Si è fatta attendere quasi 2 mesi la prima vittoria del Pisa in campionato ed è stato necessario il ritorno di D’Angelo per far ritrovare il sorriso a piazza e giocatori. Perugia diventa così un rituale di passaggio tra la via vecchia e la via nuova, dove vincere ed emozionarsi, culminando in un grande abbraccio collettivo, quello stesso collettivo che prima non esisteva e ieri si è ritrovato sotto l’ala del suo condottiero.

LACRIME ED EMOZIONI – Quegli occhi lucidi a fine partita sono la dimostrazione di un grande attaccamento alla maglia e a questo lavoro. Tante volte in sala stampa è stata posta questa domanda al tecnico nerazzurro. Come avrebbe vissuto il ritorno in panchina? Cosa avrebbe provato una volta assaggiato nuovamente il terreno di gioco? Di certo quelle immagini su cui hanno indugiato le telecamere sono in fondo le lacrime di ognuno di noi, che aspettava con ansia di poter rivivere certe emozioni che ci sono state strappate troppo presto, e forse un po’ ingiustamente, nel giugno scorso. Chissà, forse D’Angelo era davvero stanco come confessato da lui stesso in conferenza stampa nel corso della sua nuova presentazione, ma interrompere quel cammino così bello e ricco di sogni, di questi quattro anni, era davvero delittuoso.

LA CULTURA DEL GRUPPO – Per tornare a respirare il calcio che piace alla gente D’Angelo ha sfruttato due grandi capisaldi della sua dottrina. Il rapporto con i tifosi e la cultura del gruppo. Per quanto riguarda il primo punto D’Angelo ha capito che i giocatori avevano bisogno di poter sentire e toccare con mano l’affetto della gente, ma anche che i supporter nerazzurri avevano la necessità di un rapporto meno freddo e più aperto con i loro beniamini. Pisa è una città che respira calcio, che vive per il calcio e questa nuova comunione era tutto quello che mancava per poter ripartire con slancio. Dall’altra parte il ‘noi’ è tornato a prendere il posto dell’io. E solo così si può tornare a vincere nel metodo D’Angelo, così come nel metodo in cui ci ha abituato a lavorare questa società nel tempo, ovvero se tutte le parti che la compongono riescono a lavorare in armonia e così è stato ieri a Perugia.

UN UOMO DI CAMPO – D’Angelo è un uomo di campo, non uno che lavora 2 o 4 ore al giorno, ma uno di quelli che vive il centro sportivo nella sua totalità. Se un allenamento inizia alle 2 o alle 3 del pomeriggio, state pur certi che il tecnico di Pescare rimarrà lì fino alle 20, per confrontarsi, osservare, studiare e programmare la settimana. Concetti da sviluppare e spiegare con semplicità, un’attenzione a tutto tondo nel lavoro dei propri calciatori, ma anche nel modo in cui studia gli avversari. D’Angelo ha anche avuto modo di rinfoltire il proprio staff con l’inserimento di due nuove e propedeutiche figure professionali che mancavano.

VIETATO PERDERE LA CONCENTRAZIONE – La vittoria di Perugia rappresenta il Pisa al suo livello più puro, a immagine e somiglianza del suo allenatore. Sembrava davvero impossibile che in pochi giorni si potesse vedere la mano del nuovo tecnico, ma per stessa ammissione degli stessi ragazzi, al termine della partita in sala stampa, come ad esempio ha rimarcato Barba, è stato davvero così. Il Pisa però non è ancora guarito del tutti. Questo è solo un primo passo di un lungo lavoro. I problemi di amalgama permangono ancora e infatti l’allenatore ieri ha scelto un undici composto esclusivamente da giocatori di categoria, inserendo poi a partita in corso Morutan, forse il più pronto tra gli stranieri che ha avuto modo di allenare. Piano piano, siamo sicuri, Morutan conquisterà più spazio e, lentamente, anche alcuni dei calciatori che erano in difficoltà riusciranno ad abituarsi alla categoria. Forse qualcuno è ancora indietro, ma arriverà, ne siamo sicuri, al livello degli altri. Adesso è vietato perdere la concentrazione, solo così il Pisa potrà uscire dalla crisi una volta per tutti. Di certo quella che ha vinto ieri a Perugia non è una squadra costruita per lottare per la salvezza. E’ una grande squadra dal potenziale importante a cui serviva solo la persona giusta per potersi esprimere al meglio. Ora questo Pisa è una squadra. E nessuno può allenare il Pisa meglio di Luca D’Angelo.

 

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018