Il decreto di Piantedosi è stato sospeso. E questo, prima ancora che una notizia di cronaca, è la prova che quando Pisa fa squadra può spostare qualcosa anche a Roma. La città, le istituzioni, le associazioni, il mondo del tifo organizzato: stavolta davvero tutti hanno remato dalla stessa parte. Le reazioni del Centro di Coordinamento, dell’avvocato Nannipieri e della politica pisana.
Il decreto di Piantedosi è stato sospeso e il divieto di trasferta per i tifosi del Pisa è, di fatto, rientrato con un mese e mezzo d’anticipo rispetto alla scadenza iniziale. Una buona notizia che arriva dopo settimane dure e che ha un filo conduttore chiaro: stavolta tutta la città ha remato dalla stessa parte.
Da una parte c’è stato il lavoro silenzioso della società, che insieme alla Lega di Serie A ha aperto un dialogo diretto con il Governo, con il ministro dell’Interno e con il ministro Abodi. Il Pisa ha puntato molto sulla linea del ravvedimento: riconoscere quanto accaduto, dimostrare che da allora il comportamento delle tifoserie è cambiato, sottolineare che le gare successive sono andate via lisce, senza incidenti. È la strada che ha portato il Viminale a rivedere la misura, riconoscendo che il livello di rischio si è abbassato.
Dall’altra parte c’è stato il percorso dei tifosi e della società civile. Liana Bandini, il Centro di Coordinamento Pisa Clubs, le associazioni dei consumatori, Adiconsum, il CSI, i tanti comitati e il sindaco hanno scelto un fronte diverso: quello giuridico. Hanno impugnato il decreto davanti al Tar del Lazio, contestandone l’ingiustizia, la sproporzione, il carattere punitivo verso un’intera comunità. Prima il rigetto dell’istanza di sospensiva, poi la nuova iniziativa in autotutela del 4 Dicembre per chiedere la revisione del provvedimento. Una strada più conflittuale con il Ministero, ma altrettanto importante.
Sono due percorsi paralleli, non in conflitto fra loro. Uno ha insistito sull’assunzione di responsabilità e sul “buon comportamento” recente, l’altro ha picchiato sul tasto dell’iniquità del decreto. Insieme hanno costruito quello che l’avvocato Nannipieri ha definito un “movimento”: società, tifosi, Comune, avvocati, associazioni e singoli cittadini che, ognuno con i propri strumenti, hanno spinto nella stessa direzione per far tornare il tifo pisano in trasferta. Ed è giusto ringraziare tutti: il Pisa, la Lega, il sindaco e le istituzioni, il Centro di Coordinamento, Liana Bandini, gli avvocati che hanno lavorato praticamente solo per le spese vive, le associazioni di categoria, le realtà dei consumatori, i tifosi che hanno contribuito di tasca propria.
Il primo effetto concreto si è visto subito con Lecce-Pisa. Aperta la prevendita sul circuito Vivaticket, sono quaranta i tifosi nerazzurri che sono riusciti a prendere il biglietto per il settore ospiti del “Via del Mare”. Peccato non si sia potuto fare di più: la finestra di vendita è rimasta aperta meno di due ore, con tempi strettissimi per tutti. Ma, al di là del numero, è un segnale enorme. Dopo tre gare di stop, il Pisa ricomincia ad avere il proprio seguito lontano dall’Arena: una sorta di “Natale anticipato” per chi vive le trasferte come parte della propria identità.
Di seguito il comunicato del Centro di Coordinamento Pisa Clubs, il commento dell’avvocato Nannipieri e il commento del consigliere comunale Marco Biondi (PD), che aiutano a leggere la portata di questo risultato per la città.
“Comunicato Centro Coordinamento Pisa CLUBS
Il Ministero dell’interno ha disposto la sospensione del decreto del 21 ottobre scorso, con cui era stato vietato ai tifosi pisani di recarsi in trasferta per i successivi 3 mesi. A seguito di un’iniziativa del centro di coordinamento Pisa Clubs ampiamente partecipata dalla società civile e dalle istituzioni del territorio, che ringraziamo, il Decreto era stato impugnato davanti al TAR Lazio. Grazie al coinvolgimento che la comunità pisana aveva fatto convergere sulla questione, dopo l’iniziale rigetto dell’istanza di sospensiva davanti al TAR Lazio, il Centro di Coordinamento Pisa Clubs aveva proposto, lo scorso 4 dicembre, un’istanza con cui era stato avviato un procedimento di revisione (autotutela) finalizzato alla riduzione del divieto. Il Centro di Coordinamento non è a conoscenza di altre iniziative eventualmente intraprese a livello istituzionale che possano aver contribuito, insieme al nostro ampio coinvolgimento, al raggiungimento del risultato di oggi. Esprimiamo comunque la nostra grande soddisfazione per un risultato che ha dimostrato che quando una città è unita è sempre possibile arrivare ad ottenere importanti traguardi.
A conclusione si esprime un grande ringraziamento agli Avvocati Nannipieri ,Bottone, Bartalena e Favati che hanno preso a cuore la nostra iniziativa , chiedendoci solo le spese vive poi il CSI che ci ha affiancato e l Adiconsum c/cisl Associazione Consumatori e il nostro Sindaco che è sempre stato vicino a noi.
Si ringraziano e lo faremo personalmente, tutti quei tifosi che ci hanno aiutato per le spese e hanno creduto in noi, e che ci aiuteranno , speriamo, anche per le spese che il Tar Lazio ci ha condannato a pagare a breve comunicheremo il nuovo Iban.”
L’avvocato Lorenzo Nannipieri:
“La notizia di oggi ci rende naturalmente molto contenti. La storia è nota a tutti e credo sia anche abbastanza inutile riepilogarla. Quello che ci lascia la decisione di oggi è l’importanza di aver creato un movimento di opinione nella società civile, come Centro di Coordinamento, come tifosi singoli, come associazioni e con l’aiuto anche del Comune di Pisa, che si è speso in prima persona per questa vicenda.
Presumiamo che sia stata avviata anche qualche iniziativa da parte della società, questo naturalmente non lo possiamo escludere, anche se non abbiamo mai avuto comunicazioni formali in questo senso. In ogni caso il risultato di oggi è tangibile e sicuramente il merito di questo risultato è anche, se non soprattutto, di Liana Bandini, a cui vorrei attribuire i giusti meriti, e di tutte le persone che hanno sempre creduto in questa iniziativa, mettendola in luce, mettendo in luce il problema ed evitando che la questione passasse in secondo piano.
C’era stato un passaggio sfavorevole con un’istanza di sospensiva originariamente rigettata dal Tar Lazio; dopo la sospensiva il Centro di Coordinamento ha proposto un’istanza di autotutela, chiedendo all’amministrazione di intervenire per modificare il proprio provvedimento. Quello che è arrivato oggi è una modifica del provvedimento dell’amministrazione: questa notizia ci rende naturalmente estremamente contenti.”
Il commento di Marco Biondi (PD)
“La decisione del Ministero di sospendere il divieto di trasferta conferma ciò che avevamo denunciato fin dal primo momento: quel provvedimento era sproporzionato, incomprensibile e difficilmente giustificabile. Lo avevamo detto chiaramente: invece di analizzare con oggettività le cause e le dinamiche che avevano portato agli scontri di via Piave e riconoscere alcune problematiche — che avevano permesso ai tifosi del Verona di arrivare indisturbati in un’area notoriamente delicata — si era preferito colpire indiscriminatamente anche i sostenitori pisani.
Quella scelta rappresentava, nei fatti, una punizione collettiva che rischiava, e in parte l’ha fatto in queste settimane, di penalizzare un’intera comunità senza affrontare davvero le cause degli eventi di quel giorno. Per questo avevamo chiesto maggiore equilibrio, strumenti più mirati e un approccio che sapesse conciliare sicurezza e rispetto dei diritti.
Oggi il ritiro del divieto conferma che la città aveva ragione a battersi contro una misura ingiusta. È un risultato importante per la città, per i tifosi e per chi ritiene che le norme debbano essere proporzionate e mirate, non punitive verso un’intera comunità.
Resta però un punto essenziale: quando provvedimenti così pesanti vengono adottati e poi revocati, è doveroso che il territorio chieda spiegazioni. Pisa merita risposte, non provvedimenti calati dall’alto e poi ritirati, e scelte equilibrate, che tutelino la sicurezza ma anche il diritto a partecipare e sostenere la propria squadra.”
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