Il rischio è quello di un effetto domino. Se la classifica si allunga cambierà anche la forza del club al tavolo delle trattative e diventerà tutto più caro e più difficile.
L’entusiasmo della promozione ha fatto da benzina per mesi, come direbbe Gilardino. Ha dato coraggio, margine, anche una certa leggerezza. Poi però arrivano le sconfitte, il campionato si “normalizza” e la classifica smette di perdonare, ma soprattutto la mancanza di risultati inizia ad incidere sul morale dei calciatori. È qui che la crisi diventa pericolosa, perché non si ferma al campo e può allargarsi al mercato.
Il meccanismo è semplice. Restare agganciati alla zona salvezza tiene aperte porte. Ti permette di presentarti al tavolo delle trattative con un giocatore dicendo: “Qui ti giochi qualcosa con noi, qui puoi incidere e salvarti”. Se invece scivoli a sei punti, o comunque perdi contatto dalle rivali dirette, cambia la percezione. Non è più un progetto in bilico, diventa una rincorsa. E nel calcio, quando chiedi a qualcuno di arrivare “a salvare la squadra”, stai alzando la richiesta e quindi il prezzo.
Il tema non è solo tecnico, è psicologico e contrattuale. Un profilo da Serie A, uno che dovrebbe alzare subito il livello, valuta tre cose: probabilità di salvezza, contesto tattico in cui rendere, e rischio personale. Se vede una squadra mentalmente fragile e con pochi punti, quel rischio sale. E quando il rischio sale, o rifiuta, o chiede garanzie forti: stipendio più alto, bonus salvezza pesanti, magari un contratto più lungo o clausole d’uscita. Tradotto: diventa tutto più caro e più complicato.
C’è poi un altro aspetto: la concorrenza. Le squadre che lottano per lo stesso obiettivo, se sono davanti di qualche punto, diventano automaticamente più attraenti. Perché offrono la stessa vetrina ma con più possibilità di restare in A. Quindi il Pisa rischia di trovarsi a inseguire sugli stessi nomi, ma partendo svantaggiato.
A quel punto si apre un bivio scomodo. O investi molto di più per “forzare” arrivi importanti (cosa che sappiamo non essere nel dna della società), o abbassi il target e prendi altre scommesse, giocatori in cerca di rilancio, o profili che accettano proprio perché hanno meno mercato. Col rischio di un azzardo doppio.
Ecco perché la crisi di oggi è anche una questione per gennaio. La classifica non incide solo sul morale: incide sulla credibilità del progetto nel breve periodo. Per restare appetibile devi restare vivo, dentro la lotta. Per questo le prossime partite pesano come macigni per quello che diranno al mercato. Se il Pisa resta attaccato, può ancora scegliere. Se scivola, rischia di dover comprare in emergenza. E in emergenza, quasi sempre, paghi di più.



