La copertina di oggi non poteva che ispirarsi alla metafora della ciurma unita che ieri mister Gilardino ha evocato in conferenza stampa, per altro tanti calciatori del Pisa seguono l’anime giapponese One Piece. Oggi pomeriggio sarà l’Arena il centro del campionato, almeno per la lotta salvezza. Pisa-Parma è una tappa pesante nella corsa e le due squadre sono lì, divise da un niente in classifica.
PARTITA VERA – È uno scontro diretto vero, il primo di una serie di quattro che può indirizzare la stagione. Vincere all’Arena significa tenere dietro una rivale che punta allo stesso obiettivo e mandare un segnale forte al campionato. In questo momento del percorso vale tutto: Ogni contrasto vinto, ogni secondo pallone, ogni corsa in più.
OCCHIO A PELLEGRINO E CUTRONE – Davanti c’è un Parma con qualità tra le linee, esterni che sanno saltare l’uomo e attaccanti che non perdonano, con un occhio speciale a Pellegrino e Cutrone. Allo stesso tempo però concede, lascia spazi, soffre quando viene attaccata con decisione e quando viene messa sotto fisicamente. È qui che il Pisa deve infilarsi, con ordine dietro e cattiveria nelle ripartenze. Blocchi bassi quando serve, linee strette, poi strappi in avanti per colpire.
DOPO L’INTER – Il Pisa arriva alla gara con una consapevolezza diversa rispetto a qualche settimana fa. Contro l’Inter la squadra ha dimostrato di poter stare in campo anche contro una corazzata, restando compatta e trovando ripartenze pericolose. Nzola e Meister hanno fatto a sportellate per novanta minuti, il gruppo ha retto l’urto e ha messo in difficoltà un avversario sulla carta superiore. La linea è quella: umiltà, organizzazione, ma senza paura.
LE STORIE DEL MATCH – Dentro questa sfida ci sono anche tante storie. Gilardino ritrova una piazza che ha segnato la sua carriera di giocatore, con stagioni importanti e un allenatore come Prandelli che lo ha aiutato a diventare quello che è stato. In panchina porta quelle lezioni qui, nel suo Pisa, con l’idea di una squadra che lavora sui dettagli, si allena tanto anche sul piano individuale e sa adattarsi partita per partita. C’è anche Buffon junior, che porta sulle spalle un cognome che a Parma è un pezzo di storia.
IL PISA IN CAMPO – In campo il Pisa recupera pedine importanti. Akinsanmiro e Vural tornano a disposizione, Lusuardi ed Esteves sono di nuovo nel gruppo. La scelta tra i pali resta aperta, con Semper leggermente avanti ma Scuffet pronto dopo l’ultima buona prova. Dietro il 3-5-2 dà equilibrio, con la solita difesa fisica e attenta. In mezzo Aebischer, Piccinini, Marin e tutte le alternative danno corsa e centimetri. Sugli esterni serve una partita totale: copertura profonda quando il Parma si allarga, spinta appena si apre un corridoio per ripartire. Davanti il faro resta Nzola. Sta bene, tiene palla, si guadagna falli, attacca lo spazio e sa colpire sia su azione che dal dischetto. Questa potrebbe essere una delle ultime notti in nerazzurro prima della Coppa d’Africa, poi il Pisa dovrà fare a meno di lui e di Akinsanmiro per un ciclo di gare. Un motivo in più per spremere ogni goccia di energia da questa partita e sfruttare fino in fondo entrambi.
LA BOLGIA – Fuori dal campo, l’Arena deve fare la sua parte. La Curva Nord ha chiamato tutti a trasformare lo stadio in una bolgia, e questa volta può davvero fare la differenza. Non ci saranno tifosi ospiti, non ci saranno colori diversi dal nerazzurro sugli spalti. È il momento di far sentire a chi arriva che qui non si passa facilmente, che questo stadio è tornato a essere un posto scomodo per chiunque.
LE PAROLE DI GILARDINO – Per questo serviranno tutte le parole che lo spogliatoio si ripete da settimane: sacrificio, coraggio, pazienza dentro la partita, perseveranza nei momenti difficili. Come ha detto il mister la Serie A è un mare che non perdona le distrazioni, ma un gruppo unito, con una città alle spalle, può arrivare in porto.



