Il giorno dopo Pisa-Cosenza ci porta a numerose riflessioni: Cosa ci aspetta adesso? La natura del campionato, la natura di questo Pisa e anche la natura di una parte dell’ambiente, con capitan Gucher che, esultando ieri, ha espresso un disagio, liberandosi di un peso.

IL GUFO SUL TRESPOLO – Le riflessioni di oggi partono dall’esultanza di capitan Gucher, da un certo punto di vista shockante. Anche se il giocatore non si riferiva a nessuno in particolare, come ha avuto modo di dichiarare su Dazn, ha espresso un disagio. Perché questo gesto? In settimana, come già era accaduto in un altro momento della stagione, a inizio campionato, sono circolate storie senza fondamento su ciò che avveniva nello spogliatoio del Pisa. Qualcuno con un bisogno patologico di attenzione ha iniziato a far circolare voci di litigi, risse nello spogliatoio e anche di ipotetiche dimissioni di D’Angelo. Tutto falso. In più ci sono state offese gratuite ai giocatori, definiti a volte scarsi o inutili. I giocatori sono dei professionisti, è vero, e dovrebbero essere superiori a certe cose, ma è anche vero che, al di là di essere personaggi pubblici, i giocatori sono anche esseri umani, con sentimenti. Ho sempre detto che chi si fa condizionare dalle critiche dovrebbe cambiare mestiere, ma oggi è tutto più sfumato, pasticciato e la furia dei social spesso sfugge ai normali contorni, perciò non bisogna mai aprire la bocca e vomitare quello che passa per la testa. Pensare prima di parlare, sempre. Siamo esseri umani, non animali.

CRITICARE E’ LEGITTIMO, SE HA UN SENSO – Le critiche vanno fatte, ci mancherebbe, se servono per capire dove stanno gli errori. Bisogna però scomporre i momenti e le parole, altrimenti è solo rumore di sottofondo. Facciamo due esempi. Nel corso della scorsa settimana la stampa pisana non ha mai criticato eccessivamente la squadra, diversamente dall’inizio della stagione. Cosa è cambiato? A inizio campionato, quando non si comprendevano ancora le reali potenzialità della squadra e quando il Pisa subiva anche 3 o 4 gol a partita, ha iniziato a serpeggiare un comprensibile panico. I dubbi erano legittimi se la squadra potesse essere all’altezza delle aspettative. Dopo questo inizio difficile però la squadra ha dimostrato di essere all’altezza del compito, vinto partite complicate e si è rilanciata. Ecco perché, alla luce delle ultime partite, non aveva più senso criticare la squadra. Per quanto mi riguarda i difetti del Pisa sono legati a potenzialità inespresse e probabilmente, a fine stagione, sarà su questo punto che andranno condotte le analisi. Questo gruppo, ne sono convinto, poteva tranquillamente ambire ad entrare nei playoff. Perché parlo al passato? Ne riparliamo tra qualche rigo. Il secondo esempio è un’analisi, scritta di mio pugno su La Nazione, relativa al rendimento dei calciatori arrivati a gennaio. Ad oggi la ritengo ancora una critica costruttiva, perché oltre a dare a Cesare quel che è di Cesare, riconoscendo i meriti a chi ha spostato gli equilibri, si analizzano anche i perché e i per come alcuni non abbiano reso, finora, quanto ci si aspettasse loro, ma sempre con grande rispetto. Sono scarsi? No, semplicemente per fattori esterni o meno, non hanno ancora reso al 100%, ma sono capacissimi di farlo.

“EQUILIBRIO MAN” HA COLPITO ANCORAGiovanni Corrado, direttore generale del Pisa, parla poco, ormai questo è un fatto assodato. Quando parla però, da ormai molto tempo a questa parte, lo fa sempre con cognizione di causa. Martedì è tornato a parlare a 50 Canale, mandando più di un messaggio chiaro. Lui ai playoff ci crede ancora e non era felice delle ultime prestazioni dei giocatori nelle ultime partite. Nonostante si arrivato nel mondo del calcio, dal punto di vista professionale, solo da pochi anni, si possono imparare più lezioni dalle parole di Giovanni Corrado. La prima è che, nei suoi interventi, non traspare mai ansia o psicosi. La seconda è che bisogna sempre avere ambizioni nella vita, anche quando sembra impossibile. Forse da questo si potrebbero imparare tante cose, prima di tutto che non si può passare dal pensare che una squadra ieri possa andare in Champions League e domani invece scivolare nel baratro dell’inferno della Serie C. Impariamo tutti un po’ di equilibrio.

E ADESSO? – Riprendiamo ora il discorso di qualche riga più sopra, quando scrivevo che il Pisa “poteva entrare” nei playoff. Uso il passato perché ormai, per quanto mi riguarda, non credo si possa più raggiungere questo traguardo quest’anno. Sto bubbolando? Affatto, perché apprezzo chi ha il coraggio di osare. E ho tanta, tantissima voglia di essere piacevolmente sorpreso. Se la squadra ci crede, se la dirigenza fa altrettanto, non posso che rimanere contento di queste ambizioni. Se poi non dovesse arrivare questo obiettivo, che potremmo considerare benissimo un “di più” di una stagione che ha visto crescere tante componenti di squadra e società, nessuno dovrà strapparsi i capelli. Personalmente ho sempre voluto guardare in alto e mai in basso e continuerò sempre a farlo, finché la guida resterà questa. Voglio continuare a sognare, come sempre coi piedi per terra.

 

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018