Il presidente dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio e direttore della scuola allenatori della FIGC ha parlato a margine del’evento benefico “Sport e solidarietà in campo”, concedendosi in esclusiva. Figura storica del calcio italiano con un legame forte con la città di Pisa, ha parlato della promozione dei nerazzurri in Serie A, della tradizione calcistica della città e delle aspettative per la nuova stagione.

Partiamo dall’iniziativa benefica. La sua presenza qui è molto gradita alla città.
«L’iniziativa è importante, direi eccezionale, perché iniziative di questo genere che vanno a toccare l’animo delle persone, i sentimenti migliori, in un mondo come questo dove sembra che si sia dimenticato troppo cose».

Veniamo all’attualità. Il Pisa è tornato in Serie A.
«Sarei anche contento personalmente, visto comunque il passato. Mi aspettavo un derby Empoli-Pisa, poi non c’è stato perché l’Empoli è retrocesso, però sono contento per Pisa, che erano anni che aspettava questo evento.»

Che tipo di campionato si aspetta per il Pisa?
«Giocherà in quella parte di campionato… cioè, è da aspettarsi in quella parte di classifica dove ci sarà da lottare molto. Però la squadra lo scorso anno ha lottato fino alla fine, è stato un campionato esaltante.»

Che Serie A può fare il Pisa secondo lei?
«Difficile. Però il Pisa ha una tradizione di qualità di gioco. Sia lo scorso anno che negli anni passati, sia con D’Angelo che con Inzaghi, c’era tanta qualità di gioco. A Pisa vogliono vedere giocare bene, c’è poco da fare. Vogliono che la squadra si impegni e che giochi bene tecnicamente.»

Non è facile accontentare Pisa, insomma.
«Non è facile da accontentarsi, però questo è l’obiettivo dei tifosi. Poi, con il livello che sta salendo, per i dirigenti sarà forse l’anno più difficile degli ultimi trent’anni anche per allestire una squadra per la Serie A. Per forza di cose.»

Lei ha un legame particolare con Pisa.
«Io nel Pisa sono rimasto legato un po’ a Romeo, che mi aveva chiamato fra l’altro ad allenare il Pisa l’anno della retrocessione in Serie C che portò al fallimento.»

Un aneddoto curioso?
«Mi aveva chiamato e in quel periodo viaggiavo con la patente ritirata da un anno. Allenavo a Vicenza. Mi dicevano di andare senza patente, col rischio di essere fermato dai carabinieri. Arrivai a Vicenza e mi chiesi: “Come faccio?”. Chiamo il San Romeo. Lo chiamai. Romeo mi disse: “Che problemi ci sono?”. Lunedì vieni da me e la patente è sul tavolo.»

E poi?
«Mentre ero lì mi disse che avrebbe bisogno che un altro anno venissi a Pisa. E mi fece vedere il contratto che avevo a Vicenza, come faceva ad averlo?. Mi voleva dare un po’ meno, perché i viaggi da San Miniato a Pisa sono più brevi che a Vicenza. Poi è successo quello che è successo, ma io ho sempre continuato a seguire il Pisa»

Che emozione è stata vedere il Pisa in A?
«È una bella soddisfazione. Una bella soddisfazione per Pisa, per la città e per tutta la Toscana.»

Grazie mille, mister.
«Grazie a te.»

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018