All’Overtime Festival di Marina di Cecina si è tenuta la seconda presentazione del libro “Un magico sogno chiamato Pisa” di Michele Bufalino: con lui anche Marco Amelia, Paolo Giovannelli, Fabrizio Pucci e Cristiano Militello, moderati da Andrea Marotta per raccontare una promozione storica e un calcio che non vuole perdere la propria anima. La prossima presentazione si terrà alla Libreria Feltrinelli di Pisa l’11 giugno alle 17.30.
Una giornata dal sapore speciale quella andata in scena ieri all’Overtime Festival di Marina di Cecina, dove si è tenuta la seconda presentazione del libro “Un magico sogno chiamato Pisa” di Michele Bufalino. Un appuntamento che ha visto riuniti volti noti del mondo del calcio, accomunati da una passione autentica per lo sport e, soprattutto, da un legame diretto o indiretto con le storie di Pisa e Livorno.
Moderato da Andrea Marotta, l’incontro ha visto la partecipazione del giornalista livornese Fabrizio Pucci, degli ex calciatori Paolo Giovannelli e Marco Amelia, e di Cristiano Militello. Bufalino ha raccontato la genesi di un libro nato molto prima del fischio finale della stagione: «L’idea nacque nel 2021, poi si fermò dopo la finale con il Monza. Accantonata, ma mai abbandonata. A Dicembre 2024 ho avuto la certezza della promozione e ho detto all’editore: ‘questa volta si fa’. E così è stato».
Un ottimismo che non è mai mancato all’autore: «Da Bormio, in ritiro, ho capito che l’aria era cambiata. Dopo la gara con la Sampdoria a Genova ho detto: questa squadra va in Serie A. Mi sono preso anche delle offese per averlo detto così presto». Una convinzione maturata osservando il lavoro della squadra: «Quest’anno il Pisa aveva anche una panchina fortissima. E quando anche i “panchinari” fanno grande calcio, la differenza si vede».
Il confronto con le promozioni del passato è stato inevitabile. «Negli anni ’80-’90 il Pisa saliva soffrendo, spesso tra mille ostacoli. Oggi c’è un’organizzazione che richiama, in piccolo, l’intuizione di Romeo Anconetani, che aveva un archivio sterminato di calciatori e una rete di osservatori ovunque. La società attuale ha ripreso quello spirito, con scouting preciso e investimenti su giovani di valore».
Tanti i paragoni anche con l’epoca di Simoni. Paolo Giovannelli, testimone diretto di due promozioni storiche, ha detto: «Nel 1984-85 eravamo fortissimi, costruiti per vincere. Nel 1986-87 fu un miracolo sportivo: partimmo male, la squadra cambiò volto a novembre, ma con Simoni in panchina e Romeo presidente riuscimmo in un’impresa straordinaria».
Molti i passaggi legati all’attualità. Il futuro di Filippo Inzaghi, ormai destinato a lasciare Pisa per Palermo, è stato un tema caldo. Bufalino non si è nascosto: «Inzaghi voleva certezze diverse. Il Pisa fa investimenti mirati, anche importanti, ma sui giovani. Ieri sera ha preso due giocatori del Frosinone per 5 milioni. Inzaghi invece puntava su profili più esperti. Sono visioni che a volte si allineano, a volte no».
Su questo punto Marco Amelia ha aggiunto: «Inzaghi è un allenatore da vittorie, vuole vincere. Ama costruire, ma anche puntare in alto. Il Palermo gli offre un progetto ambizioso, forse più vicino alle sue aspettative – ha dichiarato Amelia -. Il Pisa ha fatto una stagione straordinaria, ma ora arriva la parte più dura. La Serie A da neopromossa è un altro mondo. Filippo ha valutato tutto, anche le difficoltà che avrebbe avuto restando e probabilmente non se l’è sentita. Visioni diverse, si percepisce».
Fabrizio Pucci, da livornese, ha riconosciuto il valore della stagione nerazzurra: «La promozione del Pisa è stata meritata. Già a Settembre si intuiva che la squadra fosse attrezzata per fare il salto». E non ha nascosto il rimpianto: «Il derby Pisa-Livorno in Serie A manca. E manca tanto. Sarebbe un evento unico, non solo per la Toscana».
Giovannelli ha parlato anche del senso di appartenenza: «Nel calcio serve una società solida. Il Pisa ha costruito tutto bene: squadra, ambiente, programmazione. Il gruppo era forte, si vedeva da subito».
Il calciatore simbolo? Nessun dubbio per Bufalino: «Matteo Tramoni. Ha giocato meno di trenta partite, ma con lui in campo il Pisa ha fatto due punti e mezzo a partita. Senza di lui, uno solo. Questo dice tutto». E sulla copertina del libro: «C’è Caracciolo, il capitano, con la fascia della Lega Serie A. Un’immagine iconica».
Cristiano Militello ha aggiunto un tocco di colore e passione: «Il Pisa è fallito due volte, è retrocesso con gol all’ultimo minuto, è uscito dai playoff col Pizzighettone. Ma ha sempre avuto gente che lo segue, che si sbatte, che macina chilometri. E oggi si merita questa gioia. Michele ha avuto il coraggio di dire ai tifosi: godetevi il viaggio. E aveva ragione». La prossima presentazione si terrà alla Libreria Feltrinelli di Pisa l’11 giugno alle 17.30.