Guardando il match report si vede ancora meglio che tipo di gara è stata contro l’Inter. Meno possesso e meno presenza stabile nella trequarti, ma tanta corsa, grande lavoro sulle fasce e un’idea chiara di gioco anche contro una big.
POSSESSO E COSTRUZIONE – Sul possesso e sulla costruzione la differenza è netta: l’Inter chiude con molti più passaggi riusciti (quasi il doppio) e una precisione attorno all’87% contro il 77% del Pisa. Ancora più chiaro il dato nell’ultimo terzo di campo: oltre 130 passaggi riusciti in zona offensiva per gli ospiti, poco più di 30 per il Pisa. Vuol dire che i nerazzurri di Milano hanno passato molto più tempo stabilmente nella trequarti avversaria, mentre il Pisa è arrivato sopra a strappi. La distribuzione dei tocchi conferma il quadro: il Pisa gioca poco più di 500 palloni totali, di cui più della metà nella zona difensiva e solo una settantina nella fascia offensiva. L’Inter sale oltre 700 tocchi complessivi, con più di 200 palloni giocati nella metà campo di Scuffet. Dal punto di vista territoriale, il baricentro medio del Pisa resta intorno ai 46 metri, quello dell’Inter sopra i 52–53. In pratica il Pisa rimane blocco compatto ma basso, l’Inter gioca costantemente più alta e più vicina all’area pisana.
I TIRI – Se si guarda ai tiri, il divario non è enorme. Il Pisa finisce con 9 conclusioni contro le 13 dell’Inter, con poche vere parate per entrambi i portieri. Molti tentativi arrivano da dentro l’area, ma il problema sta nella precisione. Le occasioni davvero pesanti sono quella di Piccinini nel primo tempo e quella di Nzola a inizio ripresa. In entrambe le situazioni il Pisa costruisce bene, attacca lo spazio, ma non trova lo specchio per questione di centimetri. L’Inter, al contrario, ha bisogno di pochissimo per fare male: mezza palla sporca sui piedi di Lautaro e la partita cambia.
TRANSIZIONI E INDICI DI PERICOLOSITA’ – Il tema delle transizioni è forse il punto più interessante. Gli indici di pericolosità dicono che l’Inter è davanti nelle azioni manovrate, mentre il Pisa è più incisivo quando può correre in verticale. Ogni volta che Touré ha campo davanti a sé, il Pisa strappa in avanti e dà la sensazione di poter bucare la linea avversaria. L’azione del lancio per Nzola, con l’angolano che si presenta davanti a Sommer, nasce proprio da questo tipo di giocata: riconquista, conduzione forte, palla in profondità. È il marchio di fabbrica di questa squadra, e le statistiche lo confermano.
IL GIOCO SULLE FASCE – Sulle fasce il peso del Pisa è concreto. La squadra di Gilardino produce più di venti cross, con una buona percentuale di traversoni utili. Touré e Angori sono tra i migliori del match in questo fondamentale, sempre pronti a mettere palloni tagliati nell’area dell’Inter. Non è un caso che i numeri li premi anche nei passaggi chiave. Touré chiude con quattro key pass, secondo solo a Barella. È un dato importante, perché indica che non è solo uno sfondatore di fascia, ma anche un giocatore che crea situazioni da tiro per i compagni. Angori, dopo un avvio prudente, cresce e diventa un riferimento costante sulla sinistra




