Una vittoria che fa crollare i muri, scuotere il terreno e rivedere ancora e ancora, nella propria testa, le reti di ieri sera a Lecce. Per tutti in questa domenica il risveglio è stato dolcissimo. Ma c’è una domanda che aleggia nell’aria: Qual è il vero Pisa? La risposta è più semplice di quanto sembri. Ecco il perché.

LA CRESCITA – Usiamo la logica e il buon senso e prendiamo come punto di inizio gli ultimi 12 giorni, dalla vittoria 2-1 con l’Ascoli all’incredibile exploit di Lecce. Le statistiche dicono che nelle ultime quattro giornate il Pisa sia primo in classifica con 10 punti e non subisca gol da 3 partite. Quest’ultimo dato non avveniva dal 30 marzo 2019, quando ad Albissola in Serie C la squadra di D’Angelo non aveva subito per la terza gara di fila neanche un gol. Il Pisa ha interrotto anche la striscia negativa di reti subite in trasferta. L’ultima volta, prima di Lecce, che i nerazzurri avevano lasciato la porta inviolata fuori dalle mura amiche, era datata 1 settembre 2019. Inoltre il Pisa a Lecce non aveva mai vinto nella sua storia. Tutti ottimi segnali.

I MERITI – I meriti di questa crescita sono da ascriversi, ovviamente, ai dirigenti e all’allenatore, nonché ai giocatori. Al gruppo, un fattore evidenziato dalle dichiarazioni di Soddimo e Gucher di ieri sera a Dazn. Non era facile riuscire a tenere le redini di una nave in tempesta, rifuggire ogni critica e tenere la barra dritta, difendendo tutto e tutti. C’è voluta pazienza ed è stato necessario anche chiudersi nel silenzio, una scelta senza dubbio traumatica. Il Pisa ha valutato che questo non fosse il tempo delle parole, forse superflue, forse inutili e ha preferito lasciar parlare i fatti.

IL VERO PISA – Ma la domanda sorge spontanea. Qual è il vero Pisa? Quello visto negli ultimi 12 giorni, o quello delle prime 9 partite? Dottor Pisa, o mister Hyde? Potrebbe sembrare da paraculo, ma in realtà la logica (e non il sentimento) ci fa rispondere che il vero Pisa sia quello visto in queste ultime giornate. Una squadra scarsa, davvero scarsa, non sarebbe riuscita a riemergere dal pantano in cui si trovava precedentemente. Una squadra senza anima e abilità, non avrebbe mai vinto 0-3 a Lecce. Una squadra fragile non avrebbe mai portato a segno una striscia positiva di 3 partite senza subire gol. E allora la squadra delle prime 9 giornate che squadra era? Era una squadra che giustamente doveva essere criticata, per tirare fuori gli attributi. Non va dimenticato che quel Pisa si faceva gol da solo e spesso era in balia dell’avversario. C’era davvero ben poco da salvare e la fotografia di quel momento ci restituiva tutta un’altra situazione. Eppure, nel momento più difficile, la dirigenza ha sovvertito molte delle leggi del calcio. Mentre gli altri sostituivano i propri allenatori, il Pisa invece continuava a dar fiducia a D’Angelo e ormai, al tecnico nerazzurro, è evidente che il copione che ripete da anni piace tantissimo: Partire lento, a tratti lentissimo, per poi esplodere strada facendo. E quindi? Qual è il vero Pisa? La verità sta nel mezzo, il vero Pisa è sia questo, sia quello di inizio campionato, ma con un’unica grande differenza. Ora il Pisa ha la consapevolezza di poter far risultato davvero con tutti se vuole, se i giocatori sono in forma e se c’è la determinazione e la concentrazione per tutti i 90 minuti di gara. Ora questo Pisa conosce i propri limiti e i propri errori e ha imparato ad affrontarli e a correggerli. E questo ragionamento non cambia neanche se il Pisa martedì dovesse perdere 5-0 contro il Chievo, perché sapremmo quello che due settimane fa non sapevamo, ovvero che il Pisa può giocare ad armi pari con tutti. Se fino alla gara col Pescara il Pisa era riuscito a battere solo avversari di medio-bassa classifica, oggi sappiamo per la prima volta che il Pisa può vincere anche contro le grandi corazzate costruite per andare in Serie A, come faceva lo scorso anno quando non esisteva timore reverenziale nei confronti di nessuno.

LA RIVINCITA DEI CRITICATI – Sembra quasi fatto apposta, ma in questi 12 giorni a prendersi la più bella rivincita sono stati proprio i più criticati. Perilli, Benedetti, Soddimo, Palombi, Birindelli e Mazzitelli. Sei giocatori nel mirino delle critiche più aspre che hanno fatto parate determinanti, gol, assist e prestazioni sublimi. Questo Pisa passa anche da loro. Ma passa anche dalla nuova stella Sibilli, ieri ancora in gol dopo un’altra grande partita. Ormai la scena la sta rubando proprio lui e chissà che con l’esordio di Quaini non sia nato un altro campioncino, ma questo lo scopriremo solo nelle prossime partite.

LE CRITICHE – L’ultima grande domanda arriva per la stampa, anche per il sottoscritto. Le critiche delle scorse settimane erano troppo aspre? Ci eravamo sbagliati? Senza dubbio, oggi potremmo dire di esserci sbagliati. Io stesso avevo definito la prestazione di Ferrara da “pessimismo e fastidio”, giudicandola “vergognosa” e dicendo che erano “tutti in discussione”. Ma è vero anche il contrario ed era giusto dire quello che è stato detto. Perché quelle gare erano state giocate male, anzi malissimo. Come è giusto oggi riconoscere che le qualità che pensavamo avesse il Pisa alla fine del mercato di settembre erano giuste così come la sensazione di smarrimento provata dopo le prime 9 giornate. Ma forse è stato proprio mettendo in discussione tutto che i problemi sono stati risolti. Forse anche gli stessi giocatori si sono messi da soli in discussione, così come si è messo in discussione anche lo stesso tecnico Luca D’Angelo, che in una delle sue ultime interviste ha dichiarato: “Non mollerò mai. Ho tanta voglia di ribaltare la situazione per non perdere l’occasione di allenare il Pisa, per il privilegio che ho”. Forse è stata proprio questa umiltà a far rinascere questo Pisa, a far ricordare ai calciatori da dove erano venuti e cosa avevano passato per essere dove si trovano oggi. Forse è stato anche il carattere di Gemmi, un po’ burbero e un po’ scontroso, a far scattare tutti sull’attenti e, forse, è stato anche l’attaccamento di Giovanni Corrado, a spingere, urlando dalla tribuna, i propri calciatori, a restituire la dimensione di un gruppo che non era mai stato così unito. Quando si raggiunge il punto più basso ci si guarda negli occhi, si risolvono i problemi e si risale. Oggi il Pisa è una squadra di categoria e niente potrà più cambiare, quest’anno, le cose. Oggi il Pisa ha una responsabilità perché ci ha fatto vedere finalmente di che pasta è fatto. E il mercato di gennaio può essere solo un’occasione per potenziare un’ottima squadra, risolvendo quei piccoli difetti di cui abbiamo parlato fin da settembre, come un terzino sinistro o un centrale in più ad esempio.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018