A Bologna crollo totale: errori, nervosismo e poca concretezza. La squadra ha abbandonato la partita, ma non deve perdere la testa, ora più che mai. C’è anche un grande dubbio da risolvere al quale solo i giocatori sono chiamati a rispondere.
L’ANALISI – Dopo la riflessione a caldo del video di youtube (se lo avete visto sul mio canale, ma lo potete trovare anche qui sopra), è tempo di una riflessione più a freddo. La sconfitta del Dall’Ara è una fotografia impietosa dei limiti attuali del Pisa. Il 4-0 subito dal Bologna non lascia spazio ad alibi: i nerazzurri sono rimasti in partita appena mezz’ora, poi si sono sciolti alla prima difficoltà. L’avvio era stato incoraggiante, con l’atteggiamento giusto e qualche occasione per passare in vantaggio. Ma al primo errore difensivo, quello che ha portato al gol del vantaggio, si è spenta la luce. Da lì in poi, tra l’espulsione di Touré e due reti incassate in pochi minuti, il Pisa è uscito dal campo. Gilardino lo ha ammesso con franchezza: “Abbiamo abbandonato la partita, e questo non ce lo possiamo permettere”.
BOLOGNA SUPERIORE IN TUTTO – La Serie A non perdona. Soprattutto quando mancano compattezza e lucidità. Il Bologna si è dimostrato superiore in tutto, ha sfruttato ogni errore. Cambiaghi e Orsolini hanno fatto a pezzi le fasce, Moro e Odgaard hanno completato l’opera. L’espulsione di Touré, figlia di una gara già storta, ha reso tutto più difficile. Il centrocampo ha perso equilibrio, la difesa è crollata, l’attacco è rimasto isolato. Nzola non ha mai avuto palloni giocabili, Tramoni ha sprecato l’unica grande occasione del primo tempo. L’ingresso di Cuadrado non ha cambiato l’inerzia, e nel finale l’esordio del giovane Buffon è rimasto l’unico “sorriso” in una giornata da dimenticare, buono per i titoli dei giornali nazionali sul figlio d’arte che esordisce in Serie A.

QUEL SENSO DI IMPOTENZA E IL GRANDE DUBBIO – La cosa che preoccupa di più è il senso di impotenza trasmesso dalla squadra in alcuni frangenti che ci porta a porci una domanda. Qual è il vero Pisa? Quello capace di reggere contro Roma, Napoli, Atalanta e Fiorentina, o quello fragile e disordinato visto a Bologna? Il calendario finora è stato durissimo, con cinque avversarie su sei reduci dalle coppe europee, e questo va considerato. Ma la sconfitta con il Bologna ha mostrato limiti mentali e di tenuta che non si erano mai visti. Ora bisogna capire se le buone prove iniziali erano il segnale di una squadra in crescita o solo un’illusione. Se il Pisa saprà rialzarsi e dare continuità, potrà giocarsela fino alla fine. Se invece il crollo di Bologna segnerà un calo più profondo, allora la preoccupazione sarà inevitabile. La risposta, come sempre, dovrà arrivare dal campo, a partire dalla sfida col Verona.
VIETATO PERDERE LA TESTA E ISTRUZIONI PER L’USO DELLA SOSTA – Due settimane senza partite, ma con una classifica che non cambierà: il Pisa resterà ultimo fino al prossimo turno. Gilardino dovrà approfittarne per ricompattare il gruppo, ritrovare energie e fiducia dopo la pesante caduta di Bologna e l’assenza di Touré, pedina chiave in vista del Verona. È il momento più delicato da inizio stagione, quello in cui serve davvero l’equilibrio predicato dal tecnico in conferenza stampa. Non bisogna farsi travolgere dal pessimismo, né trasformare la sconfitta in un processo, anche e soprattutto da parte dell’ambiente. La squadra deve ritrovare se stessa, ma anche l’ambiente ha un compito preciso: restare vicino, come hanno fatto i tifosi al Dall’Ara, cantando “non ti lasceremo mai” anche sul 4-0. È da qui che si riparte. La parola d’ordine, per tutti, è una sola: vietato perdere la testa.