Quarto e penultimo appuntamento con le squadre che fecero l’impresa, nel nostro viaggio per celebrare il ritorno in Serie A del Pisa Sporting Club, con un pizzico di Amarcord. Questa volta tocca al Pisa 1986-87, quello di “ed è il due a zero” di Lamberto Piovanelli. Mettetevi comodi.
RIPESCAGGIO – Calcioscommesse. Tutto iniziò lunedì 14 aprile 1986, quando il procuratore della Repubblica di Torino, Giuseppe Marabotto, firmò dodici ordini di cattura e una quarantina di comunicazioni giudiziarie. L’inchiesta riguardava un giro di partite truccate e scommesse clandestine, per un valore di miliardi di lire. Le indagini erano partite da alcune intercettazioni telefoniche dell’anno precedente, che avevano fatto emergere un sistema organizzato di combine. Nell’estate del 1986 arrivarono i primi provvedimenti: squadre retrocesse, penalizzazioni, squalifiche per calciatori e dirigenti. Una stangata vera. Ma a Volterra, dove il Pisa era in ritiro, la notizia fu accolta con entusiasmo. Romeo Anconetani e la squadra vennero informati che, in seguito a quelle decisioni di primo grado, lo Sporting tornava in Serie A. Un ripescaggio inaspettato, che cambiava tutto. Simoni fu richiamato alla guida della squadra, e il primo obiettivo di mercato diventò Schachner, un nome importante per affrontare la massima serie. Il gruppo venne rinnovato, anche perché Berggreen e Kieft erano stati ceduti al Torino.
GIOIA STROZZATA – La festa però durò poco. Le nuove sentenze, arrivate in appello, modificarono tutto. L’Udinese fu riammessa in Serie A, pur con nove punti di penalizzazione, che l’avrebbero comunque condannata l’anno dopo. I tifosi pisani pensarono subito che si fosse voluto salvare il club di Zico, più vicino ai piani alti, piuttosto che ripescare il piccolo Pisa di Anconetani. Altre decisioni furono confermate, ma per il Pisa la mazzata fu pesante. Il morale della squadra ne risentì. Schachner, appena acquistato, fu rispedito all’Avellino e in cambio arrivò Cecconi. Arrivò anche Mario Faccenda dal Genoa, voluto fortemente da Simoni. Il gruppo si stava formando: c’erano già Bernazzani dall’Inter, Sclosa dal Bari, Cuoghi e Faccini dal Perugia. In ottobre sarebbe arrivato anche Davide Lucarelli, che si sarebbe rivelato uno dei migliori terzini dell’era Anconetani.
LA RABBIA – La rabbia e la delusione dei tifosi si trasformarono in una protesta civile ma fortissima. Durante la partita di Coppa Italia contro il Torino, lo stadio fu completamente disertato. Nessuno sugli spalti, solo striscioni, bare simboliche e lumini accesi. L’effetto fu surreale. Anche la stampa e le televisioni nazionali diedero risalto alla protesta. Così, tra amarezza e silenzio, iniziò il campionato di Serie B il 14 settembre, contro il Modena. L’ambiente era ancora scosso da quanto accaduto, e non sorprende che la gara finì con una sconfitta per 2 a 0. Un risultato che aveva un senso, viste le condizioni psicologiche della squadra. Alla seconda giornata, a Taranto, arrivò un pareggio beffardo nei minuti finali. Poi, finalmente, la prima vittoria. Alla terza giornata, contro il Catania, davanti al pubblico dell’Arena, il Pisa vinse 2 a 1. Segnò Caneo al 73’, pareggiò Polenta tre minuti dopo, ma poi Cecconi – appena arrivato – mise dentro il suo primo pallone stagionale. Da lì in poi, avrebbe segnato quasi soltanto gol pesanti.
AMBIENTE COMPATTO – La sentenza della Caf aveva scosso l’ambiente, ma alla fine lo aveva anche compattato. La tifoseria si strinse attorno alla squadra, con presenze importanti sia in casa che in trasferta. Dopo un’altra sconfitta contro il Bari, per un rigore trasformato da Cowans, arrivarono segnali positivi: una vittoria sul Cesena con un rigore di Sclosa e un pareggio con la Sambenedettese. Il campionato, però, era equilibratissimo. Tutte le squadre restavano vicine in classifica, in pochi punti. Il 26 ottobre il Pisa andò a Vicenza e perse 2 a 0. Nonostante il risultato, la dirigenza restava fiduciosa. I giocatori stavano crescendo, e la squadra cominciava a trovare continuità. Da lì partì una buona serie, che iniziò con il pareggio a Campobasso e proseguì con una bella vittoria contro il Genoa.

NEL VIVO DEL TORNEO – Contro il Genoa fu una giornata speciale. Le tifoserie erano gemellate, e prima del fischio d’inizio ci fu una sfilata di bandiere e sciarpe, a ricordare che il calcio può ancora unire, anche tra avversari. La partita fu dominata dal Pisa. Finì 2 a 0. Il primo gol lo segnò Sclosa con un tiro potentissimo da oltre trenta metri, all’incrocio. Era il 70’. L’Arena esplose. All’84’, in pieno forcing del Genoa, Cecconi partì in contropiede, servì Caneo, che con un tocco d’esterno anticipò il portiere. Gol e partita chiusa. Una vittoria netta, costruita con intelligenza e grinta. La doppia trasferta al Sud, contro Messina e Lecce, portò solo un punto. Il pareggio arrivò contro il Messina, che in quel momento era capolista insieme alla Cremonese. Poi due gare chiuse con lo stesso esito: 1 a 1 contro l’Arezzo e 0 a 0 contro il Bologna. Il Pisa faticava a ritrovare la vittoria. L’ultima partita del 1986 fu all’Arena contro la Triestina. Una gara importante, perché andò a segno per la prima volta in stagione uno dei protagonisti di quell’anno: Lamberto Piovanelli. Dopo il vantaggio di Pellegrini, Piovanelli segnò di testa, battendo il portiere Gandini. Da segnalare anche il ritorno in campo di Franco Ipsaro, fermo da mesi per un infortunio rimediato contro il Milan nella stagione precedente.
GIRONE D’ANDATA – Dopo la sosta invernale, la ripresa fu dura. Il Pisa andò a Pescara e, nonostante un buon primo tempo chiuso sull’1 a 0 con un gol di Pellegrini, nella ripresa subì tre reti. Finì 3 a 1 per la squadra di Galeone. Ma la reazione non si fece attendere. Nella giornata successiva, contro il Cagliari, il Pisa vinse 3 a 2. Fu una partita intensa. Pani portò avanti i sardi dopo un errore difensivo, poi pareggiò Cuoghi con un bel colpo di testa. Il Cagliari tornò in vantaggio con Pellegrini, ma ancora Cecconi, su respinta del portiere, trovò il 2 a 2. Il gol decisivo lo segnò Ipsaro su punizione, con l’Arena in delirio. Il girone d’andata si chiuse con una sconfitta contro la Lazio e un pareggio contro la Cremonese. Contro i lombardi fu Piovanelli a rispondere a Nicoletti con un gran gol dopo una serie di dribbling. Iniziava a vedersi la sua classe.
TRA ALTI E BASSI – Nel girone di ritorno il Pisa partì forte. Non subì gol per cinque partite. Vinse contro il Taranto con una doppietta di Sclosa, poi Piovanelli decise la sfida col Modena con un gran tiro da fuori. Dopo l’1 a 1 col Catania, arrivò un bel 2 a 0 al Bari, firmato ancora da Piovanelli e Cecconi. I due stavano diventando un tandem perfetto. Poi, come succede spesso in B, arrivarono alti e bassi. Sconfitte con Cesena e Parma, alternate a vittorie contro Sambenedettese e Vicenza, grazie anche ai gol di Mariani. La stagione entrava nel vivo. Contro Messina e Lecce arrivarono due vittorie fondamentali. Contro il Messina finì 3 a 1. Sclosa aprì le marcature su rigore, poi pareggiò Orati con un tiro sotto la traversa. Ma Cecconi e Piovanelli sistemarono tutto, entrambi di testa, facendo esplodere l’Arena. Contro il Lecce, il 3 marzo, si giocò una delle partite più belle dell’era Anconetani. Cecconi segnò tre gol: due volte portò il Pisa in vantaggio, due volte il Lecce pareggiò. Poi, al 93’, trovò lo spazio giusto, infilò il portiere e corse sotto la Curva Nord. Fu l’unica vittoria all’ultimo respiro in tutta la gestione Anconetani. Per rivederne una simile sarebbero passati vent’anni.

IL GRAN FINALE – Dopo quella grande corsa, però, il Pisa si bloccò. Cinque partite senza vittorie. Pesò molto la sconfitta a Bologna: il Pisa era avanti 2 a 1, ma subì due gol nel finale. A due giornate dalla fine, la classifica era strettissima: Cremonese prima con 42 punti, poi Pescara e Cesena a 41, Pisa e Genoa a 40. Dopo la sconfitta col Cagliari, Anconetani pubblicò un comunicato: il Pisa sarebbe andato in Serie A vincendo le ultime due partite. Contro la Lazio all’Arena, fu dominio totale. Dopo pochi minuti Piovanelli segnò di testa su cross dalla trequarti. Nella ripresa, su una rimessa laterale, partì un contropiede che ancora Piovanelli chiuse con il gol del 2 a 0. All’85’, errore del portiere laziale e palla a Cecconi, che segnò a porta vuota. Finì 3 a 0. Il Pisa era ancora in corsa. La Cremonese era ancora davanti, ma solo di un punto. Pisa, Genoa e Pescara inseguivano a pari merito, un punto sopra il Lecce. L’ultima giornata era a Cremona. Anconetani organizzò la trasferta con ogni mezzo: tre treni straordinari e migliaia di auto. Circa cinquemila pisani riempirono lo stadio. Mannini si infortunò prima della gara e in porta andò Grudina, alla terza presenza. Il Pisa attaccò fin dal primo minuto sotto la curva dei suoi tifosi. Al 28’ Cecconi fu steso in area. Rigore. Sclosa calciò freddo, spiazzando Rampulla: 1 a 0. Al 42’ arrivò l’azione più celebre della storia del Pisa in tv: Sclosa saltò due avversari a centrocampo, toccò per Cuoghi, che lanciò in area. Piovanelli si gettò sul pallone di testa e segnò. 2 a 0. “E fu il due a zero”, come disse mille volte il telecronista. Nel secondo tempo la Cremonese segnò con Nicoletti, ma non bastò. Finì 2 a 1. Il Pisa era in Serie A, insieme al Pescara. La Cremonese, in testa dalla prima all’ultima giornata, chiuse quinta, fuori anche dagli spareggi. Non si riprese più e fu eliminata con due sconfitte, 4 a 1 dal Lecce e 1 a 0 dal Cesena. Finiva così una delle stagioni più intense della storia del Pisa. Un campionato lungo, faticoso, ma forse il più bello mai giocato in Serie B dalla squadra nerazzurra.
Bibliografia:
– Il Pisa Fa 90
– Il Sogno Nerazzurro
– Pisa 1909, 100Pisa, un punto per ripartire
– Archivio Pisanellastoria