Nelle scorse ore sono emersi i primi dettagli sulla separazione tra il Pisa e il tecnico della promozione in Serie A. Il nuovo tecnico entro il 6 giugno? Analizziamo i fatti, secondo quanto ho potuto raccogliere in questa lunga giornata. Visioni a confronto, il disallineamento, l’impatto con lo spogliatoio della notizia. E quel parallelismo con Anconetani: Dopo una promozione in Serie A ha sempre cambiato allenatore. Tra i favoriti per la successione c’è una pista estera, ma non solo…

Cosa porterà alla separazione tra il tecnico e la società nerazzurra? Come si è arrivati a questo punto? Cerchiamo di fare chiarezza sulla vicenda. Il tecnico nerazzurro e il Pisa Sporing Club hanno due visioni differenti. Blocco compatto quello della società, tra Knaster e Corrado, contrapposti alla visione di Inzaghi.

LA VISIONE DEL PISA – Secondo più di una fonte, tra Pisa e Forte dei Marmi è emersa una differenza di vedute, ma qual è nel dettaglio la visione del Pisa? E perché non collimerebbe con quella del tecnico? La strategia del Pisa sul mercato è nota ormai da tempo e chi ha imparato a seguire questa società da anni, sa come si muovono i dirigenti, che preferiscono investire 10 milioni di euro su un giovane di 21-24 anni, invece di spendere la stessa cifra per un consumato ‘espertone’ che ha superato la trentina. Il Pisa non ha mai nascosto la volontà di acquistare anche calciatori di categoria, come più volte dichiarato dal presidente Corrado, rimanendo però fedelissimo alla propria visione, senza cambiarla di una virgola, ma cercando di crescere come ha sempre fatto in tutti questi anni dal punto di vista societario, dei risultati, dello scouting. Una visione, come più volte ribadito dalla società “difficile”, che prescinde i risultati di un unico campionato, volta all’autonomia finanziaria. Una strategia che consiste nello scoprire dei giovani per poi rivenderli a prezzi importanti, alternando comunque calciatori di esperienza, ma anche di prospettiva come accaduto con Lucca e come il Pisa vorrà fare, in futuro, con Tramoni, Angori, Lind o Canestrelli, tanto per citarne alcuni, dai quali la società si aspetta delle importanti plusvalenze. Il modello del Pisa è l’Atalanta, l’Udinese, non certo il Como che ha speso la stessa cifra della Roma per una salvezza, qualcosa di incompatibile col metodo di Corrado e Knaster.

LA VISIONE DI INZAGHI – Il tecnico conosce bene il modo di lavorare della società nerazzurra e già come aveva fatto intendere a fine campionato, per lui “La serie A è un altro sport e dovremo farci trovare pronti. Tornare in A per me è un motivo di grande orgoglio. Voglio tornarci come penso io. Ci siederemo e troveremo le soluzioni come abbiamo fatto quest’anno”. Non è una questione di soldi percepiti il problema, ma il nodo giunge anche sulle precedenti scottature del tecnico, con Inzaghi che arriva da quattro esperienze negative in Serie A con Milan, Bologna, Benevento e Salernitana e ha chiesto delle rassicurazioni su un certo tipo di giocatori, lasciando trasparire ad addetti ai lavori e stampa qualche insicurezza. Ciò non significa che il Pisa non avesse (o non abbia) intenzione di “accontentarlo”, solo che il modo di fare calcio della società nerazzurra è diverso da come Inzaghi vede il modo di arrivare alla salvezza. Il Pisa infatti, per fare un esempio, ha acquistato Lind e non Lapadula in attacco, nel corso di questa stagione, ma ha anche preso calciatori di esperienza. Il tecnico avrebbe chiesto cinque o sei giocatori di esperienza, mentre la società vuole investire anche e soprattutto per talenti da valorizzare, pur non tradendo la volontà di acquistare quei “marpioni” da 100-150 partite in Serie A così definiti da Corrado pochi giorni fa, ma non a costo di “svenarsi”. Da qui il disallineamento di vedute.

VISIONI DIVERSE – La differenza di vedute, è evidente, e comunque sia non pare essere più ricucibile. L’addio, tuttavia, non è ancora ufficiale, ma a complicarlo, pur con le parti che si continuano a sentire e continuano a nutrire grande rispetto, è anche la situazione in sé e per sé e il fatto che la notizia sia diventata di dominio pubblico, dopo le prime “voci” che si rincorrono da settimane. Un limite che ha reso molto difficile tornare a un tavolo per parlare.

IL PARALLELISMO CON ANCONETANI – L’addio infatti non sarebbe da vivere come un dramma. Lo dice la storia. D’altronde solo una volta il Pisa ha proseguito in Serie A con lo stesso tecnico con il quale ha raggiunto una promozione, ovvero nel 1968-69, dopo la promozione di Renato Lucchi. Con Romeo Anconetani invece, ogni volta vi è stato un cambio in panchina. Dopo la vittoria di Aldo Agroppi nel 1982 in panchina arrivò Vinicio, poi entrambe le promozioni di Simoni hanno portato a un avvicendamento, prima con Guerini, poi con Materazzi. Infine nel 1989 Giannini fu assorbito nello staff di Lucescu.

CONTRATTO – Merita un breve approfondimento anche la situazione contrattuale. Inzaghi ha ancora due anni di contratto col Pisa fino al 30 giugno 2027 per un ingaggio abbastanza importante di circa un milione di euro a stagione, oltre allo staff tecnico. L’allenatore, secondo quanto scritto nelle scorse ore, avrebbe chiesto disponibilità a trattare col Palermo, ma se le cose dovessero andare male o bene, come avverrà la transazione? Saranno i rosanero ad accollarsi la spesa della risoluzione contrattuale, oppure sarà lo stesso Inzaghi? I rapporti nonostante la possibilità concreta di una separazione restano cordiali e, in ogni caso, non sarebbe un problema per il Pisa né per il tecnico.

L’IMPATTO SULLO SPOGLIATOIO E IL NUOVO TECNICO – Un’altra importante domanda da porsi è: Come reagirà il gruppo alla notizia dell’addio di Inzaghi e come costruire o integrare la squadra con l’addio del tecnico? Alcuni calciatori sbocciati come Piccinini, Lind, Tramoni, Angori, Canestrelli, Moreo, molti anche che non avevano brillato nella stagione precedente con differenti tecnici, si sono “gettati nel fuoco” per Pippo, ma riuscirebbero a fare lo stesso con un allenatore diverso in una categoria infinitamente più dura oppure il Pisa dovrebbe rivedere la propria strategia anche su questo punto? Una domanda alla quale troveremo risposta nei prossimi giorni e settimane.

ALLENATORE PRIMA DEL 6 GIUGNO? LA PISTA ESTERA E… – Una domanda non da poco che ci porta anche a riflettere su quale potrebbe essere il prossimo allenatore. In realtà, nelle ultimissime ore, è emersa la volontà da parte della proprietà di puntare su un nome straniero sul quale costruire il proprio progetto, per un profilo che possa durare nel tempo. Si è parlato di una pista estera poiché da giorni inoltre rimbalzava l’ipotesi di un nome esotico proveniente da oltralpe, una notizia che andava di pari passo con le prime voci sull’addio del tecnico nerazzurro, a firma Cristiano Tognoli, prima smentite, poi confermate. E’ quindi ragionevole pensare che tra i papabili uno dei primi nomi sia proprio un allenatore che arrivi da fuori Italia. Il collega Nicolò Schira ha fatto il nome di Van Bommel altro ex campione d’Europa, col Barcelona, autore di un’impresa in panchina con l’Anversa, portandolo a vincere il titolo belga dopo oltre 70 anni, ma secondo le nostre fonti quest’ultimo si sarebbe proposto tramite procuratore e il possibile nome dall’estero potrebbe anche essere un altro, non ancora emerso. Una suggestione è legata anche a Davide Ancelotti, ma il figlio di Carletto, grande amico di Giovanni Corrado e in cerca per la prima volta di un’avventura da solista, è stato però recentemente accostato ai Rangers e pare molto vicino alla panchina scozzese. Tra i papabili uno dei nomi preferiti è Alberto Gilardino, ex tecnico del Genoa con il quale si è separato lo scorso anno, ma che si deve ancora svincolare dal precedente contratto, dopo l’esonero e su di lui è molto forte la Fiorentina. Ci sarebbe anche Paolo Zanetti, sempre sotto contratto col Verona, su cui però è piombato anche il Torino. Sempre da Torino è stato accostato al Pisa il nome di Marco Baroni, in uscita dalla Lazio, ma non arriverebbero conferme. In questo momento però la situazione in Italia è molto difficile perché si parla di un maxi effetto domino su più della metà delle panchine della Serie A, dal Napoli alla Juventus, passando dal Milan fino ad arrivare alla Fiorentina e al Pisa, di conseguenza la società nerazzurra è inserita in questa enorme rumba dal quale non è facile far emergere, in questa fase, un unico profilo. Sullo sfondo restano i nomi di Andrea Pirlo, Daniele De Rossi e, dalla Sardegna, apprendiamo di un sondaggio anche per Davide Nicola. Questi infatti sono i primi nomi (forse anche troppi) emersi per un casting che potrebbe anche durare un po’ più del previsto. Il 6 giugno inoltre ci sarà la cerimonia dei calendari e il Pisa darebbe un segnale importante presentandosi alla cerimonia con il nome nuovo per la panchina. Potrebbe essere questa la deadline per il nuovo allenatore? Lo scopriremo nei prossimi giorni.

 

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018