Da tempo ormai si discute dell’indagine “plusvalenze fittizie” da parte della procura federale, che si è tradotta da alcuni giorni in un deferimento per le società indagate e i suoi amministratori. Cerchiamo di capire cosa viene contestato esattamente al Pisa, ma sono molti i dubbi e le perplessità sulle accuse mosse alla società nerazzurra.

IL CASO PISA

L’INDAGINE – Il Pisa è una delle 11 società coinvolte nell’indagine della procura federale, a sua volta filone di un’altra indagine non a livello sportivo, nel merito delle sospette “plusvalenze fittizie”, ovvero la compravendita di calciatori il cui valore sarebbe più alto dell’effettivo valore del trasferimento. L’indagine è stata chiusa circa un mese fa notificando i club coinvolti di attivarsi per poter far valere le proprie ragioni e producendo delle memorie difensive.

COSA VIENE CONTESTATO E PERCHE’? – Al Pisa si contestano fondamentalmente due cose. La prima riguarda una presunta violazione dell’articolo 31 comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva “per avere contabilizzato nelle Relazioni finanziarie plusvalenze e diritti alle prestazioni dei calciatori per valori eccedenti quelli consentiti dai principi contabili”, mentre la seconda riguarda la presunta violazione dell’articolo 31 comma 2 del Codice di Giustizia Sportiva perché tali manovre avrebbero “inciso significativamente sui requisiti federali per il rilascio della Licenza Nazionale”. Il motivo per cui si contestano questi due comma è lo scambio Gori-Loria con la Juventus, avvenuto alla fine della stagione 2019/20. Gori venne venduto alla Juventus per 3,2 milioni di euro, mentre Loria al Pisa per 2,4 milioni. Per la procura federale che ha relazionato un fascicolo di quasi 300 pagine per le proprie indagini e un deferimento di quasi 200 pagine per notificare alle società le accuse, il Pisa avrebbe alterato i valori di questi due giocatori. Secondo la procura entrambi dovevano valere molto meno: Gori circa un milione di euro, Loria meno di un milione.  Nella relazione della procura inoltre non si tiene conto del precedente valore di Gori che fu acquistato dal Milan a 1 milione quando aveva 17 anni e che quindi, nel frattempo, al momento della vendita del Pisa alla Juve, era naturalmente aumentato in maniera congrua data la promozione in Serie B coi nerazzurri e i playoff sfiorati l’anno dopo. Ma come si fa a stabilire qual è il prezzo congruo di un giocatore? E’ questo che lascia perplessi. il prezzo di ciascun giocatore dovrebbe farlo il mercato, non certo la giustizia sportiva. Se io voglio vendere un oggetto per una cifra e qualcun altro è disposto a sborsarlo, questo dovrebbe essere affare esclusivo tra le due parti in causa. Ciò che lascia ancora più perplessi è che il procuratore, Chiné, ha stabilito questi valori sulla base del portale Transfermarkt, ovvero un sito di appassionati tedeschi che si occupa di valutare in via del tutto personale e indicativa i valori dei calciatori, spesso in maniera fallace e del tutto arbitraria. Il capo di accusa del secondo comma dell’articolo 31 di giustizia sportiva in sostanza cerca di provare che il Pisa ha alterato il proprio bilancio ai fini dell’iscrizione al campionato. Secondo le carte della procura, i nerazzurri sarebbero fuori da questo parametro di 500 mila euro. Anche questo lascia perplesso, ma il perché lo leggerete più avanti.

RISCHI – Cosa rischia il Pisa? A livello astratto, cioè prendendo in esame solo il codice di giustizia sportiva, nel migliore e nel peggiore dei casi in caso di colpevolezza, tutta da dimostrare, la società rischia una ammenda, una penalizzazione o la retrocessione. Quest’ultimo caso non si è mai verificato e la penalizzazione ha un solo precedente, quello del Chievo che fu penalizzato di un punto per ogni stagione in cui avrebbe alterato il proprio bilancio, ottenendo nel 2019 3 punti di penalizzazione. Ma il Pisa rischia davvero la retrocessione? E’ altamente improbabile, per non dire impossibile. Per far capire il paragone, questo sarebbe possibile, nella misura in cui domani possa scoppiare effettivamente una guerra nucleare. Una cosa possibile, ma altamente improbabile. Più realistico che, in caso di colpevolezza, si arrivi a una semplice ammenda o penalizzazione. Purtroppo le accuse del Pisa sono più dure rispetto a quelle poste alla Juventus o agli altri club di Serie A perché il Pisa, diversamente dalle altre, secondo la procura avrebbe alterato i bilanci. Chi scrive questo articolo ha visionato il bilancio del Pisa anno dopo anno e non ha mai registrato alterazioni, pur non esperto di finanza. Le relazioni del bilancio inoltre sono sempre state firmate da stimati professionisti anche di livello internazionale che ne hanno sempre approvato la validità e che, diversamente, avrebbero dovuto denunciarne le alterazioni, cosa che non è mai accaduta.

LA DIFESA DEL PISA – Come intende difendersi il Pisa? Ad occuparsi della difesa c’è il pool di avvocati dello studio Grassani e Associati, uno dei più importanti d’Italia che da anni assiste la società nerazzurra quando si è trovata nel mirino della giustizia sportiva. Come si apprende da Giovanni Corrado “il Pisa è l’unica società che si è presentata con gli amministratori diretti” in procura per mettersi a disposizione della giustizia. La società nerazzurra ha presentato una super-perizia tre settimane fa firmata dal professor Riccardo Losi della Luiss e presidente del collegio sindacale della Moncler, ma firmata anche dallo studio Uckmar, che opera tra Milano e Genova, fondato in passato da Victor Uckmar, considerato il padre del diritto sportivo in Italia, scomparso pochi anni fa. Tutto questo non è servito perché Il Pisa, nonostante le perizie, si è ritrovato un “deferimento copia-incolla”, come lo ha definito Corrado, che non ha tenuto conto di quanto chiesto dal Pisa. Su cosa punterà adesso la difesa? Principalmente per ribadire che l’operazione Gori-Loria è stata trasparente e, cosa ancor più importante, sul far capire come la società non avesse bisogno di questa operazione per l’iscrizione. All’epoca dei fatti era Enzo Ricci l’azionista di maggioranza e i soci, dal 2016 al 2020, hanno investito nel Pisa più di 40 milioni di euro. Inoltre la Viris Spa, l’azienda di Ricci, è in attivo di quasi 200 milioni di euro e certamente non è per 500 mila euro che il Pisa rischierebbe di non iscriversi. La società da anni versa gli stipendi regolarmente, spesso anche in anticipo, pagando tutti i fornitori senza lasciare debiti. Con una comprensibile frustrazione Corrado ha definito “Umiliante essere accostati ad un sistema dal quale siamo sempre stati distanti”. La stessa frustrazione che lo ha portato ad attaccare i propri inquisitori e anche la stampa, con quest’ultima responsabile solo di aver riportato fatti e regolamenti, senza mai aver dichiarato colpevole il Pisa. Lo stesso autore di questo articolo è sicuro dell’innocenza del Pisa che ha sempre agito con trasparenza, unica società da oltre 30 anni a pubblicare il bilancio e ad averlo portato in attivo.

DEFERIMENTI – Insieme col deferimento al Pisa, sono arrivati anche i deferimenti a 10 amministratori presenti e passati della società nerazzurra. Da Giovanni Corrado, direttore generale, amministratore e firmatario dello scambio Gori-Loria, passando per il presidente Giuseppe Corrado, Raffaella Viscardi, Mirko Paletti e Giovanni Polvani, alcuni non facenti più parte del CDA nerazzurro dopo il passaggio delle quote. Inoltre sono stati deferiti anche Alexander Knaster assieme a tutti i suoi collaboratori Marco Lippi, Stuart Grant Thomson, Stephen Gauci e Julie Michelle Harper. Ma cosa c’entrano Knaster e i nuovi proprietari del Pisa in questa situazione se i fatti sono precedenti al suo arrivo? In realtà nulla, ma solo per un cavillo sono stati “tirati in mezzo”, perché la procura per estensione giudica anche i bilanci successivi a quello 2020 come alterati perché “il presunto errore nel bilancio si trascina nel calcolo anche su i successivi”, un po’ come quando a matematica a scuola ci si dimenticava di riportare una cifra e questo inficiasse il risultato di un calcolo. Il rischio per i deferiti è di una squalifica o di una ammenda, ma anche in questo caso è legato strettamente al resto dell’inchiesta e ci stupiremmo se arrivassero delle sanzioni.

CHINE’ E GRAVINA – Come riportato dai colleghi di Cascina Notizie, sulla figura del procuratore Giuseppe Chiné aleggiano “Molte ombre sul procuratore federale, accumulatore seriale di incarichi, al centro di un paio di interrogazioni parlamentari su un eventuale conflitto di interesse” […] ” Chinè finirà subito nell’occhio del ciclone, con tanto di doppia interrogazione parlamentare. Chinè dal 16 febbraio è diventato il Capo di gabinetto del Ministro Franco al Mef. Un incarico di grande prestigio, che si è aggiunto a quello di Procuratore federale. Solo che nella dichiarazione di insussistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità ha omesso di comunicare proprio il suo incarico federale, segnalando come unico incarico presso enti pubblici o privati quello da Giudice tributario presso la Commissione di giustizia tributaria”, insomma il procuratore ha dimenticato di dichiarare una “plusvalenza” dei suoi incarichi. Un fatto non di poco conto perché la Federcalcio ha si natura privatistica, ma come ogni federazione percepisce finanziamenti pubblici”. L’inchiesta di Chiné non è vista di buon occhio neanche dal presidente della Figc Gabriele Gravina che ha sempre minimizzato: “Eviterei in questo momento ogni forma di processo sommario e mi rimetterei alle valutazioni corrette della magistratura, che ha strumenti più attenti e invasivi dei nostri. Stiamo studiando a livello di Uefa, in una commissione che ho l’onore di presiedere, di adottare accorgimenti che saranno inseriti nelle prossime licenze nazionali”.

EFFETTO SUL CAMPIONATO – L’effetto sul campionato di questa inchiesta quale potrebbe essere? Bisogna infatti capire se ciò che verrà deciso al processo si rifletterà sulla stagione attuale o sulla prossima. In entrambi i casi, anche se tutti fossero innocenti, sarebbe una noia di non poco conto, a meno che non sia la federazione stessa a stabilire con chiarezza che gli effetti dei processi si vadano a riflettere solo sul prossimo campionato. In assenza di tale indicazione, tutto potrebbe riflettersi sulla stagione attuale, con conseguenze problematiche per tutti. Perché dire questo? Perché secondo il precedente del Palermo (non per plusvalenze, ma per la penalizzazione di 20 punti del 2019) i playoff di Serie B vennero ritardati di due settimane, in attesa che si arrivasse al secondo grado di giudizio. Dato che la prima sentenza arriverà presumibilmente tra la fine di aprile e gli inizi di maggio, la Figc potrebbe dover ritardare i playoff per il secondo grado di giudizio. Sarebbe un fastidio per tutti.

PREOCCUPARSI O NON PREOCCUPARSI? – Le carte del deferimento descrivono una situazione grottesca e di cui si fa fatica a non pensare che non si possa risolvere tutto con una bolla di sapone. Sarebbe però sciocco sia minimizzare, sia pensare che il Pisa venga condannato. Perché? L’esperienza purtroppo insegna che storicamente la società nerazzurra ha avuto tante ingiustizie negli ultimi anni. L’attenzione deve rimanere alta e i toni devono rimanere bassi, avendo fiducia nel lavoro degli avvocati. Chi scrive queste righe non è preoccupato, ma non si fida del lavoro della procura federale. Eventuali giochi politici dietro le quinte potrebbero fare il resto ed occorre avere, ribadisco, la massima attenzione.

Bibliografia e fonti per l’articolo:
– Archivio La Nazione (per vicenda plusvalenze)
– Archivio Figc (per regolamenti e comunicati)
– Camera di Commercio di Pisa (per i bilanci del Pisa)
– Cascina Notizie (per ritratto del procuratore Chinè)

– Tutto Pisa (Per dichiarazioni di Giovanni Corrado)

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018