. Idem la Roma che va dai 269 ai 402 euro di spesa, con alcune differenziazioni sempre all’interno di questo spettro di cifre. Chi li fa pagare di più è l’Inter, il Milan e la Juventus, con prezzi decisamente alti in tutti i settori, anche se il Milan offre delle importanti agevolazioni per chi va in curva. E il Napoli? Decisamente una mosca bianca. De Laurentiis differenzia non solo tra i rinnovi (a 250 euro) e i nuovi abbonati (a 280), ma addirittura esiste una tariffa “full” che comprende 24 partite, inserendo anche le quattro gare di Champions League e gli ottavi di Coppa Italia con 330 euro (10 in più del Pisa tariffa plus in curva) per i rinnovi dei vecchi abbonati e 405 per i nuovi (5 euro in meno rispetto la Curva Nord plus) per i settori più popolari.