Ci sono talmente tanti motivi per i quali vedere questa partita che potrebbe apparentemente sembrare sciocco farne un articolo, ma in realtà il fascino di questo match non è mai abbastanza per non parlarne. Che dite? E’ già un motivo? Sì, per leggere l’articolo. Ecco i cinque motivi per non perdere Pisa-Fiorentina.
UNA SFIDA EVENTO – Il primo e più importante motivo, dal punto di vista storico, è l’evento racchiuso in questa gara. E’ vero che dopo 34 anni ogni gara è, di fatto, da vivere come tale, però la partita con la Fiorentina ha un fascino tutto suo. Il “derby dell’Arno”, affonda proprie radici nel passato e tra le due città c’è molto da dire. Non tutte le partite pesano allo stesso modo, è un mantra per i tifosi, una data da cerchiare per chi vive di calcio. All’Arena Garibaldi l’aria è più densa. Anche se provi a non pensarci, la testa va già alla prossima giornata. E’ stato il pensiero silenzio per tutta la settimana, c’è chi ha realizzato anche una sciarpa storica, Alessandro Cerri del Solo Pisa.
ALLA CACCIA DELLA PRIMA VITTORIA – Entrambe le squadre arrivano a questo appuntamento senza aver trovato il successo nelle prime giornate. Per il Pisa le sconfitte contro Roma, Udinese e Napoli, e il pareggio contro l’Atalanta all’esordio. Per i viola invece due punti in graduatoria. La Fiorentina è reduce dalla sconfitta casalinga contro il Como, maturata in pieno recupero, mentre prima ancora era arrivata un’altra prestazione negativa col Napol, sempre al Franchi, per 1-3. In questo senso i nerazzurri hanno fatto meglio con i Campioni d’Italia. Leggermente meglio i primi due match pareggiati contro Cagliari e Torino. Per Pioli è già quasi uno scontro da dentro o fuori. Per il Pisa quasi.
IL VERO DERBY DELLA TOSCANA – Si può dire ciò che si vuole, ci sono tantissimi derby in Toscana e il più noto resta Pisa-Livorno, ma il vero derby toscano è quello dell’Arno tra nerazzurri e viola, un derby che affonda le sue radici nella storia, tra Guelfi e Ghibellini, tra Pisa Repubblica Marinara e la successiva caduta, e Firenze a fare la voce grossa e la costante ricerca dello “sbocco sul mare”. Negli ultimi anni la situazione non è migliorata con la fusione dell’aeroporto Galilei e lo scalo fiorentino, ma sono anche epici alcuni scontri tra le due tifoserie nel corso dell’epoca Anconetani.
EX, CORSI E RICORSI STORICI – Quella di domenica sarà una partita importante nella storia di alcuni giocatori. A partire da Juan Cuadrado, che, tra gli altri, a Firenze ci ha passato un pezzo di carriera. Non sarà il solo perché c’è anche Mbala Nzola, che esordì in Serie A proprio contro i viola con la maglia dello Spezia prima di approdare a Firenze. Anche per Gilardino è un match che fa i conti col proprio passato, visto che in maglia viola ha giocato dal 2008 al 2012 segnando 52 gol in 132 partite in campionato e coppa, segnando anche 10 gol in 19 gare europee, ma è anche il derby del passato, di Carlos Dunga, che da Pisa passò a Firenze, stesso percorso di Mario Faccenda, con entrambi i giocatori (ma non sono i soli) che hanno disputato questo match con entrambe le divise.
ALLA RICERCA DELLA MATURITA’ – È un test di maturità vero: dopo Napoli e l’uscita in Coppa serve una risposta di carattere. A Torino i nerazzurri si sono visti poco in attacco e hanno subito un gol evitabile subito; ora rientrano i titolari rimasti a riposo e non ci sono alibi. Più concretezza negli ultimi 30 metri, massima attenzione sui dettagli difensivi. Touré è diventato imprescindibile, Tramoni insidia Moreo, Bonfanti se la gioca con Lusuardi; Vural è stata l’unica nota lieta e può dare pulizia. Con la Fiorentina non basta “restare in partita”: servono punti.