Dalla sala stampa dell’Arena Garibaldi il tecnico nerazzurro Rolando Maran, in conferenza stampa (eccezionalmente di giovedì) anticipa i temi della trasferta contro il Venezia di sabato pomeriggio allo stadio “Pierluigi Penzo”.

Si può parlare di scontro salvezza?

La guardo spesso la classifica, me la sono anche stampata. Dev’essere un ulteriore stimolo per far bene a Venezia. Il tempo dirà se sarà salvezza o meno, ma questa è una partita dove probabilmente bisogna tirare fuori un certo tipo di spirito che è quello di una squadra che deve aggrapparsi a qualsiasi episodio per portare a casa il risultato. Non dobbiamo sperare nella fortuna, ma avere la capacità di portare gli episodi dalla nostra parte.

Umanamente come si sente?

Sono convinto che nel momento in cui ne usciremo, perché ne usciremo, saremo ancora più forti e beneficeremo di questo periodo negativo traendone spunti positivi. Io sono soddisfatto degli allenamenti, vorrei vedere quello che ho visto in allenamento questa settimana sabato pomeriggio. I ragazzi mi stanno dimostrando grandissimo impegno. Sanno che dobbiamo dare il massimo

Come ha visto la squadra, anche dal punto di vista della vicinanza all’allenatore?

Ciò che vedo da parte dei ragazzi è grande attaccamento, mi dispiace che non si riesca a portare a casa tutto quello che vorremmo. Qualcosa dal punto di vista psicologico ci tormenta. Solo allenandosi in un certo modo si può uscirne. Può bastare una scintilla che possa aiutare, ma in settimana ci siamo aiutati e ci stiamo aiutando da squadra. Al di là dello stato d’animo, ho un gruppo di ragazzi che sta spingendo forte. Se non fosse così sarei più preoccupato. Siamo scocciati e avvelenati per chi ci segue ovunque. Dobbiamo andare oltre col lavoro senza mollare di un centimetro.

Il gol di Masucci poteva essere la scintilla?

Sì, poi mi fermo… Si sono incrociati due giocatori, ma lasciamo perdere. Quella comunque sarebbe potuta essere una scintilla.

Come stanno invece i giocatori? 

Masucci è ancora in forse, è meno grave di quanto sembra Esteves ha fatto la prima settimana un po’ con la squadra un po’ no, ma conto di portarlo. Gliozzi è recuperato.

C’era lo stato maggiore del Pisa per tutta la settimana a San Piero a Grado. E’ stato d’aiuto?

Avrei voluto che tutti venissero agli allenamenti. Per far rendere conto di come ci stiamo allenando e di come stiamo remando dalla stessa parte. Tutto questo è vicinanza, sostegno e supporto. E’ così perché, al di là del dispiacere di questo momento, abbiamo uno stadio che ci spinge.

Ci saranno oltre 500 tifosi a Venezia

Il nostro stato d’animo ci impone di voler restituire il supporto del pubblico.

Quando una persona è malata o convalescente si copre un po’ di più. Cosa pensa di fare a Venezia?

Se andiamo a vedere siamo la squadra che ha subito meno tiri in porta di tutto il campionato. Purtroppo la verità è questa, concediamo poco, ma paghiamo tutto a caro prezzo. Nel volume delle cose, numeri alla mano concediamo poco. Al momento però non basta, dobbiamo concedere ancora meno e con meno facilità.

Si riesce poco, in attacco, ad essere pericolosi sulle fasce in fase offensiva. Come lo spiega?

Siamo andati probabilmente un po’ peggiorando e ciò succede quando lo stato d’animo dei giocatori è negativo, incide sulla fantasia. Davanti non siamo riusciti mai a dare continuità, visti anche gli infortuni. Abbiamo determinato meno, ma abbiamo lavorato su questo aspetto durante la settimana.

Quanto manca alla squadra un leader vero in campo, come Caracciolo che non c’è? 

In un momento così dobbiamo sentirci tutti dei leader, io per primo che, in questa settimana, ho cercato certezze in entrambe le fasi. Molto spesso perdiamo identità appena subito gol, cercando cose diverse rispetto a quelle che siamo abituati a fare. Invece noi dobbiamo avere costantemente una identità che ci porta ad avere un impatto di squadra forte, senza essere condizionati dagli episodi negativi.

La partita col Venezia può essere decisiva anche per il tuo lavoro a Pisa?

E’ l’ultimo dei miei pensieri, ciò che conta è il Pisa e la vittoria. Non dobbiamo pensare che sia decisiva. Dobbiamo pensare di avere la lucidità di affrontarla nel modo giusto. La settimana è stata incentrata sul mantenere una identità precisa durante tutta la partita. Dobbiamo avere una linea da seguire. Siamo squadra fino alla fine, nessun episodio dovrà condizionarci. Non dobbiamo avere altri pensieri se non questo.

Anche la squadra ha la consapevolezza di dover uscire dalla crisi, guardando la classifica?

Sì, c’è questa consapevolezza di dover uscire da questo momento chiave. Non dobbiamo dimenticare la classifica e dobbiamo averla sempre davanti agli occhi. Bisogna andare alla ricerca di questa scintilla. Non aspettarla. E non vedo voci fuori dal coro.

Nell’ultima partita ha rinunciato a Nagy, probabilmente perché non aveva iniziato nelle migliori condizioni la stagione e anche Mastinu. Potrebbero essere utili entrambi sabato?

Sono due giocatori molto importanti per me, nell’economia della partita. Con Nagy ho parlato l’altro giorno dicendogli che forse dovevo dargli una pausa prima. A volte serve anche fermare un giocatore per far sì che abbia uno scatto in più. Mastinu è un giocatore che, per l’economia della squadra, può coprire più ruoli ed è importantissimo. E’ una squadra che ha degli uomini prima ancora che dei giocatori. In alcuni c’è ancora la scoria di una finale persa, ma stiamo prendendo coscienza di ciò che stiamo vivendo ora. Per come li ho visti questa settimana mi sento forte.

Senti tutta la fiducia dell’ambiente, non ti senti in discussione?

Chi si deve mettere sempre in discussione sono proprio io, è la mia coscienza che lo impone. Di tutte le voci che si sentono non deve interessarmi, io devo solo trasmettere le cose giuste alla squadra, non ansie. Esiste l’allenatore che deve fare il bene della squadra e io sono concentrato su questo.

Il Venezia è un avversario in difficoltà quanto il Pisa

Per noi l’avversario conta poco in questo momento, se andiamo a valutare le partite giocate siamo stati noi stessi il problema. Dobbiamo pensare a noi stessi.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018