Mettiamo a confronto la partenza di questo Pisa con quelle delle stagioni storiche dei nerazzurri di Anconetani. Facendolo si fanno alcune scoperte interessanti. E cosa accade se si confronta l’attuale inizio di torneo con ciò che aveva fatto a Genova il tecnico nerazzurro? Dalle annate di Anconetani ai due avvii con il Genoa del Gila, i dati raccontano come le partenze spesso non coincidano con l’esito finale.
UN PUNTO IN TRE PARTITE – Dal punto di vista dei risultati potrebbe sembrare una partenza negativa quella del Pisa, che ha collezionato un punto in tre gare e si trova all’ultimo posto in classifica assieme a Lecce e Parma. La partenza però appare in linea con quanto visto in passato. Con alcune eccezioni. Ad esempio nel 1982-83 vi è una delle migliori partenze di sempre con una vittoria e due pareggi dopo tre gare, con lo 0-0 di Cesena, la strepitosa vittoria 2-0 col Napoli e il 2-2 a Parma. In quella stagione la squadra allenata da Louis Vinicio, anche grazie a un eccezionale Berggreen, alla quarta giornata vinse con la Sampdoria 3-2 balzando anche in testa alla Serie A. A fine campionato l’undicesimo posto. Nel 1983-84 partenza condizionata dal calendario avverso. I nerazzurri iniziarono con una sconfitta con la Roma 2-0, poi riuscirono a fermare la Juventus all’Arena 0-0, ma caddero col Verona 2-0. Diverse in questo caso le analogie con la partenza di questa stagione, terminata però all’epoca con la prima retrocessione dell’era Anconetani. Negativa anche la partenza del ritorno in A nel 1985-86 con un calendario proibitivo. Il Pisa perse 3-1 contro l’Inter, quindi pareggiò col Napoli 1-1 e venne sconfitto dalla Juve 3-1, per poi vincere alla quarta giornata con l’Atalanta. Anche in quel caso arrivò una retrocessione. Si arriva poi alla peggiore partenza di sempre, quella del 1987-88. I nerazzurri furono testimoni della “prima” del Milan tutto olandese all’Arena, steccando l’esordio 1-3, poi vennero battuti 2-1 dal Pescara e vennero sconfitti dal Napoli a tavolino dopo aver però trionfato sul campo a causa di una monetina che, dagli spalti, colpì Renica, causando la sconfitta da parte della giustizia sportiva. I nerazzurri steccarono anche la quarta con la Roma (1-0) e vinsero la prima partita solo alla sesta giornata. Nonostante la disastrosa partenza la squadra si salvò. Nel 1988-89 poi arrivò un’altra brutta partenza con un solo punto in tre gare e, come nel 1985-86 ed 83-84, arrivò la retrocessione. Si arriva poi all’ultima partecipazione in Serie A dei nerazzurri nel 1990-91. In questo caso il Pisa di Lucescu, con un Piovanelli in grande spolvero, fece addirittura meglio del 1982-83 con due vittorie (1-0 contro il Bologna e 4-0 col Lecce con in gol anche Simeone) e un pareggio (0-0 col Genoa) dimostrando addirittura una grande solidità difensiva con il miglior reparto arretrato di inizio campionato. Resta ancora inspiegabile come quella squadra dalle così grandi potenzialità riuscì poi invece a retrocedere a fine stagione. Due curiosi casi di fatto riguardano le stagioni 1990-91 e 1987-88. In un caso, la migliore partenza di sempre in Serie A, arrivò la retrocessione, mentre nell’altro, con la peggiore partenza, il Pisa invece riuscì a salvarsi.
GILARDINO – E Gilardino invece come è partito? Quella attuale è la sua peggiore partenza nel massimo campionato italiano, se paragonata alle sue due stagioni a Genova. Nel 2023-24 ad esempio, quando si affacciò per la prima volta in campionato, la sua squadra collezionò tre punti in tre gare. A fronte di due sconfitte contro Fiorentina (1-4) e Torino (1-0), il suo Genoa riuscì a vincere in trasferta contro la Lazio (0-1). A fine stagione arrivò la salvezza. Quattro punti in tre partite invece nella stagione scorsa con un pareggio contro l’Inter per 2-2, una vittoria esterna a Monza (0-1) e poi la sconfitta di Verona (0-2). Nonostante il quartultimo posto in graduatoria, due mesi dopo il tecnico fu esonerato, prima di essere coinvolto nel progetto nerazzurro la scorsa estate.