Rossoneri primi in solitaria in Serie A: un gruppo rinnovato da Allegri e Tare, più disciplina che talento. Gimenez e Leao decisivi.

CAPOLISTA – La capolista della Serie A parla rossonero. Il Milan di Massimiliano Allegri, dopo un’estate di rifondazione tecnica e mentale, è in testa da solo al campionato, spinto da un calcio pragmatico e da un gruppo che ha ritrovato solidità e disciplina. Non è un Milan scintillante, ma è un Milan vero, costruito per resistere, aspettare e colpire nel momento giusto.

LA FILOSOFIA – La filosofia di Allegri è tornata nella sua forma più pura: difesa compatta, pochi rischi e accelerazioni calibrate nella mezz’ora finale. “Lo stile di gioco è più difendersi e poi alzare l’intensità negli ultimi trenta minuti”, ci raccontano dall’ambiente milanese gli amici di Rossonerosémper. Un principio che ha portato punti e fiducia, anche grazie a una gestione accurata dei cambi. L’esempio perfetto è arrivato nel 2-1 alla Fiorentina. Dopo un primo tempo confuso e spento, il tecnico ha cambiato volto alla squadra inserendo Gimenez per Athekame e riportando Leao nella sua posizione naturale a sinistra. Da lì, la svolta: un Leao finalmente responsabilizzato, capace prima di pareggiare e poi di trasformare con freddezza il rigore decisivo. Un segnale atteso da settimane, forse da mesi.

LA MIGLIOR DIFESA DEL CAMPIONATO – Dietro, il Milan non concede quasi nulla. Tomori e Gabbia hanno ritrovato continuità, Pavlovic si è inserito bene, e Maignan resta il leader silenzioso. Allegri pretende ordine, sincronismi, coperture, e la squadra risponde presente. Modric, a 40 anni, detta ancora legge come se il tempo non lo toccasse, mentre Fofana garantisce forza e ritmo, e Rabiot – quando disponibile – aggiunge equilibrio.

IL CALCIOMERCATO – Il Milan di oggi nasce da un principio quasi morale: rifondare la cultura interna. Come spiegano i nostri amici di Rossonerosémper, “l’obiettivo del mercato non era tanto tecnico, quanto comportamentale”. Igli Tare e Allegri hanno condiviso la linea: fuori chi non garantiva impegno, dentro profili affidabili e funzionali al gruppo. L’estate ha visto addii pesanti come Theo Hernandez, Reijnders e Thiaw, sacrificati per ricostruire un equilibrio interno. “Sono state fatte fuori le mele marce”, proseguono i nostri colleghi milanesi. “Allegri non voleva più gestire individualità sopra le regole”. Un gruppo più sobrio e disciplinato, costruito con logica: un titolare e un cambio per ruolo. In difesa cinque uomini per tre maglie, a centrocampo una rotazione equilibrata tra esperienza e gioventù, davanti soluzioni versatili tra Leao, Pulisic (fermo fino alla sosta) e Gimenez. L’unico vero vuoto è un vice centravanti, un’alternativa naturale a quest’ultimo.

L’IMPATTO TECNICO ED ECONOMICO – La sessione estiva ha avuto anche un effetto virtuoso sui conti. Secondo le stime di Calcio e Finanza, tra stipendi, plusvalenze e ammortamenti, l’impatto complessivo del mercato 2025/26 è positivo per circa 76 milioni di euro. Un segnale importante dopo l’ottavo posto della scorsa stagione e la mancata qualificazione in Champions League. Il saldo tecnico, però, è tutt’altro che negativo: sono arrivati Rabiot, Ricci, Jashari, Nkunku, Modric, oltre ai giovani Estupiñán, Athekame e De Winter. Una rosa “corta ma equilibrata”, come la definisce lo stesso Allegri, composta da 16 titolari e varie alternative, un numero simile a quello del Napoli campione due anni fa.

ALLEGRI, LA RINASCITA – Dopo anni di critiche e di accuse di “anticalcio” quasi memetico nel suo “corto muso”, Allegri è tornato al suo elemento naturale: il controllo. Una squadra che si muove in blocco, consapevole dei propri limiti e forte della propria identità. Il gruppo lo segue, anche perché chi non si adegua resta fuori. I risultati lo premiano: primo in classifica, con la miglior difesa del campionato e una sola sconfitta in trasferta in tutte le competizioni. Allegri ha vinto la sfida di riportare ordine, trasformando la fragilità in tenuta mentale.

LE ASSENZE – Le assenze restano un problema per il Pisa: Rabiot e Pulisic torneranno solo dopo la sosta di novembre, Loftus-Cheek e Nkunku sono in dubbio, mentre Estupiñán non è al meglio. Contro il Pisa, venerdì a San Siro, Allegri chiederà lo stesso approccio visto contro la Fiorentina: cinismo, pazienza e capacità di colpire quando conta. Poi arriveranno Atalanta, Roma e Parma, un ciclo che dirà molto sulla tenuta della squadra e sulla capacità di reggere da capolista. “L’obiettivo – continua a ripetere Allegri in conferenza stampa – resta entrare nelle prime quattro. Il resto verrà da sé”.

 

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Ex collaboratore de "La Nazione" di Pisa fino a marzo 2025. Scrivo anche per Qui News Pisa e collaboro con Punto Radio.