Torniamoci sopra a mente fredda. Se la gara di ieri fosse la trama di un film, sicuramente sarebbe “Fuori in 60 secondi”, pellicola con Nicolas Cage del 2000 già remake dell’omonimo lavoro del 1974. Brucia ancora infatti questa uscita di scena in cui il Pisa ha gettato tutto alle ortiche, ma la frase che risuona in più di un tifoso è questa: “Perché un turnover così massiccio?”.
LA SPIEGAZIONE DEL MISTER – D’Angelo ha provato a spiegarlo ieri in conferenza stampa con queste parole: “Dovevamo congelare la gara, ma si è palesata a mio avviso una condizione fisica non massima, non positiva a causa del fatto che abbiamo giocato tante partite in pochi giorni. Ci tenevamo a passare il turno, lo avevamo dimostrato. 6-7 giocatori che erano in campo non giocavano da tempo.”
OBIETTIVO DICHIARATO – In questa maniera però è sfumato l’obiettivo dichiarato per settimane, ovvero vincere la competizione per presentarsi ai playoff in posizione di vantaggio. Dichiarazioni che a questo punto stonano con il turnover massiccio messo in piedi dal mister. Se è comprensibile la scelta di far riposare un paio di calciatori come Benedetti e Lisi, ultimamente sempre al massimo in campo, difficile capire la scelta di mettere in campo D’Egidio al posto di Gori o di puntare ancora su Masi che quest’anno non ha mai rappresentato in alcuna occasione un punto di forza di questa squadra.
CALENDARIO – E’ pur vero che il calendario, mai come in questa occasione, ha arriso al Pisa, costretto sempre a giocare ogni tre giorni. Prima della gara con la Lucchese il Pisa aveva sulle spalle 3 gare in 8 giorni, mentre i rossoneri una in due settimane. Prima della Viterbese i laziali avevano riposato perché non avevano disputato la partita vinta a tavolino contro il Matera, mentre anche in questa occasione il Pisa aveva giocato nuovamente ogni 3 giorni e veniva dal derby con la Lucchese. Non c’erano le migliori condizioni e di fatti alcuni giocatori hanno avuto la peggio, vittime di infortunio.
CAMPIONATO – Adesso tutte le energie sono concentrate nuovamente sul campionato, ben sapendo che il calendario sarà più agevole, con meno gare infrasettimanali e che l’unica maniera per convincere il pubblico da parte della guida tecnica sarà scalare la classifica, anche se gli ultimi infortuni, non ultimo quello di un jolly come De Vitis non è il miglior biglietto da visita per questa impresa.
TITOLARI E RISERVE – Peccato perché nonostante la squadra al suo meglio sia benissimo in grado di poter giocarsela con tutte, pesa ancora una netta differenza tra quelli che oggi possiamo considerare come titolari inamovibili e alcuni panchinari. Una differenza che è nulla se si parla di attacco o centrocampo, reparti davvero numerosi e ben coperti, ma è ancora troppo evidente in difesa.
SCELTE E RESPONSABILITA’ – Ecco che dunque, in quest’ottica, risulta ancora di difficile interpretazione la scelta di lasciare in panchina alcuni giocatori di vitale importanza per puntare su chi ha giocato meno e ha dimostrato di essere meno affidabile in diverse occasioni. La squadra si è rinforzata e, lo ripetiamo, può giocarsela con tutti adesso, ma non tutti sono all’altezza di poter assolvere compiti di grande responsabilità in difesa. D’Angelo poteva operare il turnover in un’altra occasione o il calendario non gli ha permesso di operare in maniera differente? Sacrificare il derby con la Lucchese o la trasferta di Olbia? Alla fine è tutta una questione di scelte e responsabilità.
COSA SALVARE – Il risultato di ieri è comunque un peccato perché la squadra, fino al blackout degli ultimi minuti, aveva retto bene il colpo, respinto al mittente gli assalti degli avversari, ribaltato la partita e, soprattutto, coperto tra compagni anche alcune magagne di chi era palesemente in difficoltà. Oggi si sarebbe scritto un altro articolo con molta probabilità se non ci fossero stati quei maledetti 60 secondi. Bisogna dunque salvare il carattere di questa squadra e i passi fatti in questo ultimo mese e mezzo, perché comunque quei 60 secondi non possono cancellare 9 risultati utili consecutivi.