Continuano gli approfondimenti dedicati agli eroi che hanno conquistato la promozione in Serie A. Oggi tocca a Marius Marin. Dalla promessa dopo la finale persa col Monza alla Serie A: il centrocampista romeno è il simbolo di una squadra che non ha mai mollato
Marius Marin ha mantenuto la promessa. Dopo quella maledetta sera del 29 Maggio 2022, con la finale playoff persa contro il Monza, aveva detto che non sarebbe finita lì. E infatti tre anni dopo, con la fascia al braccio e 244 presenze alle spalle, ha portato il Pisa in Serie A.
È il giocatore straniero con più presenze nella storia del club. Ma non è solo una questione di numeri: Marin è diventato un simbolo. Dal 2018 è cresciuto in silenzio, con grinta, corsa e sempre più qualità. Prima D’Angelo, poi Aquilani, ora Inzaghi: chiunque lo abbia allenato lo ha reso centrale nel progetto. Anche quest’anno, con 34 presenze, un gol e due assist, ha mostrato tutto il suo valore, tra letture difensive, ripartenze e lanci precisi. La sua crescita più importante l’ha ottenuta anche in nazionale, prima in under 21, poi con Adrian Mutu in panchina e adesso con l’ex tecnico nerazzurro, il santone Mircea Lucescu.
Marin e Touré hanno costruito intese importanti, decisive in partite chiave come quella contro il Sassuolo. E anche quando ha sbagliato, come sul rigore col Cosenza, non ha mai perso il sostegno del pubblico. Anzi, la tifoseria lo considera un patrimonio del club. Perché Marin non ha solo giocato per la maglia: ha scelto di farne una seconda pelle, a Pisa ha costruito una famiglia. Oggi è uno dei volti della promozione, domani potrebbe essere uno dei leader in Serie A.