Il gol preso al 95’ a Reggio è l’ennesima beffa di un campionato in cui il Pisa, giocando comunque molto bene, sta però lasciando per strada tantissimo. I nerazzurri avevano fatto la partita giusta, erano avanti fino all’ultimo respiro, poi l’ennesimo episodio nel finale ha trasformato una vittoria pesante in un semplice pareggio. Due punti andati via così, in un attimo.
Non è la prima volta. Era già successo col Milan, con il gol subito nel finale che ha cancellato un risultato di enorme valore tecnico e morale. Anche lì, gara preparata bene, squadra ordinata, occasioni costruite. Ma di nuovo, nel momento decisivo, un episodio, che ha mandato in gol Athekame tha girato tutto. Altri punti svaniti quando ormai sembravano in tasca.
E poi c’è il blackout di Torino. Forse la partita che racconta meglio di tutte il potenziale di questo Pisa e allo stesso tempo i suoi limiti di gestione. Nerazzurri avanti, in controllo, la fuga fino al 2-0, poi è bastato pochissimo per farsi raggiungere con quel crollo improvviso che ha riportato in partita i granata grazie alle reti di Simeone e Adams.
Non ci sono però solo gli errori e le distrazioni del Pisa. In questo cammino ci sono anche episodi arbitrali che hanno inciso. La gara con la Fiorentina resta un punto fermo: decisioni discutibili, episodi chiave girati nel modo sbagliato, la sensazione concreta che, con una direzione diversa, sarebbero potuti arrivare altri due punti. Stesso discorso, su scala minore, per il punto perso a Napoli, dove alcune scelte hanno condizionato il risultato finale.
Se si mettono in fila tutte queste situazioni – Sassuolo, Milan, Torino, Fiorentina, Napoli – il quadro è chiaro. Chi continua a dire che il Pisa “è da retrocessione” sbaglia bersaglio. I limiti ci sono, nessuno lo nega: cali di concentrazione, gestione dei finali di gara, qualche ingenuità di troppo. Ma dal punto di vista del valore della squadra e delle prestazioni offerte, il campionato racconta altro.
Basterebbero anche solo 4 o 5 punti in più, tra vittorie sfumate e torti arbitrali, per parlare di una classifica completamente diversa. Con quel margine, il Pisa sarebbe stabilmente in zona metà classifica, lontano dal panico della zona retrocessione e con un’altra percezione dall’esterno. E questo senza neppure immaginare una stagione “perfetta”, ma semplicemente più lineare negli episodi.
Per questo la lettura va capovolta. Non è una squadra che sta arrancando “nonostante” il gioco. È una squadra che sta pagando a caro prezzo ogni minimo errore, ogni calo, ogni fischio storto. Ma che ha dimostrato, contro avversarie di livello e in campi difficili, di potersela giocare alla pari.
La verità è che questo Pisa ha dimostrato di essere molto più forte di quanto si pensi guardando solo la classifica attuale. Non stiamo dicendo che il Pisa sia una squadra di metà classifica, ma che sta giocando come tale e avrebbe punti tali da essere in quella zona di classifica, senza averli lasciati per strada. Gli episodi lo stanno nascondendo, ma i segnali sono chiari: con un minimo di continuità in più parleremmo di un’altra stagione.



