Ieri sera, durante la puntata numero 24 di Finestra sull’Arena, abbiamo intervistato telefonicamente l’ex giocatore del Pisa Davide Ricci con il neroazzurro nel cuore. Rivedi la puntata e rileggi le appassionate dichiarazioni di “Ricci gol”.

Con Davide Ricci abbiamo commentato la situazione presente e passata del Pisa provando a commentare i fatti della settimana assieme a voi in chat e ai compagni di viaggio della nostra trasmissione. Tanti i temi discussi in serata, dall’analisi del pareggio contro l’Alessandria alla maledizione degli ultimi minuti della Viareggio CUP, con la Berretti eliminata, passando per il ritorno di Fabrizio Lucchesi al calcio come DS… della Lucchese. Inoltre l’avventura a Masterchef della pisana Denise Delli, nostra ospite in studio. Per concludere la questione stadio con la stima del bene finalmente arrivata dall’agenzia del territorio oltre al pre gara di Pisa-Piacenza. Di seguito le dichiarazioni di Davide Ricci, ex calciatore neroazzurro:

Ciao Davide e benvenuto a Finestra sull’Arena

Un grande abbraccio a tutti i tifosi a casa e a voi in studio

Sei un grande del calcio pisano degli anni ’90. I tifosi ti dedicarono anche il coro “Ricci gol”.

Quei cori mi davano una carica e un’energia da brividi, in uno stadio del genere. Un pubblico meraviglioso che è sprecato in queste categorie, merita palcoscenici più grandi, che ha già vissuto nella sua storia. Quelli sono i palcoscenici del Pisa, non questi.

Con chi sei rimasto in contatto di quella squadra?

Con Moro, Logarzo e altri. Ogni tanto ci sentiamo, non li lascio come non ho lasciato voi. Vedo la maglia che avete messo sul tavolo, io ne ho due nel cassetto. Sono stati dei momenti meravigliosi e indimenticabili.

Cosa ne pensi del Pisa di quest’anno?

C’è stato un momento in cui non si capiva bene la situazione. Aveva delle gare abbordabili il Pisa per la classifica, ma inspiegabilmente il risultato non è arrivato. Forse sono andati con sufficienza, era impossibile perdere. Abbiamo buttato punti con squadre che non mi spiego. Per portare la vittoria a casa ci vuole esperienza e più cattiveria, non si può regalare punti in questa maniera. 

Tutto è perduto?

Niente è finito, nulla è perduto, ci sono ancora 24 punti a disposizione. Anche se la classifica è dura, comunque se la squadra va determinata e dimostra di essere il Pisa coi fatti e non col nome può fare male davvero. Il Pisa ci deve provare anche sperando in un passo falso delle altre. Sennò provarci coi playoff. Ma bisogna andare in B il prima possibile, questa non è la categoria per il Pisa.

La squadra del tuo anno è stato l’ultimo Pisa che ha vinto un campionato professionistico.

La cosa importante è creare il gruppo giusto, lo spogliatoio. La prima vittoria parte da lì. Avevamo un gruppo affiatato e non guardavamo in faccia a nessuno. Avevamo una buona società e un buon allenatore e fu tutto facile. Sono venuto a Pisa con quella voglia di vincere con questa maglia, perché non è da tutti i giorni entrare in quello stadio e mettere una maglia così giocando davanti a una platea di Serie A in Serie C.

Come ci sei capitato a Pisa?

Sono arrivato in ritiro partendo da Ischia. Quando mi chiamò D’Arrigo a Ischia, che stava fallendo, non potevo ancora venire a Pisa. D’Arrigo aveva bisogno di una punta, io non vedevo l’ora di venire. Botteghi venne da me e non aveva i soldi, ci misi io 20 milioni di lire per venire a Pisa. Staccando un assegno personalmente. Lo feci senza sapere se la società meritasse, senza sapere se me li avrebbero ridati, cosa che poi hanno fatto. Lo feci al buio.

Dove è nato questo amore per il Pisa?

Nel 1987, quando venne Beppe Materazzi a Pisa, mi lanciò lui nel mondo del calcio. Convinse anconetani a mandare una lettera alla Casertana. Anconetani propose la mia comproprietà a 500 milioni di lire e con quei soldi ci avrebbe fatto almeno tre squadre. Il presidente della Casertana però chiese un miliardo per il prestito e non se ne fece nulla. Alla fine le strade si sono incrociate anni dopo. Sarei venuto a nuoto se me l’avessero chiesto. Vivo col Pisa nel cuore da quando sono andato via, l’errore fu quello di andar via. Ho fatto anche il Mau Ovunque, ultimamente ho avuto problemi, ma spero di venire presto per il Pontedera in casa, vorrei tornare il prima possibile. Non dimenticherò mai soprattutto la Rina che è venuta a mancare un po’ di tempo fa. Quando chiedeva il gol, marcavo sempre.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018