Oggi si gioca una partita che va oltre tutto. Oltre la classifica, oltre il momento, oltre la burocrazia e le decisioni fuori di testa dell’Osservatorio e del Ministero. Milan-Pisa è un evento, uno di quelli che si aspettano da una vita intera, ma per forza di cose sarà come un urlo spezzato.
Doveva essere una festa. Migliaia di pisani pronti a colorare San Siro, a farsi sentire nel tempio del calcio. E invece, per colpa di una decisione assurda, a Milano non ci potrà andare nessuno. Ma nonostante il divieto e il rigetto da parte del Tar della sospensiva per il provvedimento, il Pisa non sarà solo. Perché la passione non la puoi fermare con una firma o un decreto.
Per me è la partita della vita. Avevo sei anni quando ho visto per la prima volta l’Italia e il Milan di Baggio e mi sono innamorato del calcio. Poi è arrivato il Pisa, e da allora tutto ha preso un altro senso. Domani porterò con me il mio libro, con quel sottotitolo che sembra scritto apposta per questo momento: “Da Fossombrone a San Siro”. Non potrò viverlo neanche io come avrei voluto.
Eppure sarà una partita importantissima, con 50 paesi del Mondo che trasmetteranno l’evento in mondovisione. Nelle prossime ore infatti la società pubblicherà anche una mappa con tutte le trasmissioni, un modo per presentare a tutti questo grande evento.
A San Siro ci andrà una squadra, ma insieme a loro ci sarà una città intera. Da lontano, da ogni casa, da ogni bar, da ogni curva che aspetta di esplodere di nuovo. I giocatori entreranno nella tana del diavolo, ma non saranno soli. Li spingeremo tutti, anche a distanza. Perché il Pisa, quando scende in campo, porta sempre con sé il cuore di chi lo ama.



