Nel 2009 fu “il mollone”, logo mai amato dalla tifoseria nerazzurra, tuttavia rimasto in carica fino al 2017. Oggi a Livorno tante polemiche sono nate attorno al nuovo stemma della squadra, tanto da costringere la società a ritirarlo e chiedere ai tifosi di scegliere tra varie alternative. Facciamo così un breve viaggio nella storia degli ultimi 16 anni e di come la ruota giri nel calcio, oggi più che mai.
IL LOGO DEL PISA – Creato nel 2009, per mano di Paolo Lunghi, all’interno della campagna “Ri..vola Pisa” il logo del neonato AC Pisa 1909, dopo il secondo fallimento nerazzurro, ha accompagnato la storia dei successivi 8 anni. Denominato in maniera dispregiativa “il mollone”, lo stemma non riscosse mai tantissimi consensi dalla piazza pisana che aveva sempre sperato in un restyling o in un ritorno all’antico. In ogni caso quel logo del Pisa aveva la sua dignità e anche il suo senso e il suo concept. Solo nel 2017 la società nerazzurra iniziò le pratiche per riappropriarsi della gloriosa denominazione “Pisa Sporting Club”, prima dal punto di vista commerciale, poi effettivamente come nome legale. Nacque così il nuovo logo che tutti conosciamo fino ad oggi e che, successivamente, verrà nuovamente sostituito da un restyling, di cui ancora non si conoscono le tempistiche precise. Al tempo però “il mollone” fu uno dei tanti pretesti di prendere in giro il declino del Pisa da parte delle tifoserie rivali. Due fallimenti, l’ennesima ripartenza dalla Serie D. Oggi però la ruota è girata ancora una volta.

IL LOGO DEL LIVORNO – Il nuovo logo dell’US Livorno ha fatto discutere. Dopo le prime battute ironiche sul richiamo al simbolo delle Ferrovie dello Stato, in rete è emersa un’accusa più concreta: il marchio somiglierebbe a quello di una ditta malese di sanitari e cucine, la Lotus-Stamas. Linee curve, composizione minimale e uso delle lettere sembrano in effetti avere una certa affinità. Non mancano le differenze, ma per molti tifosi la sensazione è di un déjà vu. La somiglianza ha acceso la polemica tra i sostenitori amaranto, divisi tra chi ha chiesto il ritorno al vecchio stemma e chi ha invitato a guardare oltre. In mezzo ci sono meme, prese in giro e il rischio che la questione diventi oggetto di sfottò tra tifoserie. Ieri è toccato ai tifosi pisani, oggi a quelli livornesi. La società ha provato a spiegarsi: “Prendiamo atto del malcontento suscitato dal lancio del nuovo logo. Stiamo facendo delle valutazioni con la Lega, che ci aveva richiesto il logo ufficiale già la scorsa settimana”. Il club ha chiarito che il vecchio logo non era nella sua disponibilità legale, in quanto di proprietà di un privato. “Siamo l’unico club professionistico in Italia, e probabilmente al mondo, con una situazione del genere. Vivreste voi prendendo in prestito il vostro nome e cognome da un soggetto terzo?”. Anche in questo caso il richiamo alla situazione del Pisa e della vicenda Grassini è più di un deja vu. Così vi è statao la necessità di un nuovo simbolo, commissionato allo studio grafico Zaki. Il Livorno si è detto disponibile ad ascoltare osservazioni e proposte, ma ha precisato: “Qualunque sarà la decisione finale, non sarà dettata da un capriccio ma da una necessità oggettiva”. Intanto fuori dallo stadio Armando Picchi è apparso anche uno striscione contro il nuovo logo. Un vero e proprio disastro di comunicazione, fin quando non è apparso il sondaggio su facebook, con la società che ha chiesto ai tifosi di scegliere il suo nuovo logo.
LA RUOTA GIRA – Non solo il Livorno ha dovuto affrontare, in questi anni, l’inferno dal punto di vista calcistico, ma ora viene anche canzonato per un logo nato male e comunicato peggio. La storia ci insegna che dietro un logo c’è molto più di un disegno: c’è appartenenza, memoria, rispetto per la tradizione. Quando questo legame si spezza, il danno non è solo estetico ma simbolico. Oggi il Pisa ha chiuso un cerchio, tornando in Serie A con un’identità solida, mentre il Livorno si ritrova in mezzo al guado, tra un passato glorioso e un presente fragile. Il paradosso è servito: i nerazzurri si godono il riscatto dopo anni difficili, mentre i rivali di sempre si ritrovano invischiati negli stessi problemi vissuti dai pisani anni fa. La ruota gira, e stavolta il vento – anche grafico – soffia tutto dalla parte dell’Arena.
