I numeri di queste prime 15 giornate mostrano come il Pisa sia una squadra che difende tanto, palleggia poco e davanti produce meno di quanto servirebbe. E quando crea, spesso non trasforma. Addentriamoci nei numeri e nell’analisi tattica di Gilardino fino a questo momento per capire dove ci sia da intervenire e cosa non sta funzionando.

IL POSSESSO PALLA – Partiamo dallo stile. Il possesso medio è 40,8%: tra i più bassi del campionato. Questo significa che molte partite si giocano senza controllo continuo, più di attesa e ripartenza. Non a caso salgono due dati “da trincea”: 1125 tocchi in Def Pe ossesso palla? Innanzitutto per le caratteristiche tecniche dei giocatori che non si prestano a un gioco diverso, ma c’è anche un altro motivo.

PERCHE’ IL PISA NEGLI ULTIMI DUE ANNI HA RINUNCIATO AL POSSESSO PALLA – Vorrei prendere ad esempio, riassumendolo, per cominciare, un discorso di qualche tempo fa del giornalista Andrea Marinozzi su Cronache di Spogliatoio, citando uno studio del match analyst Filippo Lorenzon, l’azione manovrata, quella in cui palleggi e attacchi con pazienza, nella grande maggioranza dei casi si non produce niente. Parliamo di una quota enorme che finisce senza tiro, senza cross utile, senza palla inattiva conquistata. Al contrario, le azioni nate da recupero palla, quindi le transizioni, hanno una resa più alta e soprattutto una percentuale di gol nettamente superiore. Pressione, riaggressione, coperture preventive mentre attacchi, e poi verticalità immediata quando l’avversario è ancora aperto.

LA CONTINUITA’  TRA INZAGHI E GILARDINO – Dentro questo quadro si capisce la continuità tra l’idea dello scorso anno di Inzaghi e l’evoluzione di quest’anno operata da Gilardino, pur con differenze. Inzaghi ha impostato l’idea: stare compatti, non svenarsi nel palleggio, accettare di lasciare il pallone e scegliere dove colpire. Gilardino, arrivato in Serie A con una rosa che non può palleggiare come le big, ha proseguito su quella strada perché è la via più “realistica” per fare punti: difendere bene, restare vivi, rubare palla e andare. Poi c’è un’altra cosa che spiega il Pisa: quando hai meno qualità tecnica media, tenere palla diventa anche un rischio. Molte squadre scelgono costruzioni più semplici: due passaggi, appoggio, palla lunga, e poi duello e seconde palle nella metà campo avversaria, questo è un punto forte del Pisa con Nzola o Touré, specialmente nei duelli aerei. Ci sarebbe anche il piano B che completa tutto: le palle inattive, ma qui il Pisa finora ha dimostrato di non riuscire mai a sfruttarli nonostante sia la quarta rosa per media più alta del campionato, e in 15 partite non è arrivato neanche un gol da palla inattiva. Per una squadra come il Pisa, che produce meno occasioni pulite, alzare il peso di calci piazzati e rimesse sarebbe quasi obbligatorio: lì i valori si avvicinano e puoi portarti a casa punti anche senza dominare il pallone, cosa che fino adesso non succede.

COSA NON STA FUNZIONANDO – Vediamo ora, dati alla mano, cosa non sta funzionando fino a questo momento. Il Pisa ha segnato 9 gol con 15,2 di xG (expected goals, gol attesi). Il saldo G-xG (gol segnati meno xG) è -6,2: è uno scarto pesante, vuol dire che a parità di occasioni una squadra “normale” ne avrebbe messi dentro molti di più. E se si tolgono i rigori, la fotografia è ancora più dura: 4 PK (rigori) su 9 gol, mentre la produzione senza rigori è 12,3 di npxG (xG senza rigori). Non è l’unico caso di spreco, ma il Pisa ci aggiunge un altro limite: tira poco. Sono 142 tiri totali, cioè 9,47 Sh/90 (tiri ogni 90 minuti), e solo 2,00 SoT/90 (tiri in porta ogni 90). Anche la precisione è bassa: 21,1% di SoT% (percentuale di tiri nello specchio). Tradotto: poche conclusioni e, spesso, neppure pulite. Il confronto con le rivali aiuta a capire quanto pesa. Il Lecce, per esempio, ha 11 gol con 12,8 xG: G-xG -1,8, quindi spreca ma molto meno. Il Cagliari addirittura è sopra: 15 gol con 13,5 xG e G-xG +1,5. Il Parma è simile al Pisa come difficoltà a trasformare (10 gol con 14,5 xG, -4,5), ma ha un filo più di produzione. La Fiorentina è la più “storta” del gruppone: 11 gol con 18,1 xG (-7,1), però crea tanto e prima o poi tenderà, almeno dal punto di vista statistico, a rientrare nei numeri.

RIFINITURA E DIFESA – I dati ci aiutano però anche a sconfessare un falso mito, il Pisa non è una squadra che “non crea”. Nel dato di costruzione ci sono segnali positivi. Ha 264 SCA (Shot-Creating Actions, azioni che portano a un tiro), 17,60 SCA/90. Non è un deserto, è un dato sul quale ci si può lavorare. Ma quando si passa alle azioni che portano davvero al gol, la cifra scende: 14 GCA (Goal-Creating Actions, azioni che portano a un gol) e 0,93 GCA/90. Qui Lecce e soprattutto Cagliari stanno sopra. È la differenza tra “arrivare lì” e “fare male”, per intendersi. Nel gioco di rifinitura c’è un altro indicatore che torna: 10,8 xAG (expected assisted goals, gol attesi dai passaggi che generano tiri) ma solo 5 assist. Il saldo A-xAG (assist meno xAG) è -5,8. In parole semplici: anche quando arriva l’ultimo passaggio, spesso non viene premiato, perché l’azione non si chiude, probabilmente è qui che Gilardino parla spesso di migliorare sull’ultimo passaggio. Dietro, invece, il Pisa mette tanta quantità. 250 Tkl (contrasti) e 113 Int (intercetti), totale 363 tra contrasti e intercetti. Però ci sono due campanelli: 48,4% di Tkl% (successo nei contrasti contro i dribbling avversari) non è alto, e 9 Err (errori che portano a un tiro avversario) sono un numero da tenere d’occhio. Se difendi tanto, gli errori pesano il doppio.

CONCLUSIONI – Il Pisa può salvarsi finché regge dietro e resta in partita, ma davanti ha bisogno di più: più tiri, più precisione, più conversione. Perché oggi la squadra paga due volte: crea meno di molte rivali e, su quel poco che crea, segna meno del previsto. E quando il margine è stretto, i numeri non perdonano.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Ex collaboratore de "La Nazione" di Pisa fino a marzo 2025. Scrivo anche per Qui News Pisa e collaboro con Punto Radio.