E’ un silenzio stampa record per quanto atipico quello del Pisa nelle ultime settimane. Oggi infatti, per la quinta volta di fila Alberto Aquilani non parlerà ai giornalisti. Vediamo, confrontandolo col passato, perché si può parlare di record e perché è atipico, ospitando anche una memoria storica pisana, il collega giornalista Renzo Castelli.

SILENZIO STANCA – Possiamo dirlo senza vergognarci. A volte un bel silenzio stampa può risparmiare inutili frasi fatte e preconfezionate che ci vengono propinate da parte di calciatori e allenatori. Quante volte ci è capitato di sentire spesso le stesse frasi? Spesso ci si rifugia perché società e staff si sentono attaccati oppure pre protestare. Inconcepibile prima degli anni ’80, sdoganato dal noto silenzio del Mundial ’82, è poi divenuto addirittura una moda a cavallo tra gli anni 80′ e ’90. A Pisa però oggi stiamo assistendo a una ‘novità’. Quello di Pisa infatti è un caso molto particolare. La società non lo ha neanche mai dichiarato ufficialmente il silenzio stampa, limitandosi a non presentarsi in sala stampa e a non organizzare le conferenze stampa ufficiali di Aquilani, continuando poi a comunicare soltanto a mezzo di comunicato le vicende stadio e centro sportivo. Come ho già avuto modo di dire in questo articolo (link qui) “nel calcio la comunicazione gioca un ruolo fondamentale. Il silenzio stampa, ormai anacronistico, è adottato spesso come forma di protesta. Rifiutarsi di comunicare con la stampa e con i tifosi attraverso i media può essere percepito come una vera e propria mancanza di rispetto. Inoltre il silenzio stampa ha certamente ripercussioni negative sull’ambiente perché se nel calcio apertura e trasparenza sono fondamentali e cruciali per mantenere alta la fiducia, stare in silenzio alimenta un vuoto di informazioni che porta spesso a speculazioni e a teorie cospirazioniste, danneggiando l’immagine della società, che è la prima quindi ad autodanneggiarsi. Il rispetto si deve estendere a tutte le sfaccettature del calcio, le dichiarazioni alla stampa son un modo per condividere opinioni e mantenere il dialogo aperto”.

GLI ANNI DI ROMEO ANCONETANI E QUELLI PRECEDENTI – Ospito su Sestaporta una prestigiosa firma. Si tratta di Renzo Castelli, laureato in scienze politiche, giornalista professionista, è stato per molti anni redattore del quotidiano “La Nazione”. Dal 1982 al 2002 è stato corrispondente da Pisa del quotidiano “La Stampa” di Torino. Ha scritto 21 libri di vita cittadina, costume, sport oltre a quattro biografie e a sette opere di narrativa. Tornando indietro con la memoria prima degli anni ’60-’70 il silenzio stampa non esisteva: “La presidenza Donati e quella Rota, per intendersi la Serie A del 1968 e gli anni immediatamente precedenti e successivi, non hanno mai usato questo strumento – conferma Castelli -. Anche durante la presidenza Anconetani il silenzio stampa non era concepito. Certo, Romeo a volte litigava coi giornalisti, ma in contesti pubblici. Avvenne una volta sola un silenzio stampa, nel 1991. Si trattava della Mitropa Cup contro il Torino di Mondonico. In panchina c’era Giannini. Romeo, adirato per delle decisioni arbitrali, decise di non parlare e non far parlare nessuno. Neanche 24 ore dopo però lo interruppe, convocando una conferenza stampa contro l’operato arbitrale”.

DAGLI ANNI ’90 ALLA PRESIDENZA CORRADO – Per il Pisa, nel corso delle varie gestioni, spulciando tra i giornali, prendendo in esempio la presidenza Gerbi-Posarelli, quella di Maurizio Mian o ancora Leonardo Covarelli e Luca Pomponi, l’elemento del “silenzio stampa” non è avvenuto se non in sporadiche occasioni, al massimo per due o tre partite. Niente di più e niente di meno. Si arriva così agli anni di Lucchesi e Petroni. Anche in quei casi, nonostante i colpi di comunicati, la conferenze stampa e le dichiarazioni rilasciate non si sono mai interrotte, se non in periodi contenuti. Il ‘silenzio stampa’ è ritornato negli ultimi anni, ma anche con la presidenza Corrado è stato utilizzato fino ad ora molto poco. Nel 2018 Corrado indì una conferenza stampa contro le “anime nere”. A questi due link (articolo 1 e articolo 2) potete trovare conferenza e commento. Nel 2020 invece il silenzio stampa venne utilizzato nel corso della stagione 2020-21 quando il Pisa partì malissimo e si ritrovò in fondo al campionato dopo le prime giornate, interrotto nel quarto anniversario di presidenza Corrado.

QUANTO DURERA’ ? – Ormai è chiaro, oggi il silenzio stampa dipende principalmente dalla questione stadio. A ‘curvino’ risolto, con il rientro dei tifosi all’Arena potrebbe interrompersi, ma non prima da quanto emerge. Il rischio è un silenzio che si possa protrarre fino alla Primavera. La società sembra addirittura disposta a pagare eventuali penali se Sky o altri detentori di esclusive dovessero esprimere rimostranze su quanto sta accadendo. La speranza è che questo clima venga stemperato quanto prima e che la diplomazia continui a fare il suo corso. Oggi a farne le spese è anche la squadra e lo stesso Aquilani, che in questo momento è un “uomo solo al comando” e che, probabilmente, non avrebbe problemi a parlare di fronte ai giornalisti.

 

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018