Il presidente della FIGC Gravina è intervenuto su Sky per parlare di norme e meccanismi di regolamentazione, dall’introduzione di un nuovo organismo di vigilanza alle proposte per tentare di arginare l’incredibile mole di problemi che hanno afflitto, tra tutte le categorie, soprattutto la Lega Pro. Le novità basteranno o sarà solo un altro palliativo che non risolverà il problema? Si può fare meglio?
NUOVO ORGANISMO – Il presidente Gravina ha parlato di nuovi meccanismi e sperimentazioni in una macchina organizzativa già partita il 18 dicembre con l’adozione delle nuove licenze nazionali. Tra le idee messe in campo, riportate dal noto portale TuttoC, c’è senza dubbio quella interessante di un nuovo organismo di vigilanza da poter affiancare alla Covisoc per valutare la credibilità di chi entra nel calcio. Un’idea neanche troppo originale a dire la verità, poiché già messa in piedi nel pratico dall’ex presidente della Lega B, oggi a capo del credito sportivo, Andrea Abodi. Tra tutte le nuove proposte però questa risulta senza dubbio la migliore perché, a seconda di come possa essere implementata, offrirà un meccanismo di rating per tutti quei soggetti che volessero avvicinarsi all’acquisto di una società di calcio. Staremo a vedere perché il grosso della partita si gioca tutto qui.
RINUNCE E MANCATI PAGAMENTI – Gravina ha poi illustrato altre due idee da realizzare, come quella di escludere chi rinuncia a scendere in campo due volte anziché le attuali quattro, oppure quella di prevedere l’esclusione per chi non paga gli emolumenti per due bimestri. Si tratta di un inasprimento di regole già presenti, è vero, ma queste ultime due idee non convincono a pieno poiché si tratterebbe comunque di escludere delle società a campionato in corso.
QUALE SAREBBE UNA BUONA SOLUZIONE? – I problemi accaduti quest’anno a Pro Piacenza, Matera e che sono sempre più vicini a causare la morte di Cuneo e Lucchese, devono insegnare ai vertici del calcio ad operare diversamente, ovvero ad escludere preventivamente quelle società che non possono pagare. Forse la soluzione potrebbe essere quella di proporre la costituzione di un fondo per gli stipendi in cui le società professionistiche siano obbligate a versare prima dell’inizio della stagione, ma alla fine del calciomercato, le mensilità di metà campionato, di modo tale da permettere almeno di concludere la stagione a tutte le società iscritte. Chi non potrà ottemperare all’inizio sarà già escluso, mentre chi non riuscirà a pagare parte dei successivi 6 mesi avrà tempo fino a fine stagione per mettersi in regola, poi verrà escluso dal campionato successivo e radiato. Anche questa soluzione, ci rendiamo conto, ha le sue criticità, ma in federazione bisognerebbe cambiare il modo di pensare. Non più guardare al proprio orticello e alla campagna elettorale, non più cercare di rendere professionistiche più società possibili, ma tendere all’eccellenza, una parola forse troppo abusata in politica, ma che non vede mai davvero una applicazione pratica.