Chi pensa che la squadra di Aquilani sia incostante e che la partita di ieri sia solo un incidente di percorso sulla strada per il salto di qualità, probabilmente si sbaglia di grosso. Vediamo il perché.

Questa stagione rischia di essere ricordata per la straordinaria coerenza nell’errore da parte dei giocatori nerazzurri. Una coerenza che ha segnato il destino della squadra fin dalle prime giornate, mantenendo una sconcertante monotonia di prestazioni e risultati. Il filo conduttore di questa stagione è stata la persistente dipendenza dagli errori propri o degli avversari e dagli episodi fortuiti, a volte in negativo, forse troppo spesso, a volte in positivo. Spesso la squadra non è riuscita a capitalizzare alcune situazioni di vantaggio, persistendo negli stessi errori senza alcun segno di correzione. Anche non trovare continuità è, a suo modo, stato un segno di continuità. Non è emerso alcun cambiamento significativo nella forma di gioco dal principio alla fine del campionato. O meglio, è emerso, ma i miglioramenti sono durati sempre troppo poco. Limitate al minimo nuove strategie o variazioni tattiche e, anche nelle dichiarazioni, si ritiene deleterio parlare di obiettivi, come se la squadra fosse intrappolata in un loop di autoprotezione e mancanza di ambizione. Nonostante questo il Pisa si trova costantemente tra l’incudine e il martello, coi tifosi e gli addetti ai lavori che oscillano tra la preoccupazione per la salvezza e, ancora, la speranza di un’opportunità di qualificazione ai playoff. Resta necessario affrontare le reali cause del suo stato di coerente incoerenza e mancanza di adattamento se desidera competere ad un livello superiore. Ormai i soliti errori si sprecano. Buchi difensivi, contropiedi subiti, approcci sbagliati alle partite. Disarmante l’atteggiamento generale che non può essere tollerato. Ogni volta che la squadra ha di fronte a sé la possibilità di rinascere, si adagia sugli allori e sparisce. E’ sembrato di rivedere la squadra delle ultime cinque o sette partite della stagione precedente, una squadra che fa il minimo per raggiungere la salvezza, ma che rinuncia a lottare per qualcosa di più importante. Il discorso a questo punto non è certamente il “ve l’avevo detto” di chi dice dall’inizio dell’anno che questa squadra deve prima di tutto salvarsi, e nemmeno di chi intravede delle grandi potenzialità (che questa squadra ha) tali per cui la rosa a disposizione può essere tranquillamente da quinto posto. Il discorso è che se questa squadra non arriverà ai playoff si dovrà, gioco forza, parlare di fallimento per quelle che erano le ambizioni di inizio stagione. Per gli obiettivi stagionali (che non bisogna nascondere dietro la scusa del progetto biennale) che, ricordiamo, essere quelli del raggiungimento della zona playoff per stessa ammissione dei protagonisti, per gli investimenti fatti, e non solo. Oggi resta solo la delusione, dopo la magnifica illusione di Pasquetta.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018