Nel 1910 una febbre alta mise a letto Enrico Canti, primo presidente del Pisa e fermò per un mese l’attività della squadra. Da quella pausa nacque il Pisa nerazzurro, i tesseramenti e l’omaggio all’Inter campione d’Italia, cambiando per sempre i colori del calcio pisano.
L’aneddoto è raccontato in uno dei volumi storici della libreria nerazzurra, Pisa Olè. All’inizio le maglie della squadra erano biancorosse, in linea con il gonfalone cittadino, e con quei colori lo Sporting disputò la sua prima partita ufficiale, il 16 Aprile 1910, contro il Porta a Mare. Canti era in campo e ricordava bene il dopo partita. “Quando tornai a casa, sentii la testa che mi scottava; mia madre volle misurarmi la febbre: 40! Restai un mese a letto e l’attività agonistica dello Sporting si interruppe per un mese. Ma fu periodo utile perché Ferruccio Giovannini e gli altri lavorarono a rinforzare la società, che era ancora fatta di ragazzi, pensando di farmi presidente, preparando qualcosa di simile a tessere di iscrizione. E fu cambiato anche il colore delle maglie, che diventarono nerazzurre, in omaggio all’Internazionale, che era la squadra del momento“. Una febbre forse trasmessa, ricordava Canti, da Zoppi, altro cofondatore, alle prese con una brutta bronchite.
Da quella sosta forzata nacque una società più strutturata. Ferruccio Giovannini, che sarebbe stato celebrato come “uomo del centenario” durante la gestione Anconetani, fu il grande regista di quella trasformazione. Nel 1910 aveva appena 15 anni e già da quattordicenne era stato tra i pionieri del pallone in città: non a caso Canti parlava di una “società di ragazzi”, capace però di organizzarsi come un vero club, con le prime forme di tesseramento e con la scelta, tutt’altro che casuale, di cambiare pelle. Il nuovo aspetto cromatico, secondo i ricordi del primo presidente, arrivò subito dopo quel mese di stop, probabilmente già dalla seconda partita ufficiale dello Sporting. Via il biancorosso, dentro il nero e l’azzurro. La società milanese, fondata nel 1908 e subito nerazzurra, nel 1909-10 aveva appena conquistato il primo dei suoi 18 scudetti, imponendosi come una delle grandi novità del calcio nazionale. Dopo quel primo titolo, tra risultati alterni e lo stop imposto dalla Prima Guerra Mondiale, dovette aspettare esattamente un decennio per festeggiare il secondo scudetto, vinto nel 1919-20. Proprio l’anno successivo, il Pisa si sarebbe spinto fino alla finale nazionale, persa a Torino contro la Pro Vercelli, diventando vice campione d’Italia: segno che quei colori scelti in omaggio ai nerazzurri milanesi si erano già legati a una storia sportiva ambiziosa.



