A me, così, questa Coppa Italia proprio non piace. E’ inutile, favorisce eccessivamente le grandi e non è neanche organizzata direttamente dalla Figc, bensì dalla Lega di Serie A. Il che la rende a tutti gli effetti una Coppa di Lega e non una vera coppa nazionale. Prendiamoci qualche minuto per sfogarci lucidamente contro la più brutta competizione di questo tipo in Europa.
I DUE OBIETTIVI DEL PISA – Questa sera il Pisa dovrebbe puntare a due obiettivi: Uscire dalla competizione e far giocare i calciatori meno impiegati perché collezionino minutaggio in vista di poter essere titolari più avanti. Uscire sarebbe vitale in un momento come questo nel quale la squadra veleggia all’ultimo posto, inoltre domenica c’è il derby con la Fiorentina e le energie vanno centellinate. Non c’è quindi bisogno di aggiungere altro.
PERCHE’ LA COPPA ITALIA COSI’ E’ INGUARDABILE – Ci sono tanti, troppi motivi per i quali la Coppa Italia è ormai divenuta una competizione con poco fascino, anche se l’anno scorso l’ha vinta il Bologna che non la faceva sua dagli anni ’70. Il primo è nell’introduzione: questa è una Coppa di Lega a tutti gli effetti con la Serie A che entra in gioco a partire dai trentaduesimi, oppure (altra cosa assurda) addirittura dagli ottavi, mentre dietro se la giocano nei turni inferiori tutte le squadre di Serie B e alcune di C. Senza un vero criterio sensato, almeno per me che vi scrivo l’articolo. Si gioca sempre sul campo della migliore classificata all’inizio e ovviamente questo non va a beneficio dello spettacolo perché non interessa a nessuno vedere. Le semifinali sono l’unico turno in cui si gioca andata e ritorno. Un’altra scelta senza senso di questa competizione.
COME RINVERDIRE LA COMPETIZIONE? – Stiamo parlando di una delle competizioni più belle d’Europa potenzialmente, che dal punto di vista del marketing aspetterebbe solo di essere venduta al migliore offerente. I modelli migliori a cui ispirarsi? Quelli della Coppa di Francia e della Fa Cup, ma la mia preferita è la competizione transalpina nella quale nei primi turni vengono coinvolte anche squadre della Martinica francese, un posto sperduto nei caraibi, dove per arrivare è necessario volare per 24 ore. L’ideale sarebbe coinvolgere tutte le società professionistiche e quelle dilettantistiche, ma in Francia e Inghilterra fanno addirittura peggio, facendo giocare perfino squadre delle competizioni ancora più basse. Se non anche in Germania o in Spagna, dove si arriva all’ottava categoria. Dei cinque top campionati europei l’Italia è quella che ha la competizione più brutta sotto tutti i punti di vista. Quanto sarebbe bello vedere Ligorna-Juventus o Clodiense-Napoli ai primi turni d’estate, o magari vedere il Gela sbattere fuori il Palermo nei primi turni, o l’Empoli farsi fare lo sgambetto dal Tau Altopascio. In Italia tutto questo non lo vedremo mai. Eppure sarebbe magnifico giocare in questi piccoli stadi con la possibilità di ospitare una big, che potrebbero anche usare l’incasso per migliorare i propri impianti. Utopia.
LE IMPRESE IN EUROPA – Dall’Europa delle coppe nasce la favola più bella: il Calais 2000 in Coppa di Francia, dilettanti veri, che eliminano Strasburgo e Bordeaux e poi perdono il trofeo col Nantes in finale solo su rigore al 90’, con Landreau che fa alzare la coppa anche al capitano Becque. Più recente l’Arminia Bielefeld: dalla 3. Liga fino alla finale di DFB-Pokal dopo aver fatto fuori il Leverkusen campione in carica. C’è pure chi in Fa Cup ha vinto retrocedendo in Championship, come il Wigan. Imprese che noi ci sogniamo.. E in Italia? Negli anni Venti l’unico trionfo “non di A” resta il Vado del 1922, Coppa Italia vinta da una squadra fuori dall’elite. Così, questo modello proprio non va, ma nessuno farà niente per cambiarlo.