Dal campo agli spogliatoi, il nuovo tour del Pisa svela il cuore della Cetilar Arena tra modernità, emozione e memoria storica.
Un pomeriggio dentro l’Arena Garibaldi, stavolta per vivere il dietro le quinte da dentro il cuore del tempio del calcio pisano. Con altri giornalisti sono stato invitato a seguire il nuovo tour ideato dal Pisa: la “MatchDay Experience”. Un percorso che svela il dietro le quinte dello stadio, dai campi bagnati di pioggia con la Lazio agli spogliatoi rifatti, passando per la sala stampa e i nuovi corridoi dedicati alla filosofia del club.
L’idea mi era venuta vedendo l’annuncio sul sito del Pisa. Volevo acquistare il pacchetto per farne un contenuto video, ma la società è stata gentile: mi ha invitato insieme ad altri colleghi per vivere l’esperienza in anteprima. È stata una visita intensa, prima di Pisa-Lazio, con l’arrivo dei giocatori e le giovani ragazze del vivaio ad accoglierli sotto la tribuna.
Il tour parte dal campo, attraversa l’area hospitality e i nuovi Fieldbox, poi scende negli spogliatoi, curati da Molca World. I corridoi raccontano oggi la “mission” del Pisa. Al posto delle foto storiche di un tempo, ora c’è una narrazione più moderna, che guarda avanti senza però tradire le proprie radici.
Rispetto al tour del 2017 organizzato dall’associazione Cento, la differenza è netta. L’atmosfera era più popolare e l’esperienza era però limitata a un unico grande evento irripetibile. Oggi il clima è diverso: tutto è più ordinato, più professionale, limitato a venti partecipanti per volta e con un biglietto da 70 euro oltre quello della partita, da ripetere però ogni volta che si vuole. Potrebbe essere un’idea regalo. Il clou del tour ovviamente è l’attesa per l’arrivo della squadra, coi giocatori che all’occorrenza si possono fermare a firmare un autografo prima del match o a scattare qualche foto.
Inoltre si tratta di un’esperienza pensata per chi vuole vedere da vicino il lavoro che c’è dietro una gara di Serie A. Personalmente mi sono divertito. Ho visto un’Arena che ha cambiato volto. Un tour che consiglio a chi ama davvero questi colori e vuole scoprire — anche solo per una notte — cosa succede dietro l’entrata che separa la tribuna dal campo.
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