La sfida di ieri al Crotone ha reso chiaro ancora una volta che i nerazzurri ultimamente sono una squadra dai due volti, capacissima di mettere alle corde l’avversario, ma anche di mettersi in difficoltà da sola. Per la prima volta il tecnico nerazzurro ha specificato pubblicamente quali sono i problemi del gruppo e indicato la strada per risolverli.

LA TESTA PRIMA DI TUTTOResponsabilità e pressione, a tratti soverchiante, per rispettare le attese e le ambizioni di società e piazza. Che il Pisa fosse una squadra molto forte che ambiva a un posto ai playoff si era ampiamente intuito all’inizio della stagione, che potesse dominare per un intero girone dall’alto di una prima posizione mantenuta per 16 giornate invece era difficilmente pronosticabile. Con due importantissime strisce positive nel girone d’andata la squadra di D’Angelo ha costruito il suo vantaggio in classifica, forte di un Lorenzo Lucca in stato di grazia, di una difesa granitica e di una squadra sempre compatta, che sembrava non avere punti deboli. Poi qualcosa è venuto meno, i gol di Lucca sono spariti, le distrazioni in difesa si sono fatti sempre più frequenti, il lancio lungo ha preso il posto della giocata palla a terra e il Pisa ha iniziato a segnare sempre meno, fino a entrare in una piccola crisi che ha rimescolato le carte in classifica e costretto i nerazzurri a inseguire. Una squadra che giocava con grande libertà mentale e quella locura tipica di un team giovane con l’apporto dei ‘saggi’ della vecchia guardia ha lasciato il posto a un po’ di pesantezza e ansia da prestazione.

CROTONE – La svolta è arrivata col Crotone quando la partita è diventata occasione per un compendio di tutto ciò che è buono e tutto ciò che è meno buono della squadra, tanto che è stato lo stesso D’Angelo ad ammetterlo in conferenza stampa, in realtà già prima della partita: “Abbiamo bisogno di tornare a fare punti in casa nella maniera più assoluta” aveva detto il tecnico a 24 ore dall’impegno, per poi ribadire le difficoltà del gruppo: “Questo è un campionato tosto e sono soddisfatto dei ragazzi. Siamo qui a giocarcelo con le nostre problematiche, ma siamo rognosi per tutti”. Ma quali sono le problematiche del Pisa? “Aver vinto oggi era importante perché non era semplice mentalmente. […] La squadra ha iniziato contratta perché era un po’ che non vinceva in casa […] volte siamo troppo tesi perché vogliamo credere a qualcosa di importante. Dobbiamo ricordarci da dove siamo partiti sempre. Se ce l’avessero detto all’inizio del campionato non ci avremmo creduto di giocarci il campionato nelle ultime 10 partite. Il tifoso vuole vincere sempre, ma i giocatori e lo staff dobbiamo avere la freddezza di capire che ci sta di non vincere a volte”. Tutto questo ci fa capire come il Pisa abbia un problema di testa in cui a volte subentri la paura, a volte senta la pressione e non riesca a esprimersi come vorrebbe. Il gruppo è solido, non ci sono spaccature, ma ha bisogno del sostegno della gente, ora più che mai. E’ arrivato il momento, anche per quella parte di tifoseria non organizzata, di fare quadrato e stringersi intorno ai ragazzi. I giocatori hanno ribadito quanto è prezioso sentire il tifo in Curva Nord, ma non può essere solo la curva a far sentire la sua vicinanza, occorre un salto di qualità anche dal resto della piazza, da chi magari si fa prender troppo dal nervosismo e alla prima difficoltà borbotta sommessamente.

COME RISOLVERE – Il problema del Pisa quindi è soprattutto mentale. L’unica cura possibile è la vittoria. Vince aiuta a vincere ed è la migliore medicina per tutto. L’importante è che tutti, dai giocatori (che già lo sanno benissimo) ai tifosi, capiscano che questo campionato, a prescindere dai soldi investiti, è ricco di difficoltà. C’è chi ha speso 188 milioni in due anni, come il Parma, per ritrovarsi in una posizione di medio-bassa classifica, c’è chi un anno fa giocava contro la Juventus, come il Crotone, e il prossimo anno rischia di andare a giocare contro il Renate. C’è chi, come il Monza, ha investito 40 milioni in due campionati di Serie B e perde tutti gli scontri diretti. La Serie B è questa, non è un caso che sia il torneo più combattuto del calcio italiano. Il Pisa è giusto che ammetta queste difficoltà e li renda punti di forza. Come è giusto che tutti si rendano conto che non ci sono avversari facili, sono tutti avversari difficili. E non è una frase fatta, perché in campo non scende solo il Pisa contro uno sparring partner, ma contro c’è sempre una squadra che spesso ha gli stessi obiettivi.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018