È un Giuseppe Corrado sereno ma lucido quello che, all’indomani della promozione in Serie A, racconta il percorso del Pisa Sporting Club ai microfoni di “Radio anch’io Sport” su Rai Radio 1. Non solo festa, ma anche orgoglio per un lavoro lungo e meticoloso che ha riportato la città nella massima serie dopo 34 anni.
“Questo progetto – ha detto Corrado – nasce con una programmazione che partiva dalla struttura della società. Il risultato sportivo non è mai stato un’ossessione, ma una conseguenza del lavoro svolto. La fretta avrebbe nuociuto alla continuità del progetto”. Una linea chiara, fatta di investimenti sostenibili e di una rete di scouting che ha fatto la differenza, “Abbiamo costruito questa promozione attraverso i giovani scovati, dai nostri 80 addetti che girano per il mondo. Rispetto ad altre squadre che in B hanno speso tanto, noi abbiamo investito in modo mirato. Siamo la seconda squadra del campionato per numero di giocatori convocati in Nazionale”.
Il pensiero corre inevitabilmente anche al futuro. “Sappiamo che la Serie A ha valori diversi – ha aggiunto Corrado – e che dovremo aggiungere qualcosa. Ma pensiamo di avere già una struttura solida, sia come rosa che come patrimonio tecnico, per affrontare il prossimo campionato”.
E poi c’è la questione Inzaghi, “Pippo ha riconquistato qualcosa che aveva perso. Spero che per un po’ rimanga qui, poi se ci saranno offerte più importanti, vedremo”. Ma al netto delle incognite, per Corrado la promozione è anche la conferma che Pisa è tornata a essere una piazza dove si lavora bene, “Se siamo diventati una palestra per giocatori, allenatori e direttori sportivi rispetto a squadre più blasonate, vuol dire che stiamo facendo le cose nel modo giusto”.