Per raccontare il Pisa pre-Cremonese bisogna fare un doppio discorso. Da una parte c’è chi, in tutta Italia, riconosce il valore di questa squadra: un gruppo che gioca bene, con giovani interessanti come Akinsanmiro e Vural, e un lavoro serio fatto da società e allenatore. Dall’altra parte, a Pisa, c’è ancora chi continua a criticare a prescindere, come se ogni occasione fosse buona per mettere in dubbio tutto.
Si sa bene cosa è stato fatto di buono: alcuni acquisti mirati, investimenti giusti, la valorizzazione di ragazzi che pochi conoscevano. Certo, un errore c’è stato, e riguarda l’attacco: un centravanti in più sarebbe servito e la squadra pagherà caro lo scotto a dicembre se Nzola partirà per la Coppa d’Africa. Anche la vicenda Akinsanmiro divide, perché l’Inter potrà contro-riscattarlo con un milione in più del Pisa, ma la verità è che nessuno avrebbe scommesso su un rendimento simile e la società ha preso una perla rara.
Ora però serve una vittoria. Il Pisa sta crescendo, gioca, ma la prima gioia piena ancora non arriva. Gilardino ha preparato una partita speculare: 3-5-2 contro 3-5-2, come Nicola. Difficile aspettarsi un assalto all’arma bianca, più probabile una sfida bloccata, tesa, dove conterà la pazienza. Abituiamoci, molti scontri diretti si giocheranno così.
Questa è la prima di cinque sfide dirette fino a fine anno. Non si potranno vincere tutte, ma serve iniziare a farlo. L’obiettivo è arrivare a 15-17 punti entro la fine dell’andata. All’Arena ci saranno circa undicimila tifosi, con cinquecento grigiorossi in arrivo da Cremona.
È il momento di ritrovare unità. Quando la città è compatta, quando l’ambiente si muove insieme, questa squadra può fare qualsiasi impresa. Perché la salvezza, quest’anno, sarà una grande impresa. L’importante è restare uniti. Ora pensiamo solo al campo: che Pisa-Cremonese sia la partita della prima gioia stagionale.



