La società dovrà decidere quanto e su chi puntare del gruppo della promozione. Molto passerà dalla scelta dell’allenatore, serve un tecnico che dia continuità e valorizzi chi c’è già, oppure bisognerà cambiare molto.
Con l’addio ormai certo di Filippo Inzaghi, il Pisa si trova davanti a un bivio. Da una parte la scelta del nuovo allenatore, dall’altra la valutazione della rosa che ha conquistato la Serie A. Una rosa che, per larghi tratti della stagione, ha mostrato compattezza e spirito di sacrificio. Ma saranno davvero in tanti ad avere spazio e ruolo anche nel massimo campionato, senza il tecnico per il quale si sarebbero buttati nel fuoco?
Molti giocatori hanno speso parole importanti per Inzaghi, considerato non solo un tecnico ma un punto di riferimento. Senza di lui, qualcuno potrebbe perdere certezze. In particolare quei profili meno quotati per la Serie A, ma che proprio grazie alla guida di Inzaghi hanno reso più del previsto, anche solo per grinta e senso del gruppo.
Ora la società dovrà capire quanto puntare sul blocco promozione e quanto rinnovare. Un dilemma non banale. Lo Spezia, per esempio, nel 2020 confermò buona parte della rosa e si salvò, nonostante lo scetticismo. Nove titolari su sedici erano già in squadra in B. A fare la differenza fu la continuità, tecnica e umana.
Nel caso del Pisa, molto passerà dalla scelta del nuovo allenatore. Serve un profilo capace di dare fiducia a chi c’è già, ma anche di alzare il livello con innesti mirati. L’obiettivo non è solo salvarsi, ma farlo senza buttare via l’identità che ha portato il club fin qui.